Sapevo che non poteva essere così bello. Arrivo in forte anticipo a Fiumicino, provo l’ebbrezza del banco accettazione dedicato per il gruppo Telecom, arrivo alle partenze e vedo il mio aereo già attaccato al finger con tre quarti d’ora di anticipo sull’orario di partenza. Vedo perfino l’equipaggio che sale. Sì, c’era stata la storia del radar di Milano che stamattina aveva fatto le bizze come doviziosamente segnalato da Repubblica on line, ma oramai era tutto passato. E poi, suvvia, un’ora di ritardo non dico sia la norma, ma è ampiamente possibile.
Però c’è qualcosa che non va. Le signorine all’uscita che devono fare il controllo biglietti non si vedono. E il tempo passa: ci fosse un pendolo batterebbe le 19 e anche il quarto. Pure, il volo continua ad essere schedulato alle 19.20. Finalmente passa un pilota, che dice che il radar di Milano è di nuovo fuori uso – ma si sono ricordati di pagare la bolletta della luce? – e il centro di controllo europeo a Bruxelles ha bloccato tutto: il ritardo presunto è di due ore e mezzo. Il tabellone non ha nulla da dire, per lui è tutto regolare.
Alle 19.35 spunta una tipa Alitalia che prende il microfono e annuncia che la situazione è tornata alla normalità per quanto riguarda il radar, ma che i ritardi ovviamente restano, e il nostro volo ha l’autorizzazione per la partenza alle 21.40; in fin dei conti quello delle 18 dovrebbe partire alle 20.50, quindi risparmiamo ancora. Comunque, niente paura: “non ci dovrebbero essere ulteriori ritardi”. Il tabellone all’uscita si adegua, e indica che la partenza è rimandata alle 19.40. D’altra parte, i monitor indicano che anche il volo precedente, quello delle 19, ha venti minuti di ritardo: però alle 19.50 ho visto la gente che ci si stava imbarcando.
Ore 20: c’è qualche segno che mostra l’attenzione di Aeroporti di Roma alla situazione: il mio volo continua ad essere segnato per le 19.40, ma il successivo e quello delle 20.30 sono cancellati. La signorina all’accettazione aveva detto che il mio aereo era previsto semivuoto, quindi la cosa potrebbe anche tornare.
Ore 20.30: il tabellone indica la partenza alle 20.30: peccato che a voce dicano che si partirà alle 22.50. Forse.
Ore 21.10: il tabellone indica la partenza alle 20.30. Non si degnano neppure di aggiornarlo. Noto che il volo delle 18.40 è indicato come all’imbarco, orario di partenza le 21. Quello delle 19 probabilmente è partito: sarebbe interessante riuscire a scoprire chi è stato casualmente spostato su quel volo e soprattutto come si fa a contattare le persone giuste.
Ore 21.15: mentre stavo scrivendo, chiamano il mio volo. Non me n’ero nemmeno accorto: presente l’abulia atarassica? Ecco. Non che capisca bene la logica di farci salire, visto che l’autorizzazione al volo adesso è per le 22.10. Mi sa tanto che nessuno sappia nulla. Alla fine la partenza è stata alle 22.15, l’arrivo alle 23.05… e dopo qualche minuto il comandante ci dice che il finger non ne voleva sapere di muoversi, e quindi avrebbero dovuto cercare una scala. Alla fine noi dei posti dietro siamo scesi dalla scala posteriore, e abbiamo preso il pulmino che ha coscienziosamente percorso tutti e cinquanta i metri verso il terminal, mentre i passeggeri delle prime file alla fine sono riusciti a uscire dal finger. Bisogna dire che il commento generale a quest’ultima botta è stato un mormorio rassegnato.
Quello che mi fa rabbia di tutta questa storia è naturalmente la maniera con cui si decide scientemente che gli utenti non hanno bisogno di sapere. Non ci voleva molto ad annunciare agli altoparlanti “il centro di controllo radar milanese ha dei problemi, pertanto i voli per il nordovest subiranno ritardi quantificabili al momento in due ore. Non appena avremo ulteriori informazioni, ve le daremo”. Invece no. Non siamo degni di poter sapere.
Ultimo aggiornamento: 2004-10-07 10:31
Non è che non siete degni… è che l’omino addetto al megafono non ha nessun motivo valido, se non la propria coscienza, per sbattersi anche solo un minimo. Voglio dire, se il giorno dopo il suo capo gli facesse un cazziatone, e al terzo cazziatone lo buttasse in mezzo a una strada, probabilmente le cose sarebbero diverse.