L’Ansa ci comunica che Stefano Rodotà (il garante della Privacy, per chi non se lo ricordasse), ha suggerito “di rendere trasparente, nel ddl sull’editoria, l’attività dei siti Internet, inserendo l’indicazione dei loro responsabili”, perché “la giusta libertà dei siti va equilibrata con la trasparenza della loro attività”.
Non so se vi siete accorti di un paio di cose. Innanzitutto, Rodotà sta parlando di cose sulle quali ha esattamente il mio stesso titolo – nessuno. In secondo luogo, il concetto di “trasparenza” è assolutamente fasullo. Nel mio caso, ad esempio, anche se non ci fossero i miei dati personali sul sito – ribadisco che questo è un “pippone di principio” – essi sarebbero facilmente recuperabili, visto che il sito è registrato a nome mio e quindi questi dati sono pubblici. Diverso è indubbiamente il caso di chi scrive su un servizio come splinder oppure iobloggo; ma se ci fossero dei problemi penali non sarebbe comunque difficile recuperare i dati di chi scrive.
Insomma, mettetela come volete ma a me questa proposta di schedatura (e da parte del “poliziotto buono”) non piace per nulla.
Ultimo aggiornamento: 2004-11-05 10:53