Trafiletto sul dorso milanese del Corsera odierno. Un immigrato egiziano, accusato di avere picchiato la moglie e il figlio, afferma «Apprendo ora che qui in Italia è reato, ma nel mio Paese si usa picchiare le donne».
Prima di urlare all’arabo paleolitico, consiglierei di leggere tutto l’articolo. Si scoprirà così che la denuncia è arrivata dai vicini di casa che hanno sentito le urla della donna; lei però non ha mai sporto denuncia, nonostante fosse picchiata da almeno due anni (vabbè, visto che hanno un figlio di dodici anni mi chiedo cosa sia successo tutto a un tratto, ma la cosa ci porterebbe fuori).
A me piacerebbe sapere se la signora ha sempre taciuto per paura del marito o se, come temo, era anche lei intimamente convinta che il suo marito avesse questo diritto. Se il caso è quest’ultimo, il problema diventa ancora più complicato. Non puoi certo cambiare quello che le persone credono per mezzo di una legge, né possiamo immaginare che concetti che da noi sono in fin dei conti entrati nel senso comune da pochi decenni – e forse nemmeno tanto – siano immediatamente riconosciuti.
Mi viene in mente l’Iraq. A parte quello che a me sembra banale, e cioè che non puoi immaginare che una forza di occupazione sia vista come “portatrice di libertà”, come si può concepire che il tuo stile di vita debba essere automaticamente portato come modello da copiare alla lettera? Sarà, ma mi sembra una trasposizione al ventunesimo secolo dei colonialisti, i danni dei quali conosciamo perfettamente.
PS: non vorrei avere dato l’impressione che io sia d’accordo coll’avere il diritto di picchiare la moglie! Per fare un altro esempio con una notizia più “leggera” di oggi: due donne mussulmane che volevano fare il bagno in piscina in chador sono state allontanate per ragioni di igiene, e il locale rappresentante della comunità mussulmana ha commentato che occorrerebbe avere piscine separate per uomini e donne. Dal mio punto di vista non trovo nulla che non vada, basta che la piscina monosesso non sia finanziata pubblicamente.
Ultimo aggiornamento: 2004-09-07 12:48
Anche in Italia succedono cose non del tutto dissimili. Due o tre anni fa, per esempio, la Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità, per un marito, di dare uno schiaffo alla moglie. Ricordo il commento del Mago Forrest in una trasmissione serale:
“Si tratta di una sentenza gravissima! Da oggi, per dare un ceffone a una donna sarà necessario sposarla, prima!”. Sagace.
Concordo con Nick: le donne che pensano ancora che il marito “abbia il diritto” di alzare le mani non sono pochissime nemmeno in Italia.
NB: non per questo sottovaluto l’importanza (pratica e morale) di avere una legge che afferma il contrario, naturalmente…
io sono semplicemente terrorizzata dala gente che dice: “se sapevo che era vietato non lo facevo”. e la morale naturale che fine ha fatto? e il senso del bene e del male. cosi se per assurdo domani qualcuno votasse la legge che e’ non e’ reato prendere a calci una partoriente mi immagino che uqlacuno, magari in sala parto….. eh. basta cosi’ va la’…. :(((
non sono sicuro che esista qualcosa come la “morale naturale”. la morale è per definizione soggettiva (mentre la legge è oggettiva).