Oggi sulla Stampa c’è un articolo del nostro ministro dell’economia, Giulio Tremonti (di cui bisogna perlomeno riconoscere che, a differenza dell’ingegner Castelli e della signora Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, ha un retroterra culturale più consono al ministero che dirige), che torna su quello che sembra essere il punto cardine della sua politica economica: occorre avere le banconote da un euro, “l’euro di carta”.
L’analisi socioeconomica parte dalla constatazione che “dopo soli 27 mesi” (“soli” lo dice lui, mica io) le banconote in euro vengono progressivamente accettate, ma le monete no. E già qui ho dei dubbi sulla sanità mentale di questo ragionamento: se provassi a girare con le tasche piene di monete non riuscirei già a prendere nessun aereo. Ma la parte migliore è la constatazione che molti hanno deciso di calcolare i prezzi col cambio “1000 lire = 1 euro”, in un contesto che sembrerebbe dire “se invece avessimo avuto la banconota da un euro questo non sarebbe stato possibile”. Prendendo per buona l’analisi del ministro, avere una banconota da 1 euro sarebbe stata l’associazione finale della banconota alle mille lire. Lo so, esisteva una moneta da 1000 lire, ma chi se la filava?
Ultimo aggiornamento: 2004-03-28 19:36