quelle volte che

Non entro nel merito della questione “ma tutte queste star e starlette non potevano dirlo prima, di essere state toccate/molestate/stuprate da Weinstein”? Non essendo mai – per fortuna – stato oggetto di atti di questo tipo, non ho idea di cosa avrei potuto e/o voluto fare.

Una cosa però la voglio dire. Una volta che altre hanno preso il coraggio a quattro mani e deciso di rendere noto a tutti il comportamento del produttore, invece che accodarsi al carro dei lapidatori trovo molto più serio stare zitti con i giornalisti e andare in questura a denunciare cosa accadde loro. Né si fa una figura così bella nel lanciare sassi e nascondere la mano… pardon, non indicare chi altri ha compiuto certe azioni. Non stai facendo un favore alle altre donne, a cui non può importare di meno di sapere che anche chi è famoso ha avuto lo stesso tipo di “attenzioni”, ma ti fai solo pubblicità.

Ultimo aggiornamento: 2017-10-16 15:48

16 pensieri su “quelle volte che

  1. Bubbo Bubboni

    “andare in questura a denunciare cosa accadde loro”

    Mah, forse in questura hanno un’apposito archivio per le denunce di “bici rubate” e per le “molestie impossibili da dimostrare in giudizio, avvenute oltre i termini di prescrizione da parte di residenti all’estero straricchi e soggette a immediata contro-denuncia per calunnia”.

    In questi casi credo che sia più importante il controllo sociale, quello che rende noto alle aspiranti attricette che non tutti i produttori momentaneamente privi di calzoni sono interessati esclusivamente alle loro doti artistiche e che permette alle donne di denunciare senza vergogna ed ottenendo una qualche considerazione.

    Ma davvero sapere che una tale attrice fu molestata o violentata è una buona pubblicità che porta soldi e fama? Se lo fosse sarebbe ora di integrare l’avviso sugli animali maltrattati durante le riprese includendo anche le attirici…

    1. .mau. Autore articolo

      Sapere che in genere X è stata molestata probabilmente no. Mettere dati per identificare persone e poi dire che però i nomi non li ha fatti (dovrei recuperare il tweet in questione) è un po’ diverso.
      Ovvio che nessuno nega che quei fatti siano avvenuti; esprimerli in quel modo non porta vantaggi a nessun’altra persona.

      1. Bubbo Bubboni

        Se nessuno ha denunciato per calunnia mi sa che i nomi non erano poi troppo evidenti.
        Non so però se non c’è comunque un minimo di beneficio sociale. Forse altre vittime “comuni” potrebbero pensare che: “se lo ha detto X allora anche io posso provare a denunciare”. Effettivamente si tratta di vedere che fine fa X, se le persone coinvolte verranno tritate o stimate, se avevano già un’immagine positiva o negativa, ecc.

        1. .mau. Autore articolo

          Se anche solo un’altra vittima “comune” può usare quel coming out come stimolo e aiuto per sé, allora la cosa sarebbe sicuramente utile. A questo punto però – visto che i nomi comunque non servirebbero a nulla, i fatti purtroppo sono prescritti – io penso che sarebbe stato più opportuno raccontare cosa è successo senza mettere indizi “ti riconosco/non ti riconosco” (il tweet di cui dicevo prima è https://twitter.com/AsiaArgento/status/919911087713157121 )

          BW, la mia conoscenza del cinema è talmente minima da non avere idea di chi siano i due, e non mi metto certo a fare ricerche.

  2. mestesso

    Basta che guardi l’effetto: il reo è stato estromesso dalla commisione degli Oscar, per lui un grosso colpo senza dubbio. Con la denuncia ci si puliva il bicchiere di champagne.

    Poi naturalmente stava sulle croste a tanta gente e la scelta del timing, come sliding doors, è determinante. Con la denuncia arrichisci solo gli avvocati.

    Detto in termini semplici: il mondo dello spettacolo è assai ingiusto e più simile al cartello di Escobar che ad una roba civile, ma ogni tanto fa giustizia in maniera molto più efficace che la Giustizia.
    Nel mondo reale, guarda a cosa succede alle molestie in ufficio: quante denunciano? Se puoi, te ne vai, se no subisci, più o meno come nel mondo dello spettacolo, solo che il ritorno è molto, molto meno per la segretaria.

    La serietà c’entra un cazzo: una impiegata se denuncia va sul marciapiede, l’attrice lavora molto meno o nulla del tutto. Sempre ricatto è. Quanto siamo disposti a perdere? Quanto possiamo perdere? Questa è la vera domanda. Il mondo del lavoro di oggi è sempre più simile alla prostituzione, cambia solo il compenso finale.

    1. .mau. Autore articolo

      non mi pare che il reo sia stato estromesso dalla commissione degli Oscar e dalla sua azienda di produzione (anche) per quanto detto dall’attrice nostrana; né mi pare che le due persone “non” citate da costei abbiano avuto una qualsivoglia reprimenda. Posso al più dedurne che l’Italia non sono gli Stati Uniti.

      1. mestesso

        Per quale ragione è stato estromesso? Io avevo letto per quello. A cosa ti riferisci?

        Gli USA sono ipocriti come tutti gli altri, ma molto, molto più bacchettoni. Gli scandali sessuali non vengono mai perdonati, almeno negli ultimi decenni.

        1. .mau. Autore articolo

          È stato estromesso per quello, ma grazie alle denunce delle attrici americane.

  3. Chiara Zavattoni

    Il tuo è un commento tipico da vecchio maschilista di matrice cattolica, e anche abbastanza pigro.

      1. Lele

        Il tuo è un commento tipico di matrice cattolica, ;-)

        p.s. Maschilista non è il contrario di femminista.

        p.p.s. Potremmo chiederci cosa avrebbe dovuto scrivere se fosse stato alacre. ;-)

        p.p.p.s. A parte gli scherzi, anche a me, un po’ forse come a Chiara Zavattoni, il commento di .mau. è parso insolitamente superficiale. Non c’è senso ad andare in questura dopo vent’anni. Ma mi sembra strano che .mau. non noti in questo cancan mediatico con successive ricadute social un fenomeno (seppure – suppongo e temo – passeggero) culturalmente rilevante nell’ottica della presa di coscienza collettiva sulla violenza di genere, che non riguarda solo “chi è famoso”, anzi.

        1. .mau. Autore articolo

          @lele: sono due punti diversi. La presa di coscienza collettiva c’è indubbiamente stata anche in Italia. Non so se e quanto durerà, ma è già un risultato. Il mio punto è che per come la vedo io il modo scelto dalla signora Argento (qui le ultime sue affermazioni) non serve a nulla per la presa di coscienza collettiva. Paradossalmente sarebbe servita di più se non avesse aggiunto quelle informazioni “voglio far capire chi è ma non lo dico esplicitamente così non mi può querelare” (il lanciare il sasso e nascondere la mano). Sono servite alla signora Argento per buttare finalmente fuori quello che non ha mai potuto dire prima? Bene per lei. Ma è appunto una cosa per lei, non per gli altri.

          1. Lele

            @ .mau.
            Scusa, io forse sono poco informato sulla vicenda.
            Ma quando dici che Asia Argento vuole far capire chi è senza dirlo, ti riferisci a quando scrive “un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte”?
            Nel senso: ti sembra che in questo ci siano gli elementi da cui dedurre il nome del regista/attore?

            – – –
            Psicanalisi da strapazzo (non richiesta):
            rischio di passare per indelicato, ma noto che due volte, nel precedente commento, chiami la protagonista di questa storia la signora Argento.
            A me dà la sensazione non tanto di maggiore rispetto, quanto di una scarsa empatia.

          2. .mau. Autore articolo

            beh, se c’è stato un suo tweet dove ha esplicitato che lei non ha fatto nomi e chi li fa si prenderà tutte le responsabilità (il tweet che mi ha portato a scrivere questo posto) qualcosa vorrà ben dire.

            Per il resto sì. Per la gestione di quelle brutte storie non riesco a provare empatia. (Per le storie sì. Essere famosa o no è irrilevante nel contesto, e non sono della scuola “poteva non fare l’attrice, se proprio non voleva finire in queste situazioni”. Un pensiero di questo tipo è raccapricciante)

        2. un cattolico

          Quanto il tuo è un commento tipico di matrice atea,

          P.S.: E chi l’avrebbe scritto che maschilista è il contrario di femminista? Ateo è forse il contrario di cattolico? Quindi musulmano sarebbe il contrario di cosa?

          1. Lele

            @ un cattolico

            Pensavo fosse chiaro che la prima frase era una battuta. Tu ti chiami “un cattolico”, come può un tuo commento non essere di matrice cattolica?
            C’era anche il faccino che strizza l’occhio, questo -> ;-)

            Riguardo al p.s. ti chiedo, allora: che senso ha che, a una persona che scrive “maschilista di matrice cattolica”, tu rispondi “femminista di matrice atea”? Mi è sembrato che volessi sottolineare una contrapposizione con il tuo intervento che, in quanto provocatorio, non meritava risposta.

            Sarebbe stato lo stesso se avessi risposto – che so – “federalista di matrice culinaria” oppure “fatalista di matrice napoletana” o “leninista di matrice dogmatica”?

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