Quest’ultima fatica di Joseph Mazur (Joseph Mazur, Travolti dal caso [Fluke], il Saggiatore 2017 [2016], pag. 238, € 22, ISBN 9788842823674, trad. Elisa Faravelli, link Amazon) mi è piaciuta molto più del precedente suo lavoro che avevo letto. La parte più matematica racconta un po’ di storia su come è nata la teoria della probabilità, comprese alcune notizie che non conoscevo; ma la parte principale del testo consiste nel raccontare dieci coincidenze, o se preferite colpi di fortuna (i “fluke” del titolo originale) e valutare spannometricamente la probabilità che accadessero, o meglio a quale quota sarebbero date da un bookmaker. Dopo aver discusso quali sono effettivamente le condizioni al contorno per definire casuali certi avvenimenti, il libro termina infine con alcune considerazioni più filosofiche su quanto siamo noi a cercare inconsciamente quei pattern che poi chiamiamo coincidenze. L’idea che mi sono fatto è che l’argomento stia davvero a cuore a Mazur: lo si vede bene in come ha scritto il testo. Purtroppo ci sono un paio di punti nella traduzione di Elisa Faravelli che rovinano la lettura (e ad ogni modo nelle scommesse si parla di quote, non di quotazioni. I dizionari possono anche riportarlo come sinonimo, ma tutte le volte che vedevo scritto “quotazione” mi faceva l’effetto di un gessetto che strideva sulla lavagna)
Quando si dice coincidenza! Ho appena finito Storia dei simboli matematici, primo libro di Mazur che ho letto, e che ho molto apprezzato (tranne gli ultimi due capitoli dove filosofeggia sul concetto di simbolo…).
Sono indeciso su questo Fluke… Da un lato l’argomento mi interessa e mi piace come scrive l’autore, dall’altro ho anche letto da poco ‘il caso non esiste’ di David J. Hand…
Non è che rischio di ritrovarmi gli stessi argomenti?
guarda, secondo me tutti i libri sul caso devono per forza essere un po’ filosofici, e quindi è improbabile che ci troverai proprio gli stessi argomenti.
(Nanetto. Il mese scorso Mazur è venuto a presentare il libro a Milano alla Feltrinelli Duomo, e sono andato a vederlo. Prima dell’incontro ho scambiato due chiacchiere con lui, e gli ho anche detto “anch’io scrivo libri di matematica, anche se la mia è più pop maths”, al che lui risponde “davvero? ce ne sono anche qui in libreria? Non parlo italiano, ma riesco comunque a leggerlo”. C’era una copia i Matematica in pausa caffè, e se l’è comprata :-) )