Quest’anno ricorre il settantacinquesimo anniversario del referendum costituzionale, e così sono apparsi molti libri sul tema. Questo (Federico Fornaro, 2 giugno 1946 : Storia di un referendum, Bollati Boringhieri 2021, pag. 208, € 9,99 (cartaceo: € 14), ISBN 9788833936970) si distingue perché in realtà tratta soprattutto del periodo precedente al referendum, dal 25 luglio 1943 alla fine della guerra. È vero che ai miei tempi la storia al liceo si fermava alla fine della prima guerra mondiale: però non sapevo che l’armistizio dell’8 settembre viene chiamato “breve” perché in realtà non dettava ancora le condizioni, che furono poi scritte nell’armistizio “lungo” e rimasero segrete fino alla fine del 1945: venivano mostrate ai ministri sotto obbligo di segretezza. Non sapevo neppure che gli inglesi erano filomonarchici perché speravano di avere un’Italia debole e quindi mantenere il controllo del Mediterraneo; in compenso i russi che erano stati tagliati fuori dall’Italia riuscirono a entrare di nuovo in gioco per mezzo di Togliatti. Il compagno Ercoli, con il suo appoggio al referendum, permise ai comunisti di essere l’ago della bilancia, contrapponendosi già allora ai socialisti. La parte riuscita meno bene del libro, tra l’altro pieno di note, è quella sul referendum vero e proprio; tra l’altro almeno nell’ebook le tabelle con i risultati sono errate. Ma in ogni caso il testo è validissimo per scoprire questa pagina di storia contemporanea.
Ultimo aggiornamento: 2021-09-16 22:10
Le note in un ebook sono con collegamenti? Mai letto uno, ma mi auguro di sí perché con quelli con centinaia di note in fondo al libro sarebbe l’unico modo per convincermi a provarli, per evitare la perdita di tempo della caccia al tesoro. Ancora mi ricordo le interessanti note di Spaemann disseminate in fondo ai suoi libri ma anche la rottura di cercarle.
Cosa intendi per “con collegamenti”? La maggior parte delle note indicano fonti cartacee. I pochi siti hanno il link per arrivarci.
Se invece intendi “clicco sul numero di nota e la leggo”, quello è standard negli ebook appena decenti.
“Appena decenti” being the operative words, perché ho perso il conto degli eBook (anche di editori blasonati) in cui i numeretti delle note, pur sottolineati come collegamenti, non vanno da nessuna parte
Non ho mica detto che anche solo la maggior parte degli ebook sia appena decente, infatti :-)
(Quelli che assemblo io hanno anche un link di ritorno al testo per sicurezza… ma appunto li assemblo io)
Sì, intendevo questo.
Però inquietante sia questo, sia che:
che lascia intendere non solo che pochi ebook hanno un collegamento tra testo e nota, ma che se lo hanno poi devi tornarci a manina sul testo, perché il collegamento di ritorno non è previsto. Come pensano di riuscire a far decollare i libri elettronici, se laddove possono migliorare l’esperienza di un libro cartaceo falliscono miseramente?
Di per sé basta cliccare sul tasto back e si ritorna al punto di partenza. Io però preferisco fare le cose per bene.
In generale, trasformare un testo in ebook richiede parecchi accorgimenti: per esempio, se c’è scritto “come indicato a pagina 42” l’ebook dovrebbe avere un rimando ipertestuale a quella pagina. (Poi possiamo discutere se cambiare anche il testo dell’ebook per non far vedere un link a una pagina fisica). Ma questo significa che (a) chi scrive il manoscritto lo pensa già nei due formati oppure (b) che chi lo converte non si limiti a farlo passare da uno strumento automatico. Sono costi.
Scusami, non ho inteso la differenza allora.
Quale altro accorgimento prendi oltre al tasto di ritorno?
Questo sarebbe un di più gravoso, perché ad esempio un libro come quelli della trilogia cristologica di Vittorio Messori sono un continuo “come tratterò in seguito”, “cosa che approfondiremo oltre”: impensabile mettere collegamenti a tutti questi rimandi generici che però hanno una collocazione precisa nei capitoli successivi delle sue opere.
C’è persino chi potrebbe essere infastidito da un collegamento camuffato da testo normale, quindi fossi io l’editore eviterei, qualora avessi voglia di investire in quel lavoro aggiuntivo.
E sarebbe pure ora, visto che comunque lo sta scrivendo sicuramente con un programma di videoscrittura e non con una macchina da scrivere o a mano.
Tu lo passi prima in uno di codesti strumenti e poi rifinisci a mano o fai tutto da amanuense?
La mia forma mentis mi fa pensare a LaTeX dove mentre scrivevi potevi inserire un comando per creare la ToC.
Sì, per queste cose LaTeX è comodo davvero, peccato che poi che per tante altre sia un problema continuo: cioè per collocare qualcosa esattamente dove vuoi con QuarkXPress impieghi assai meno che con LaTex (non fosse altro che per il tempo della ricerca del codice desiderato nei siti specialistici).
(c) Tipicamente converto il testo elettronico in xhtml, lo do in pasto a Sigil e lo rimetto in sesto da lì.
Giusto, l’avevi scritto già altre volte nel blog!
(a) io metto un ipercollegamento esplicito al punto di partenza.
(b) Ma anche in un libro cartaceo scrivere “come ho già scritto” oppure “su questo ritorneremo più avanti” non dà nessuna informazione, quindi non è necessario (né possibile) che l’ebook abbia un rimando esplicito. Io penso più a cose tipo gli indici analitici. La mia forma mentis mi fa pensare a LaTeX dove mentre scrivevi potevi inserire un comando per creare la ToC.
(c) Tipicamente converto il testo elettronico in xhtml, lo do in pasto a Sigil e lo rimetto in sesto da lì.