Ho provato a usare la PEC

Sto cercando di ottenere informazioni ufficiali dal Dirigente Scolastico della scuola di Cecilia e Jacopo. Considerando che sei mesi fa ho pagato ben cinque euro più IVA (anzi il doppio perché l’ho fatto per due anni) una casella di PEC con Aruba, ho pensato bene di poterla usare per accelerare i tempi.
Mi connetto, copio l’indirizzo PEC da una delle circolari della scuola, scrivo la mia bella letterina, spedisco. Mi ritorna un messaggio di errore:

Il giorno 18/10/2016 alle ore 09:26:49 (+0200) nel messaggio
“Elezioni del Consiglio di Istituto – Delucidazioni” destinato all’utente “miic8vh00t@pec.istruzione.it”
è stato rilevato un errore: 5.1.1 – Actalis S.p.A. – Servizio PEC – AR – indirizzo non valido

Occhei, un errore mio nel ricopiare a mano l’indirizzo (dal PDF il copincolla veniva male). Ho aperto il sito della scuola e ho notato come l’indirizzo PEC ivi riportato era in effetti MIIC8CH00T@pec.istruzione.it. Rimando la mia simpatica mail all’indirizzo corretto e mi ritorna un altro messaggio di errore:

Il giorno 18/10/2016 alle ore 09:39:32 (+0200) nel messaggio
“Elezioni consiglio di istituto – delucidazioni” proveniente da “maurizio.codogno@pec.it”
e destinato all’utente “MIIC8CH00T@pec.istruzione.it”
è stato rilevato un errore: 5.2.2 – Actalis S.p.A. – Servizio PEC – AR – casella piena

Secondo voi ci sono gli estremi per non dico una denuncia ma un esposto contro la scuola per l’impossibilità di usare un servizio ufficiale?

P.S. (ma non c’entra con la PEC) A questo punto mi sono detto “vado in segreteria e consegno a mano”. Peccato che gli orari siano 8.45-10 (e ben due pomeriggi la settimana)

Aggiornamento: (15:30) Un secondo invio tentato oggi pomeriggio è stato consegnato. Chi la dura la vince :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-10-18 15:45

15 pensieri su “Ho provato a usare la PEC

  1. S.

    Certamente è una violazione della norma, rimanderei la PEC alla casella della scuola ed in CC a USP, USR e/o ministero e poi inoltri anche l’errore ricevuto dalla scuola.

    Per il Consiglio d’Istituto attento, è una trappola. Io ci sono caduto oltre 15 anni fa e non sono ancora riuscito ad uscirne!

    1. .mau. Autore articolo

      beh, posso starci massimo sette anni :-)
      (abbiamo una situazione piuttosto tragica, sennò non mi ci proverei nemmeno a candidarmi)

  2. mestesso

    La maggioranza delle scuole che conosco non legge le e-mail (PEC o meno).

    Ho forti dubbi sulla pratica efficacia di un esposto.

  3. Enrico

    Ragionando da normale cittadino penserei che le scuole, come tutte le PA italiane, hanno l’obbligo della PEC. Il mio spirito da azzeccagarbugli, rodato da anni di attività autonoma, mi suggerisce però che non è scritto da nessuna parte l’obbligo di avere una PEC attiva E funzionante :-/ e si sa in Italia se non è scritto allora non vale, carta canta, gombloddo!!!11!!1!!, fate girare!!!!!

    Di conseguenza lascerei perdere, se ce l’hanno piena avranno già ricevuto segnalazioni della quali se ne sono bellamente fregati.

    My two cents (ma oggi sono un po’ negativo)

    1. Bubbo Bubboni

      L’obbligo di avere la PEC (funzionante…) per le scuole è scritto nel D.L. 30 marzo 2001, n. 165, art. 1 comma 2.
      La condanna per gli enti che non la la leggono è nel D.L. 7 marzo 2005, n. 82.

          1. .mau. Autore articolo

            nel senso che non avevo trovato i riferimenti puntuali negli articoli che avevi indicato.

          2. Bubbo Bubboni

            D.L. 30 marzo 2001, n. 165, art. 1 comma 2: “Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, blablabla”

            Sulle sanzioni per la P.A. si cita spesso il D.L.vo n. 150/09 che comporta delle conseguenze sotto il profilo del raggiungimento dei risultati per i dirigenti degli uffici preposti ma direi che il papiro del ministero che citavo non lascia spazio alla scuola “pigra” nello smaltire i messaggi.

            Resta il fatto che, in ossequio alla religione neoliberista, lo Stato non si doterà mai di organi di controllo “vivaci”. E quando la PEC sarà usata per delocalizzare la P.A…. sarà dura!

  4. delio

    Ma se tutto il mondo fa a meno della PEC e si affida senza problemi alle e-mail normali ci sarà pure un motivo. O mi sfugge qualcosa?

    1. .mau. Autore articolo

      la PEC è “certificata”, quindi chi ti dà una casella PEC garantisce che la mail è arrivata, cosa che RFC2821 non fa.
      Quello che sfugge è perché ci siamo dovuti inventare uno standard apposito, cosa che in effetti nessun altro ha (esistono standard veri)

      1. DG

        perché c’era da dare da mangiare ad un paio di aziende di “amici”. infatti, le regole per essere gestori di PEC, all’inizio, mancavano giusto di “e la ragione sociale deve essere X S.p.A.” per essere più precise. poi, hanno realizzato che gestire la posta elettronica di una nazione, per X S.p.A. era una una impossibilità tecnica, sicché, da un giorno all’altro c’è stata una “liberalizzazione flash” e più o meno tutti i fornitori di posta elettronica sono diventati ANCHE fornitori di PEC.

      2. un cattolico

        Speravo in un intervento piccato di d’Itri, che è molto sensibile al tema “cojonamento di Stato colla PEC come sistema di consegna certificata”… :(

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