Ho ceduto. I trasporti si sono beccati una categoria tutta loro. Non è possibile che ce ne sia sempre una.
Prendiamo oggi, per esempio. Taxi prenotato per le 6:45 che è già sotto casa cinque minuti prima – ma c’ero anch’io! – e con 5 euro e 70 di tassametro, pari a sette minuti di percorso. La metà di quanto a quell’ora ci si mette ad andare a Linate. Però garantisco che con le nuove licenze non ci saranno problemi di tassisti che non conoscono la città. Già quello di oggi decide di arrivare su viale Lunigiana con un giro dell’oca e scopre che su viale Gioia uno è costretto a entrare nel controviale dall’altro lato… oppure svoltare contromano.
Arrivo in aeroporto, faccio il checkin in cinquanta secondi, ci metto un po’ di più al metal detector che adesso hanno deciso di tarare in modo tale da far suonare il bottone metallico dei miei jeans… e cominciano i guai. Il mio volo è indicato con mezz’ora di ritardo. Controllo il biglietto, e non c’era indicato nulla, come se la modifica fosse stata istantanea. Aereo in ritardo? No. I voli Alitalia delle 7, 7:15, 7:30 e il mio delle 7.45 sono tutti spostati di un quarto d’ora. Quello delle 8 al momento è stabile, mentre quello delle 8:30 ha solo 15 minuti di ritardo, ma giusto perché quello delle 8:15 è stato cancellato. Nebbia? guardo fuori, ce n’è un po’, ma robetta. Fin qua quasi tutto normale. Peccato però che ieri mattina la segretaria mi ha detto che mi aveva prenotato il volo delle 8:15 perché quello delle 8 era pieno, e io le avessi chiesto piuttosto di anticiparlo. O che forse abbiano deciso in anticipo di compattare i voli? Boh. In compenso hanno annunciato che il volo AirOne ritarderà di un’ora, mi devo sentire fortunato.
Ore 7:50: come non detto. Il tabellone al gate si spegne improvvisamente. Vado al monitor, e vedo che il mio volo è adesso indicato come “cancellato”. Ritorno al gate, dovo l’assistente cade dalle nuvole, prova a telefonare e trova occupato. Alla fine, mentre il volo AirOne annuncia un ritardo di due ore, conferma che dovremmo tutti essere spostati sul volo delle 8 che ha mezz’ora di ritardo. Parte una transumanza verso il gate 13, dove naturalmente non c’è nessuno. A questo punto abbranco il primo tipo Alitalia davanti a un monitor, che dopo un attacco non esattamente soft mi spiega finalmente che sta succedendo. A Fiumicino c’è vento molto forte (maestrale, mi comunica poi Eugenio da Roma) e quindi l’aeroporto funziona a ritmo ridotto, con un’unica pista trasversale per decolli e atterraggi. Oltre a questi ritardi che non fanno dare l’ok, si aggiunge il fatto che i velivoli di queste ore sono di stanza a Roma, e quindi se non arrivano non si parte. I nostri posti? Ammesso che il volo parta, siamo in “free seats”. Leggi: le assegnazioni sono saltate – giusto perché avevo il posto preassegnato, ne sono certo – e occorre prendersi un sedile con le unghie e coi denti.
Ore 8:25: adesso il nostro volo è schedulato per le 9.
Ore 9: il volo potrebbe partire alle 9:30.
Ore 9:20: il volo viene imbarcato. Ero finito in uno stato semiipnotico, tanto che sono riuscito a perdere la custodia del mio palmare. Che palle.
Ore 9:40: mi sono seduto in fila 2. Il pilota dice che ha lo slot di partenza alle 10:12.
Ore 9:55: Si contano i posti vuoti. Devono essere 11 oppure 12?
Ore 10:12: decolliamo. Nessuna scusa per il ritardo, né comunicazioni durante il volo. Anzi, hanno tagliato tutto il tagliabile, probabilmente per evitare risse all’interno.
Ore 10:58: atterriamo. No, niente finger, siamo pazzi?
Ultimo aggiornamento: 2004-01-28 12:50