A quanto pare qualcuno deve avere spiegato a Franco Turigliatto che il suo non-voto mercoledì scorso è stato ininfluente. Il senatore ci ha messo un po’ di tempo per comprendere le profonde implicazioni della cosa, ma alla fine ci è riuscito. Ha ritirato le sue annunciate dimissioni (tanto non c’era nulla di scritto) e ha comunicato urbi et orbi che voterà un «sì molto critico con la totale libertà d’azione sui singoli provvedimenti».
Dal mio personale punto di vista, non c’è nulla di male se un senatore non si riconosce nel programma di un governo. Però c’è molto di male se mantiene il piede in due scarpe. Onestà vorrebbe che si astenesse (cioè votasse contro, visto il regolamento del Senato) la fiducia, per poi votare volta per volta i singoli provvedimenti che ritiene giusti. Figuriamoci se dalle nostre parti capita così.
Ultimo aggiornamento: 2007-02-27 16:24