Inizia la settimana della bicicletta, e subito inizia a piovere e far freddo.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-16 10:02
La figura di Alan Turing direi faccia più parte della leggenda che della storia: la macchina di Turing, il test di Turing, il suo lavoro di decifrazione dell’Enigma tedesco… Questa sua biografia (Andrew Hodges, Storia di un enigma, Bollati Boringhieri “Gli Archi” 2003 [1983], p. 762, 35, ISBN 88-339-1501-8, trad. David Mezzacapa) dovrebbe presentare il vero volto del logico e scienziato, ma secondo me Hodges ha esagerato, volendo portare a tutti i costi il tema dell’omosessualità di Turing anche quando francamente non si vede l’importanza. Può darsi che nel 1983, quando l’edizione originale inglese apparve, ci fosse più bisogno di una legittimazione formale; ma l’edizione italiana che appare vent’anni dopo sembra così irrimediabilmente datata, magari non per l’accettazione ma almeno per il riconoscimento dell’esistenza del mondo gay e dei suoi diritti. Paradossalmente per un non britannico risulta più interessante la descrizione del sistema delle public school, che permette anche di comprendere meglio i libri di Harry Potter. L’ultima parte del libro risulta poi tantalizzante per la descrizione degli ultimi lavori biologici di Turing, ma Hodges taglia incomprensibilmente il suo ultimo anno di vita e ci lascia all’oscuro. Visto anche il prezzo non proprio popolare, mi sarei aspettato di più.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-15 10:45
Era un po’ di tempo che non scendevo più a Roma, e quindi non frequentavo le partenze a Linate. Ho scoperto con gioia che hanno deciso di fare una fila unica ai banchi di accettazione, con l’onnipresente nastro crealabirinti; mi chiedo però come mai ci debba essere una signorina in divisa Alitalia al fondo del serpentone, in teoria per smistare i futuri passeggeri, in pratica nemmeno a fare quello. Tanto lo sappiamo che devono fare fuori cinquemila persone!
Visto che il viaggio è stato senza storia, ci ha pensato il tassista a speziare un po’ la mia giornata. Salgo, gli dico “la sede Telecom di santa Palomba”, e lui parte come un razzo. Già sceglie di fare la Pontina che per me è nonottimale, ma so che c’è chi l’apprezza e non dico nulla. A metà mi fa “Scusi, Santa Palomba o Pomezia?” e mi fa mettere un po’ sul chi vive, sensazione non certo migliorata dopo che l’ho visto saltare lo svincolo di via Naro e buttarsi sulla via del Mare (ma lì forse sono prevenuto, visto che purtroppo conosco la zona bene…) Ma il peggio è stato quando a Santa Palomba l’ho visto correre amabilmente per l’Ardeatina: immagino che se non gli avessi gentilmente fatto notare che aveva passato l’ultimo possibile punto di svolta saremmo finiti ad Aprilia…
Il prezzo del percorso è fisso, quindi non è che stesse cercando di farmi fesso: ma se uno non sa la strada e non vuole mettere in funzione il GPS, non è che potrebbe chiedere al trasportato?
Ultimo aggiornamento: 2004-09-14 15:04
Terry Pratchett è una garanzia di prolificità. Quando gli hanno fatto notare che non poteva scrivere due storie del Discworld l’anno oltre a tutto il resto, ha formalmente acconsentito: adesso ne esce una solamente, ma poi c’è un juvenile solamente ambientato là, come questa sua nuova fatica (Terry Pratchett, The Wee Free Men, Corgi 2004, p. 320, 5£.99 ISBN 0-552-55186-4). “Wee” significa “piccoli” in quella specie di gaelico che gli gnomi protagonisti della storia usano, e che spesso dà qualche problema di comprensione a chi non è di madrelingua inglese. La storia è nei perfetti canoni di un racconto fantasy, e bisogna dire che il genio narrativo del nostro non viene quasi mai dispiegato. Se conoscete la filosofia pratchettiana sapete insomma cosa aspettarvi, nella solita piacevole confezione; altrimenti, forse è meglio iniziare con qualcos’altro.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-13 10:47
Ieri pomeriggio eravamo a Linate a recuperare i genitori di Anna che tornavano dalla Germania. Da qualche mese il City Airport meneghino ha chiuso con una vetrata opaca l’uscita dagli arrivi nazionali, con tanto di cartelloni “acesso di servizio – staff only” che intimano di non provarci nemmeno a entrare. In effetti vicino alla porta c’è anche un bel lettore di badge che sembrerebbe necessario per permettere agli aventi diritto di entrare. Giusto? Sbagliato. Vicino al lettore c’è un normalissimo interruttore nero come quelli della luce: basta schiacciare quel pulsante e la porta si apre magicamente. A giudicare da quanti passavano, credo sia un segreto di Pulcinella.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-13 10:28
Spulciando oggi i quotidiani gratuiti, ho avuto la fortuna di scoprire da Metro che il Politecnico di Milano ha brevettato uno strumento denominato “Musicolor” che permetterà di trasformare qualunque tipo di musica in un’esplosione di colori. Che c’è di nuovo, vi chiederete? Lascio la parola a un per sua fortuna anonimo portavoce del Poli: “L’aspirazione a visualizzare la musica risale al tempo di Newton, ma i marchingegni finore erano basati sulla trasposizione cromatica di musica digitale, associando quindi in modo univoco le informazioni musicali a quelle visive”. Cromodinamica quantistica? :-). Mannò, questo brevetto invece “trascodifica i suoni in colori o mappe cromatiche dinamiche”.
City rincara la dose svelandoci che uno studio dell’università di Los Angeles (chissà quale… ha mostrato che l’orecchio sinistro è più adatto alla musica, mentre il destro lo è per il linguaggio. Si vede che gli stonati sono in realtà sordi da un orecchio.. Per chi ci sente bene e vuole un nuovo iPod, posso consigliargli di aspettare la commercializzazione della struttura atomica scoperta da un’equipe di fisici di Genova, Trieste, Milano e Pisa e descritta sulla Physical Review Letters. Sembra sia leggera, robustissima, incredibilmente resistente e praticamente indeformabile; l’unico guaio è che questa struttura “magica” consta di sette atomi di nichel… e 27 di argento. Non proprio per tutte le tasche.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-13 10:25
Avete ancora una settimana se volete andare a vedere la mostra di questa artista coreana al PAC di Milano. L’ingresso è gratuito, quindi non ci perdete molto: però resto sempre molto scettico sulle idee di arte concettuale di questi artisti. Almeno Aldo Spinelli si diverte a farle :-)
Nella mostra “Condition of humanity” troviamo una serie di panni stesi ad asciugare, comprensiva di mollette di legno, ventilatori e canti di monaci tibetani che ti mandano in trance. Alcuni di questi copriletto sono anche molto carini, e passarci intorno è piacevole, intendiamoci. Ma poi?
Seguono una serie di video. In uno, lei è immobile di spalle davanti a un fiume indiano. In un altro lei è immobile sdraiata sulla cima di un colle. In una serie di altri video, lei è immobile di spalle mentre la gente di Londra, Shanghai, Delhi, New York, Mexico City, Lagos, Tokio, il Cairo le passa vicino, scansandosi. Il tutto per dieci minuti. Almeno negli ultimi video è interessante vedere come la gente si comporta diversamente nelle varie nazioni. Addirittura in un video più antico, dove stava immobile a terra sdraiata, al Cairo la gente ha fatto un capannello – quasi tutti uomini – mentre a Delhi nessuno si interessava a lei.
Al Pac ci sono anche le due opere che hanno vinto il Premio ACACIA (associazione amici arte contemporanea italiana): nel 2003 Là ci darem la mano di Mario Airò era anche carina, con i fiori e la musica dal Don Giovanni: quest’anno ha invece vinto Francesco by Francesco di Francesco Vezzoli che mi sembra narcisismo puro.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-11 21:47