Non si va più in metro?

Ieri persino i quotidiani nazionali riportavano la notizia secondo cui nei primi tre mesi dell’anno l’ATM milanese avrebbe perso cinque milioni e mezzo di ricavi “a causa degli allarmi terroristici”. Oggi sulla cronaca milanese ci sono state alcune precisazioni, probabilmente perché a qualcuno è venuto in mente che l’attentato madrileno è stato l’11 marzo e in venti giorni non si può pensare a un calo così improvviso; inoltre non c’è differenza tra biglietti metro e bus, quindi non si sa come il calo sia suddiviso. Il presidente ATM ad esempio ha ricordato che ci sono stati tre giorni di sciopero totale a gennaio, più altri giorni in cui la gente non si fidava e andava in macchina lo stesso; che molti per protesta non timbrano più i biglietti; che al 15 aprile il calo è sceso a quattro milioni – l’unica notizia buona, perché sembra significare che questo non è un allarme preventivo per aumentare i biglietti.
Certo però che se con un minimo di umiltà i dirigenti ATM avessero fatto notare che la “riorganizzazione” di dicembre non è stata esattamente approvata dagli utenti ATM, le cose sarebbero potute andare meglio.
ps: giusto per tranquillizzare, le pagine milanesi del Corsera intervistano un po’ di gente che considera un percorso in metropolitana più o meno alla pari di un incursione in campo nemico, scegliendo ad esempio di salire nel primo vagone (perché ?) o di allontanarsi da tutti quelli con una faccia che non piace (il 40% degli occupanti).

Ultimo aggiornamento: 2004-04-22 11:46