Venerdì sera esco dall’ufficio e vado verso via Francesco Lomonaco a Pavia, dove la sera avrei dovuto gareggiare nel mio primo match ufficiale da amatori. Il viaggio è tranquillo, riesco a scoprire che il signor Lomonaco è stato un “patriota filosofo” qualunque cosa ciò significhi, e che nei dintorni della stazione di Pavia non è possibile trovare un po’ di pizza al taglio o un fast food: fortuna che i previdenti organizatori avevano preparato della pasta fredda.
Giunto infine al salone Terzo Millennio, che sta in un centro di recupero per ex-tossicodipendenti (niente male, tra l’altro), inizio la mia lotta personale con le zanzare, come sempre persa: almeno quelle non erano zanzare tigre, e le mie braccia il giorno dopo sono state normali. Arrivati gli altri, montiamo il patinoire, dopo lunghe discussioni su quale sia la migliore posizione; ci vengono dette le squadre; e… aspettiamo. In genere, noi siamo sempre in ritardo, e l’orario teorico di inizio (21:30) viene sempre sforato: questa volta eravamo pronti in tempo, ma non abbiamo potuto iniziare fino alle 22, visto che continuava ad arrivare gente. Beh, alla fine ci saranno state 120 persone più noi, non crediate chissà cosa!
Le squadre avevano sette neofiti, due amatori di più lunga data per migliorare la tenuta, almeno in teoria, e Mary Rinaldi che per una volta ha smesso i panni dell’arbitro per gareggiare (commento alla fine del match: “È molto meno faticoso fare l’arbitro!). Le donne erano solo due, il che forse ha contribuito al proliferare di scene gay nel corso della gara.
Risultato? Ho perso 8 a 7. Però il match è stato davvero bello, soprattutto il primo tempo. Molta energia, e scene divertenti e fatte anche bene, come Betto nei panni della difesa della sedia a sdraio. Io mi sono sentito a mio agio, riuscendo anche ad accorgermi delle posture sbagliate e a guardare il pubblico, e sono stato sicuramente fantastico nell’improvvisazione comparata cantata. Il tema era “non abbandonarmi”: l’altra squadra doveva fare il coro alpino, mentre a noi è toccato… il canto gregoriano. Ho detto agli altri “andate tranquilli e ripetete quello che canto io”, loro mi hanno dato la dritta sul testo (coda per andare al mare) e ho tirato fuori una melodia che sarebbe passata tranquillamente in un monastero, se non fosse per il testo (“Ave Maria grazia plena noli me abandonare, quando trovo novem kilometros coda versus Riccione”…)
Insomma, avete fatto male a non venire!
Ultimo aggiornamento: 2003-07-06 21:26