Leggo da Gilberto Bonaga che al liceo statale Morgagni di Forlì il dirigente scolastico ha inviato una circolare nella quale «Si comunica che lo scrittore Roberto Saviano sarà a Forlì il 15 marzo 2017» e fin qua nulla di particolare; peccato che «L’adesione all’iniziativa deve riguardare l’intera classe con l’acquisto da parte degli studenti del romanzo al costo di 16 Euro.» Avete letto bene: tutti gli studenti di quarta e quinta devono pagare la marchetta e accattarsi il libro: solo allora «l’ ufficio stampa di Saviano contatterà l’amministrazione comunale per reperire gli spazi idonei.»
Ora, nel mio piccolo mi è capitato di presentare i miei libri, e mi è capitato di farlo anche a una platea di studenti. Se ero fuori Milano, mi hanno rimborsato le spese di viaggio; a volte, soprattutto se a organizzare, c’era la possibilità di acquistare i miei libri prima o dopo la presentazione. Siamo onesti: è tutto marketing. (Occhei, quando la presentazione me la organizzavo da solo i libri da comprare non c’erano. Sono troppo pigro per cercare una libreria che mi procuri le copie in conto visione, e vi garantisco che il mio guadagno per copia venduta è talmente basso che non ne vale la pena. Se qualcuno è interessato, se li acquista poi con calma; se non è interessato, non l’avrò sulla coscienza). Ma io mi sarei rifiutato di acquistare un libro, chiunque fosse a presentarlo. I libri li compro quando mi interessano; e non credo che La paranza dei bambini sia usato come libro di testo, anche perché è un po’ troppo tardi per le deliberazioni. Ovviamente tutto questo è indipendente dalla qualità del libro di Saviano, anche per l’ottima ragione che non ho mai letto nulla di lui e quindi non potrei dare giudizi. Ma se il concetto di “cultura” di un istituto scolastico è quello di costringere gli studenti ad acquistare un libro di un qualsivoglia personaggio famoso, foss’anche stata la buonanima di Tullio De Mauro, io non ci sto. Che poi mi è inopinatamente capitato di passare alla Feltrinelli Duomo qui a Milano il giorno in cui Saviano ha presentato questo libro: il serpentone di coda per farselo autografare non finiva più, il che mostra come anche senza questi obblighi coatti sarebbero stati comunque in tanti a comprarlo comunque, e avrebbe fatto una figura molto migliore.
P.S.: l’immagine della circolare è quella del file che mi sono scaricato io ieri sera dal sito della scuola. Sapete, vivendo in tempi di post-verità preferisco sincerarmi in prima persona delle cose.
Parli del Gibbo?
Com’è piccolo il mondo!
Propendo per uno scivolone nella prosa del comunicato da parte del dirigente scolastico. Il che rappresenta comunque un momento di profonda tristezza.
Umm, come sospettavo oramai è noto che la cosa è ben diversa.
Capisco l’equivoco, ci sono tertulias dove si richiede di aver già letto il libro e, se non è la prima, nelle comunicazioni successive si indica solo come procurarselo senza raccontare perché.
Mi sa che più che la post-verità o il sacro link autentico il problema è che il senso storico viene rimosso. Nel pappone che ne risulta la trecentesima circolare su un certo tema diventa l’unica e una vita diventa la promozione del primo libro o dell’ultimo come se nel frattempo non ci fosse nulla o nessun cambiamento. E il tutto proprio quando si parla di un tema, la mafia, che senza senso storico non si capisce per nulla, anzi si fraintende alla grande.
Ma le altre 298 circolari presumo parlassero di tutt’altro, come sempre capita in una burocrazia!
Pare che sia tempo che fanno questi incontri con gli autori in cui i ragazzi devono aver già letto il libro indicato. Immagino che avranno già visto delle altre circolari che presentavano l’opportunità le cui regole erano pertanto note.
Per me se non c’è da mangiare non incontro nessun autore, ma non è così strano che una scuola usi criteri diversi forse per raggiungere altre finalità e che qundi preveda che i ragazzi leggano (tra l’altro senza nessun bisogno di acquistare d’impulso) un libro come premessa all’incontro.
Del resto anche io mi prepraro: quando incontro un autore faccio ben attenzione a non strafogarmi preventivamente!
Quello che mi chiedo è quando i ragazzi, o degli universitari, incontrano dei militari o dei gerarchi in eventi organizzati dalle scuole che preparazione è prevista dalle apposite circolari? Cosa viene venduto e reclamizzato? Peccato che oramai quegli incontri siano diventati così frequenti che nessuno si pone più il problema, altro che il nemico della settimana Saviano!
per i militari potrei chiedere a un mio amico che giusto oggi compie gli anni :-
In generale, partiamo dal presupposto che sia vero quanto scritto da Saviano (che lui chiede semplicemente che i ragazzi arrivino già imparati, e scusate per il meridionalismo). Evidentemente allora c’è qualcosa che non è funzionato nel telegrafo senza fili autore – ufficio stampa – dirigenza scolastica. La domanda diventa allora “chi è che ha deciso che bisogna comprare il libro perché altrimenti niente autore?” Poi c’è sempre la domanda secondaria “perché tutti gli studenti devono andare a sentire X? Poi i prof li interrogano?”
Ci sarebbe anche la domanda terziaria’, che è in un certo senso la tua: perché bisogna arrivare avendo letto il libro? Perché è l’unico modo per costringere gli studenti a leggere qualcosa? Di nuovo nel mio piccolo quando faccio le presentazioni cerco di mostrare che la matematica può essere vista in modo diverso da quello che c’è a scuola (e poi lascio a disposizione le slide per chi le vuole :-) ), mica devo farmi interrogare su quello che ho scritto!
Capisco l’epoca dell’indivualismo ma il fatto che una classe faccia delle attività comuni (= es. tutti hanno lo stesso libro di testo o sono interrogati sugli stessi argomenti) non mi pare tanto strano o nuovo.
Come non è strano che per usufruire di alcune attività nel modo previsto sia necessaria una specifica preparazione (es. imparare la canzone per onorare il gerarca in visita o leggere un determinato libro prima di incontrare l’autore o vedere uno spettacolo a teatro o visitare un museo).
Gli autori non intervengono solo nelle scuole e gli studenti non leggono solo i libri ad uso scolastico, altrimenti io non mangerei mai alle presentazioni e non leggerei mai libri in lingue diverse dal francese… (e farei meglio…) o non andrei a una tertulia se ho appena letto il libro di cui si parla anche se poi si mangia. Impensabile!
Quanto a chi ha deciso che gli studenti devono incontrare i militari questo è scritto sull’apposito sito ed è appositamente finanziato dagli allegri contribuenti, ma con quale preparazione per usufuire al meglio dell’incontro non mi è del tutto chiaro.
certo, una classe fa attività comuni tanto che esistono i libri di testo. Quindi l’incontro con Saviano farebbe parte del programma di studio?
Non so se quell’incontro fa parte del programma di studio per qualche classe o per tutte o dell’offerta formativa in generale o se è un semplice avviso in bacheca.
Ma non capita lo stesso con uno spettacolo teatrale, una mostra, un incontro con l’astronauta o con i militari? A seconda delle scelte della scuola e/o dell’insegnante e/o del ministero possono essere attività di vario tipo magari per una classe e non per le altre.
Per me chi si sta formando a maneggiare cultura (…nella teoria) fa bene a “sperimentare” vari tipi di strumenti di estensione del pensiero. L’incontro con l’autore di un testo (di persona, per scritto o con qualsiasi altro mezzo) è una pratica importante, tra le altre. Poi ci sarà chi vede gli autori nelle conferenze, chi mantiene una corrispondenza o chi li tratta come “star” ma un libro è sempre un dialogo dell’autore. Qualche volta bidirezionale.
Ma vorrei proprio capire cosa c’è di insolito in tutto questo. Ma che dovrebbe fare una scuola? Solo far giocare i bambini tra un programma televisivo e l’altro mentre i genitori sono al lavoro?
mi pare che tu continui a confondere due piani diversi. Primo Levi, se non sbaglio, amava andare nelle scuole per portare la sua testimonianza, ma non richiedeva che gli studenti avessero letto – non dico nemmeno acquistato – Se questo è un uomo o La tregua. Ed è vero che le classi possono andare a visitare una mostra oppure a vedere un’opera teatrale (non vanno al cinema, però: in quel caso si fa una proiezione interna). Qui si stava facendo un mischione.
Ahh, adesso ho (forse) capito!
Tu pensi che sia l’avido autore stesso ad aver chiesto/imposto che gli studenti lo incontrino se e solo se hanno letto il suo ultimo libro! Ahh! Non capivo il capo d’accusa (avidità) dati gli ovvi effetti benefici sulla qualità dell’incontro!
Beh, pare che l’autore della circolare (=agli incontri si partecipa dopo aver letto il libro, penso per finalità didattiche e culturali non riportate nella circolare) e l’autore del libro (=non mi interessa se avete letto il libro, se lo avete comprato o fotocopiato o preso a prestito da un amico o in biblioteca) dicano che non è così.
no, io penso che o è stato l’ufficio stampa di Saviano a chiederlo, oppure l’autore della circolare è più realista del re, e non riesce a immaginare che si possa aver letto il libro senza averlo comprato, ed è anche andato a verificare quanto costa perché la circolare deve indicarlo.
Ma le risposte dei due le ho lette solo io? Mi sono sembrate ragionevoli e adatte a spiegare quello che una circolare (preceduta da n altre e non particolarmente accurata) non si preoccupa di specificare.
@un cattolico: Ma tu che sei esperto di peccati capitali :-)) da quando “avido” e “di successo” sono sinonimi?
Inoltre, usando solo la logica e senza impelagarmi in quello che è successo negli ultimi 30 anni nelle scuole europee e di cui alcuni aspetti non sembrano essere noti a tutti…, direi che l’attività non è sicuramente obbligatoria dato anche la sintetica circolare prevede il caso che non si partecipi senza lasciar ipotizzare che il reo sia espulso a vita da tutte le scuole.
Chiudo qui, ma non sarebbe meglio criticare ben bene delle cretinate solenni come “l’alternanza scuola-lavoro” anziché una circolare sorteggiata tra mille che cita uno dei nemici della settimana? Eppure di fronte a simili disastri non trovo riflessioni ma solo i soliti tentativi di attenuare i danni di nascosto, senza denunciare pubblicamente la stupidità delle regole. Forse anche perché i “vecchi” non hanno la propria esperienza da bambini da usare come metro di valutazione…
@ Bubbo:
Ti sei perso questa mia risposta:
http://xmau.com/wp/notiziole/2017/01/16/saviano-peggio-delle-pentole/#comment-41512
Non ho mai inteso dire che avido e popolare siano sinonimi. Ma che Saviano ha certamente entrambè queste caratteristiche.
Quanto alla presunta non obbligatorietà della partecipazione, resta un’ipotesi che cozza con quella circolare. Speriamo sia stata scritta di fretta e male, come ipotizzi.
@ Bubbo Bubboni:
«Capisco l’epoca dell’indivualismo ma il fatto che una classe faccia delle attività comuni (= es. tutti hanno lo stesso libro di testo o sono interrogati sugli stessi argomenti) non mi pare tanto strano o nuovo.»
«Non so se quell’incontro fa parte del programma di studio per qualche classe o per tutte o dell’offerta formativa in generale o se è un semplice avviso in bacheca.»
Però che un’attività extracurricolare (Saviano non è in nessun programma ministeriale… se lo si vuole far entrare forzatamente [tanto poi chi richiamerà mai quell’insegnante?], poi non ci si lamenti se c’è chi vorrà farci rientrare figuri ancora più tristi di Saviano…) sia obbligatoria è strano (sebbene non nuovo).
Tutte le mostre, gli spettacoli teatrali e tutti gli incontri con scienziati a cui ho assistito da studente liceale erano perfettamente integrati ai programmi ministeriali, sebbene extracurricolari e dunque non obbligatori.
Fosse stato organizzato un incontro con Saviano, con tanto di obbligo di acquisto del suo libro, non sarei mai andato (tanto in condotta avevo comunque poco).
P.S.: Per dimostrare che Saviano sia di un’avidità impensabile credo non ci voglia un suo detrattore… Quando ho chiesto a mio cugino, dipendente di una libreria romana, cosa avessero venduto per Natale, la risposta è stata lapidaria, unica e sconsolata (nonostante questo cugino sia mooooolto rosso): Saviano…
Che Saviano abbia venduto un casino è indipendente dalla sua avidità o meno, però.
Ovvio, le due frasi erano scorrelate: avrei dovuto mettere uno spazio per renderlo più chiaro, scusate.
@Bubboni: ho solo visto la risposta di Saviano.