Agnoletto e Caruso ieri hanno deciso di fare un po’ di dietrologia chiedendosi come mai ad essere rapiti in Iraq sono solamente giornalisti di sinistra e critici sulla guerra. La domanda me l’ero fatta anch’io, ma la risposta è stata immediata, e legata al Rasoio di Occam, o se preferite alla probabilità bayesiana. I giornalisti “allineati” se ne stanno belli embedded, e non si sognano nemmeno di andarsene in giro per le città irachene. È chiaro che in questo modo corrono molti meno rischi, no? E dovrebbe anche essere sufficientemente chiaro come, se su dieci bersagli “pratici” nove sono di sinistra, sono quelli ad essere rapiti: inutile cercare chissà quali giri degli amerikani che vogliono eliminare le voci fuori coro. Che Caruso non lo comprenda non mi pare così strano: mi preoccupa di più Agnoletto che, in quanto medico, queste cose le dovrebbe sapere.
Ultimo aggiornamento: 2005-02-06 13:42
Eh, magari fosse così semplice. Non rapiscono solo giornalisti(ad es. i 4 bodyguards italiani, o le varie Torretta, Pari, non erano giornalisti).
E’ chiaro che i pacifisti si espongono di più, ma credo che, volendo, potrebbero rapire facilmente personaggi di ogni colore politico.
Secondo me invece c’è una cabina di regia, o perlomeno un “segnalatore”.
Anche se non giornalisti, sono sempre gente che sta sul campo, e che non possono certo avere decine di militari armati di scorta. Basta vedere come gli americani stanno andando in giro e come le truppe italiane a Nassiriya (senza dire nulla a nessuno…) hanno scelto di starsene belli chiusi nella loro ridotta e lasciare alle autorità religiose locali la città.
E’ ovvio che chi sta sul campo ha più probabilità di essere rapito. Ma io sto dicendo che, sul campo, è molto probabile che ci siano anche persone di colore politico diverso(o tu credi davvero che tutti i volontari che sono lì, sono estremisti di sinistra?). Che però non vengono rapite. Come mai?
Sono sostanzialmente d’accordo con la tua analisi: secondo me nei giornalisti di quotidiani che si sono schierati contro l’invasione si è sviluppato un senso di falsa sicurezza.
Comprendo tutta la delusione dei compagni giornalisti, ma dubito che nella cupola del terrorismo iracheno si conoscano le posizioni del Manifesto. Ma anche se Al Zarqawi fosse un assiduo lettore, immagino che una giornalista occidentale rimanga in primis occidentale, a prescindere dall’orientamento politico della testata.