Quando leggo “interviste” come quella apparsa ieri su Punto Informatico non so se mettermi a ridere o piangere. Ho scritto interviste tra virgolette perché quella non è un’intervista, ma “un set di domande realizzate prendendo spunto dalle polemiche di questi giorni”, assieme alle relative risposte di Luigi Cecere, “direttore della sezione delle opere letterarie e arti figurative”. Insomma, la SIAE se le canta e se le suona, o meglio in questo caso se le scrive e se le disegna.
La parte più interessante del testo è sicuramente il modo in cui vengono piegati i testi di legge per tirare fuori la “verità SIAE”. Ad esempio, è assolutamente vero che artisti e autori hanno il diritto morale di non vedere associata la propria opera a qualcosa che non accettano (ad esempio, alla pubblicità), ma è anche vero che ad esempio il diritto di parodia è ugualmente accettato. Insomma, nessuno nega il diritto di un autore a chiedere che una sua (riproduzione di) opera venga tolto: basta che specifichi la ragione, e non deleghi a qualcun altro lo “spazziamo via tutto”.
Anche la parte sul “lucro, anche indiretto” è assolutamente da incorniciare. O almeno lo è per me. Questo simpatico blog (ma tutto il mio sito, a dire il vero) non ha nemmeno una riga di pubblicità, per motivi che Luigi Cecere probabilmente non riuscirebbe a comprendere e che quindi non ripeto qua per l’ennesima volta. A questo punto sarei davvero tentato di cominciare ad inserire opere sotto copyright… giusto per vedere il sequel dell’interessantissimo format “Ci ho ragione io”.
E tutto questo andrà avanti fino a che in Parlamento qualcuno non avrà il coraggio di andare contro le lobby e riordinare davvero la legge sul diritto d’autore, ricordandosi che i diritti non sono mai tutti da una sola parte.
(leggi anche DElyMyth)
Ultimo aggiornamento: 2007-02-15 15:25