Economia emotiva in pratica

Sabato Anna e io abbiamo portato i bimbi alla prima lezione di nuoto. Mentre loro nuotavano, Anna aveva sete ed è andata a prendere una bottiglia d’acqua alla macchinetta. Poi ritorna e mi dice “hai sessanta centesimi? L’acqua costa 80, c’era scritto che la macchinetta dava il resto ma invece è rimasto lì”. Non era il momento di fare una lezione di economia emotiva, o perlomeno non avevo abbastanza tempo, così dopo un timido inizio le ho dato i sessanta centesimi e si è presa la seconda bottiglietta. Adesso però ho un po’ più di tempo :-)
Innanzitutto, la seconda bottiglietta non ci serviva, tanto che è tornata a casa con noi, e lo sapevamo entrambi. Questo è il punto fondamentale di tutta l’analisi: se l’avessimo bevuta subito il conto era completamente diverso. Mettiamola così: non avevamo problemi a spendere nel “qui ed ora” 80 centesimi per una bottiglietta d’acqua, pur sapendo che a casa ce ne avevamo, e le avevamo pagate 30 centesimi. Questo è normale, perché noi non eravamo a casa :-) Ma la seconda bottiglia l’abbiamo pagata in pratica 60 centesimi (i primi venti erano già stati sprecati, e non ci sarebbero tornati indietro), il tutto per portarcela a casa. Quindi in realtà non abbiamo “ricuperato i venti centesimi” ma ne abbiamo persi altri trenta. Non sarà una tragedia, ma è un classico controesempio al motto “più spendi, meno spendi”…

Ultimo aggiornamento: 2012-09-24 07:00

6 pensieri su “Economia emotiva in pratica

  1. .mau.

    @Marco B Rossi: beh, si poteva anche restare autarchici e leggere Matteo Motterlini, che per l’appunto ha scritto Economia emotiva. Vedere in azione la cosa è stato comunque interessante.

  2. maxxfi

    A me interesserebbe leggere un libro del tipo “La vita quotidiana dei matematici, raccontata dalle loro mogli”. Esiste? ;-)

  3. Barbara

    @maxxfi:
    1) .mau. non è un matematico. E’ un laureato in matematica.
    2) alcuni matematici sono mogli :)

I commenti sono chiusi.