Non è un indirizzo email codificato antispam, ma il primo Seminario sull’ Informatica applicata all’Analisi Testuale, che si è tenuto in questi giorni a Cesenatico. Che c’entro io? Beh, la tavola rotonda di sabato prevedeva la partecipazione dell’OpElPo, l’Opificio di Elaborazione Potenziale dell’appartenenza al quale io mi fregio. Così mi è arrivato l’invito – vabbé, era una cosa in famiglia – e ho fatto la scappata, sfruttando il viaggio per aggiornare il portatile con un hard disk da 60 giga preso dal mio pusher bolognese.
L’arrivo a Cesenatico il venerdì sera alle 22 è stato un duro colpo: la stazione è davvero minuscola e senza sottopassaggio, e la cittadina sembrava in letargo dopo la sbornia estiva. Avviatomi verso il Grand Hotel dove mi era stata tenuta la camera, vedo un grattacielo: dopo qualche minuto i miei neuroni si sono azionati cigolando un po’, e mi sono messo a sorridere. Il grattacielo di Cesenatico! Un punto focale di una delle Favole al Telefono di Gianni Rodari. E’ incredibile come un ricordo francamente poco utile di trent’anni fa sia potuto conservarsi così.
Il Grand Hotel ha un’aria molto demodè, bisogna dirlo. E il letto era infossato. Per fortuna che ero abbastanza stanco per addormentarmi subito, non dopo avere osservato la rappresentazione scenica dei dottorandi, che sono stati costretti da Marco Maiocchi a partire da una grammatica formale delle leggende e preparare una serie di scenette. Il guaio è che il corso è in francese, quindi mi sono perso metà di quello che dicevano. Mi è andata ancora bene che i personaggi avevano un cartello in cui spiegavano cosa erano!
Il mattino di sabato sono stato a vedere le sessioni. Il primo problema è stato arrivare all’aula magna del Centro Ricerche Marine, dove il seminario era tenuto. Cesenatico ha infatti una serie di canali, e una contemporanea scarsità di ponti. La distanza in linea d’aria dall’albergo all’aula è di 500 metri, ma ho dovuto camminare per due chilometri e mezzo. Le alternative non erano praticabili: ci sono sì dei traghetti, ma solo d’estate, e camminare sulle acque non è ancora il mio forte. D’altra parte, sono riuscito a svegliarmi, o almeno lo credevo. Il primo intervento era infatti in francese, sulla struttura della rima in Racine e Corneille, e confesso che sono dovuto andare a prendermi un caffè. Meglio è andata col Maiocchi, che parlava in inglese di cose che conoscevo abbastanza da capire al volo.
A pranzo avremmo dovuto decidere cosa dire nella tavola rotonda pomeridiana, ma in pratica abbiamo lasciato perdere, fedeli alla linea editoriale “Oulipo è seria, noi siamo un Bar Sport” che dà un forte valore all’improvvisazione. Abbiamo insomma raccontato la rava e la fava di quello che abbiamo fatto: ho conosciuto finalmente un paio di associati per me ignoti, anche se non ho ancora avuto il piacere di vedere Paolo Cavaglione; ci sono infine venute in mente delle nuove idee di esecuzione. Un pomeriggio fruttifero, insomma.
Ultimo aggiornamento: 2003-10-05 18:16