Stamattina Anna mi ha chiesto di andare in posta a recuperare la raccomandata che era arrivata qualche giorno fa (per i curiosi, era l’avviso di assemblea condominiale).
Sono arrivato, e mi sono trovato ventitré persone davanti, con uno sportello aperto. Dopo che qualcuno, vedendo che una singola persona era là da dieci minuti a fare non si sa bene cosa, ha minacciato di chiamare il direttore, miracolosamente è apparso un secondo impiegato; ciò non toglie che la mia coda totale sia stata di quaranta minuti.
Ma come sapete io sto attento alle minuzie, e mi chiedo due cose. Innanzitutto, perché sui fogliettini di avviso che lasciano scrivono che ci vuole firma del delegante e documento del delegato, mentre nell’ufficio postale c’è un foglio (mal) stampato che chiede anche un documento del delegante? E mettere almeno un timbro sui foglietti per avvisare?
Poi è vero che oggi le raccomandate hanno tutte il loro bel codice a barre e quindi la consegna viene inserita automaticamente. Però ovviamente le lettere sono ancora nei bei casellari giornalieri, e qui forse si può fare poco. Ma quando sono arrivato io, la tizia si è messa a cercare sulla casella, non ha trovato nulla, e allora si è spostata dall’altra parte dell’ufficio dove vengono messe le buste di formato grande, come appunto la mia. È una cretinata, lo so, ma basterebbe che il postino scrivesse una G sull’avviso e l’impiegato saprebbe subito dove cercare. Mah.
Ultimo aggiornamento: 2005-03-05 21:26
.mau., che pretendi…
Sono SOLO impiegati delle Poste, mica ingegneri???
Possono mai arrivare a fare una “pensata” del genere da soli, senza che qualcuno faccia uno studio apposito, e ne utilizzi i risultati per riorganizzare la logistica di Poste Italiane?
Ah, allo stesso tizio, nel suo studio, suggerirei di raccomandare l’apertura di più di due sportelli quando ci sono i pagamenti delle pensioni, e non tenerne UNO per le pensioni ed UNO per tutto il resto (posta ordinaria, raccomandate, bancoposta e via dicendo).