Archivi annuali: 2003

niente più Osama!

No, non sto parlando di Bin Laden invisibile, ma della scomparsa delle penne a quattro colori di marca Osama (le fanno dalle parti di Torino). L’anno scorso erano riapparse e io subito me n’ero comprato un paio, che naturamente ho man mano perso in giro. Nessun problema, penso, le ho viste all’Iper a Rozzano e all’Esselunga…
Beh, non ci sono più. Ci sono altre penne Osama, c’è il pennone Carioca a dieci colori che ricorda la mia infanzia ma, oltre ad essere scomodo, non ha un bell’inchiostro.
Ma la mia penna non si trova più. E ora che fo?

Ultimo aggiornamento: 2003-02-07 12:25

She flies like a bird

Una canzone dei praticamente sconosciuti Honeybus – credo di avere una delle tre copie italiane del CD che raccoglie praticamente tutta la loro produzione – compreso un buffissimo provino in italiano. Magari a chi ha la mia età o qualche anno in più può suonare un campanello se dico il nome della versione italiana: Un angelo blu. Beh, l’originale è molto meglio. Lo sto ascoltando in questo momento. E mi spiace che Pete Dello abbia lasciato subito il gruppo che così si è sciolto.

Ultimo aggiornamento: 2003-02-05 11:53

Addio Vitaminic

La notizia è di oggi. Vitaminic si fonde con Buongiorno! (l’esclamativo è parte del nome, un po’ come i punti di .mau.). Fondersi è una parola un po’ grossa, visto che alla fine gli azionisti di “Vitamina C” avranno il 10% delle azioni complessive. Insomma i buongiornisti si sono mangiati quella che è stata definita una grande nuova entità made in Piemonte, e così entrano in Borsa.
Io non sono mai stato convinto di Vitaminic, anche se posso dire di avere comprato da loro un paio di dischi dei Powerillusi. In compenso, ho sempre considerato B! un posto di gente che ha fatto proprio il motto “quando qualcuno ci ha dato il tuo indirizzo email, la tua anima internettara è ormai nostra”. Non sono mai riuscito a far togliere dalle loro liste il vecchio mio indirizzo di beatles: non era un grosso problema, perché tutti i loro mail sono automaticamente rimbalzati con un “riprova più tardi” da quattro o cinque anni, ma questo episodio la dice lunga sulla loro serietà e sul loro modello di business.
Il mondo è ancora un po’ peggiorato.

Ultimo aggiornamento: 2003-02-05 10:20

Cui prodest?

Ieri nelle pagine milanesi di Repubblica Amedeo Clavarino è partito con una filippica contro questi inquinatori di automobilisti, citando “statistiche” (ad esempio, che un motorino a due tempi butta fuori quaranta volte più benzene che una moto catalitica a quattro tempi) e terminando con un’ideona: dare quattro anni di tempo “in modo che tutti abbiano il tempo di prepararsi”, e poi togliere tutte le auto non Euro4, salvando al limite le Euro3.
Come sapete, non sono un grande amico delle automobili, e quanto alle moto penso di avere toccato l’ultima volta un motorino vent’anni fa. Ma qualcosa non mi torna. Anche prendendo per buone le statistiche, resta infatti un simpatico punto che il Clavarino sottace. Nessuno dei dati citati è relativo alle polveri sottili, il PM10 che ha scalzato gli altri fattori inquinanti nella hit parade dei blocchi. D’altra parte, ho appena controllato i dati di ieri a Milano: in effetti gli altri inquinanti sono tutti nei valori normali.
Insomma, i casi sono due. O qualcuno mi spiega con dovizia di particolari che anche le emissioni di PM10 sono tagliate con le nuove autovetture e che comunque è sempre maggiormente colpa delle auto per queste micropolveri, o resto con il sospetto che il Clavarino sia in realtà ingaggiato da qualche casa automobilistica che vuole farsi un po’ di fatturato nei prossimi anni.

Ultimo aggiornamento: 2003-02-05 10:11

lo shuttle

a parte le polemiche sull’immagine dell’ala rabberciata, che non poteva essere l’ala, le voci che si leggono tendono ad affermare che la NASA sapesse che quella navetta era irrimediabilmente danneggiata e che gli astronauti erano pertanto destinati a morte certa. Da Houston però hanno deciso di non comunicarglielo, per lasciarli tranquilli.
Io penso che qualcosa di vero in tutto questo ci sia, anche se non fino a quel punto, e questo per due ragioni. Innanzitutto, è difficile tenere nascosta una notizia del genere durante le comunicazioni con l’equipaggio, come sa bene chi ha avuto un parente con una malattia terminale. Qualcosa sfugge sempre.
La seconda ragione è che mi pare molto strano che a nessuno sia venuto in mente di controllare il pilota automatico. Se è plausibile che lo scoppio della navetta sia dovuto a un ingresso nell’atmosfera con un angolo sbagliato, e quest’angolo è stato deciso dalla strumentazione, doveva essere chiaro che in queste condizioni i dati potevano non essere coerenti. Un pilota umano poteva tentare di fare una caduta/atterraggio a mano, e magari ce la potevano fare. Chissà.

Ultimo aggiornamento: 2003-02-04 16:29

Targhe alterne

Questa settimana a Milano si viaggia a targhe alterne catalitiche. Questo significa che la mia vecchia Tipo è ferma. Oggi avrei potuto prendere in prestito la Tipo appena meno vecchia di Anna, ma non ne avevo voglia: così posso dare il resoconto di una giornata ciclistica (ieri) e una coi mezzi (oggi).
In effetti c’è molto meno traffico per le strade, il che per un ziclista è una iattura: chi c’è va più veloce e se ne frega allegramente di chi sta pedivellando. Il vantaggio da questo punto di vista ce l’hanno i tram: mentre generalmente supero della grossa il 3 o il 15 in Montegani-Meda-San Gottardo, questa volta sono stato surclassato.
In compenso, usare metropolitana e bus intercomunali è da suicidio. La gialla, che è già di suo la più sfigata, si è riempita già a Zara; la verde era relativamente vuota, ma solo perché doveva essere passato un altro treno un minuto e mezzo prima; il bus dell’AMP, oltre che essere arrivato come al solito all’ultimo momento, era così pieno che mi sono fatto il percorso in piedi, e non ho così potuto andare avanti con la mia guida alla formazione degli accordi scritta sul palmare.
Resto ad ogni modo dell’idea che le targhe alterne siano una tavanata galattica. Molto meglio, se si vuole togliere traffico, obbligare ad avere un car pool anche solo di due persone per auto. E meglio ancora potrebbe essere tirare fuori dal dimenticatoio quella legge che ha istituito i “buoni mobilità” sulla falsariga dei buoni pasto, quindi detassati. Anche questo aiuterebbe il traffico, ma né aziende né sindacati sembrano intenzionate a portare avanti questa strada. Boh?

Ultimo aggiornamento: 2003-02-04 09:58

Se pensi di non sapere bene l'inglese…

non puoi esimerti di andare a fare un salto a engrish.com, il sito dedicato all'”inglese” usato in Giappone come elemento decorativo, senza accorgersi del vero significato di quanto scritto.
Tra l’altro, mentle i cinesi pallano con la elle, i giapponesi parrano con la erre. Ecco la ragione del nome del sito.

Ultimo aggiornamento: 2003-02-04 09:43

Avis (nel senso di sangue, non auto)

Sabato mi sono fatto salassare, e ho scoperto di avere terminato il secondo tesserino: il primo era più capiente, arrivando a ben 27 righe per le donazioni, ma il secondo ne aveva solamente 16.
Insomma, il totale è di 43 volte in poco più di quattordici anni. Sono ancora vivo, vegeto e direi più in forma di quando iniziai, che si vuole di più?

Ultimo aggiornamento: 2003-02-03 16:34