Un mio ex collega di cui taccio il nome mi ha segnalato questo articolo di Pier Luigi Tolardo apparso su Zeus News, quasi sfidandomi a commentarlo. Beh, qualcosa di personale lo posso in effetti dire…
Innanzitutto, io ho visto di persona Andrea Granelli una sola volta, ai tempi per l’appunto di Video on Line, quando facemmo una visita a Cagliari per vedere se c’erano delle possibilità di collaborazione con Telecom On Line, il servizio web che Telecom Italia aveva lanciato abbastanza di nascosto per timore dell’antitrust: basta pensare che veniva offerto solo a chi aveva una linea ISDN, proprio per rimarcare la volontà di non entrare in competizione. Ad ogni modo, quel giorno Niki Grauso non c’era, così il capo di TOL e il suo “esperto informatico” che pure quel giorno avrebbe dovuto scioperare hanno avuto come guida il giovane Granelli che ci spiegò la visione dietro VOL.
L’anno dopo Video On Line venne acquisita da Telecom: le voci dicono che TI aveva un credito di più di venti miliardi di lire verso VOL che tanto non avrebbero mai visto, ma non ho mai avuto conferma del fatto. Ad ogni modo, nacque TIN , ancora senza il “.it” del logo attuale, e il povero Enzo Berti si trovò non si sa bene come sotto il giovane Granelli che era passato alla nuova azienda assieme agli altri asset.
Passa ancora qualche anno, e il ragionier Colaninno decide che Cselt così com’è non va bene, e occorre una sferzata di novità. Sfatiamo un mito: l’autonomia di Cselt c’è stata più o meno fino al 1990, quando i due terzi del suo bilancio era destinato alla ricerca. In meno di dieci anni, la situazione si era invertita: i due terzi del bilancio erano su progetti a breve termine, il resto tra spese generali e progetti a lungo termine. Comunque viene fatta questa nuova società, che mette insieme i laboratori di ricerca torinesi e il Venture Capital, dove era a capo… il giovane Granelli, che diventa immediatamente l’amministratore delegato di Telecom Italia Lab: millequattrocento persone, di cui 1100 nella vecchia CSELT, ma con tutti i centri di potere a Roma. Come si presenta il nostro? Invia a tutti i dipendenti dell’azienda, tranne ai cattivoni che stavano licenziandosi, una lettera dove il “collega Andrea” (è lui che si definisce così) spiega che dobbiamo fare squadra, e ci omaggia di un segno tangibile di questo fare squadra. Un orologio con il logo tilab, costo unitario cinquemilalire – l’avevamo trovato in un catalogo di gadget.
Vogliamo parlare dell’incubatore? Io in quegli anni ero rappresentante sindacale, quindi mi erano state date le 113 pagine di slide dove veniva spiegato abbastanza in dettaglio cosa doveva diventare Tilab. Le ho lette, e ho deciso di andarmene via. Il vecchio Cselt non esisteva più, passi: ma quello che doveva esserci al suo posto era un sistema per fare soldi, non per fare ricerca e sviluppo. Non so quanto di questo fosse una visione del giovane Granelli, ma penso abbastanza, visto il suo attaccamento alla new economy. Inutile dire che la scelta di tempo ha aiutato il fallimento della storia, il ridimensionamento di Tilab e il suo assorbimento in Telecom – anche perché altrimenti penso avrebbe dovuto portare i libri in tribunale: il contributo a fondo perduto del gruppo Telecom era stato eliminato perché tanto i soldi sarebbero stati fatti con l’incubatore… Ah, Granelli non ha mai incontrato i sindacati mentre io ero in Tilab. Eravamo troppo old economy, immagino.
L’unica parte dell’articolo su cui concordo è che Telecom non è affatto interessata nell’innovazione. Purtroppo non è una cosa di oggi; è un misto tra la globalizzazione e la concorrenza, che fanno concentrare gli sviluppi in pochi posti e fanno ritenere non solo la ricerca ma anche lo sviluppo a più di un anno nel futuro soldi buttati.
Ultimo aggiornamento: 2004-02-16 12:50
A parziale discolpa del processo economico che tu citi, vorrei aggiungere che la ricerca e sviluppo da noi non ha più senso, se l’Italia diventa (come è) una pura colonia di multinazionali altrove basate. I laboratori di ricerca staranno o in India, dove i ricercatori costano poco, o presso la sede dell’azienda, dove si può avere un controllo diretto. L’Italia non è più nè paese controllante grazie ai propri capitali, nè paese produttore grazie ai bassi costi; è in quella fascia di mezzo che, come tutti sanno, è destinata a sparire. Il problema è che, stante la nostra situazione, appare quasi certo che saremo assimilati in basso e non in alto.
E perdipiù, gli operatori di TLC diventano sempre più entità puramente commerciali, e sempre meno tecnologiche.
Posso fare anch’io una richiesta per il tema di uno dei tuoi prossimi post? :-)
In estrema sintesi, stante la tua esperienza, pensi che i blog uccideranno i newsgroup?
Per quelle domande devi rivolgerti ai Very Important Blogger. Da queste parti le cose si fanno senza pensare al futuro.