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Viabilità di Peano

La certezza ce l’ho avuta in questi giorni, quando ho scoperto che il modo più veloce per arrivare in bicicletta in ufficio comprende un tratto di cinquanta metri da percorrere contromano. La cosa di per sé non sarebbe così strana, se non fosse che tutto il resto di quella via è sì un senso unico, ma nell’altra direzione: in pratica c’è un isolato in cui è stato invertito il senso di marcia.
La ragione dietro questra stranezza viabilistica immagino sia l’impedire che gli automobilisti taglino per le vie dietro la Centrale per andare da una parte all’altra di Milano, e usino invece gli assi di “scorrimento” a ciò deputati. La cosa non è nuova a chi abbia ad esempio girato per l’Olanda, con la differenza che là in genere la possibilità di andare contromano in bicicletta è esplicitamente prevista, e che non si trova gente che comunque si fa dei giri incredibili pur di passare per quelle vie.
Ma vorrei ricordare il vero precursore di questa tecnica: il professor Franco Giannessi, cui nei primi anni ’80 venne dato l’incarico di ottimizzare la viabilità pisana. Giannessi aveva la cattedra di Teoria e Metodi di Ottimizzazione – ci ho anche dato l’esame – quindi di per sé era sicuramente una persona adatta al lavoro. Pisa d’altra parte è piena di viuzze, e quindi il compito non era affatto semplice. Però la lenta ma inesorabile modifica dei sensi unici mi aveva portato a congetturare che il vero compito di Giannessi fosse quello di creare la migliore approssimazione possibile a una curva di Peano: in pratica, fare in modo che ci fosse un unico percorso che ovviamente avrebbe toccato tutti i punti della città, eliminando le crisi di coppia legate al “te l’avevo detto, che avresti dovuto girare a destra!” al prezzo di un allungamento indefinito del percorso.
Ah, i bei tempi!

Ultimo aggiornamento: 2007-03-30 11:42