A quanto pare il politicume italiano ce l’ha fatta anche questa volta. Il gip Clementina Forleo ha fatto retromarcia, e ha detto che sì, le intercettazioni bipartisan – tre Ds, tre forzisti – relative al caso Unipol saranno disponibili agli avvocati, ma questi non potranno farsene delle copie né ufficialmente né ufficiosamente, e avranno tre giorni di tempo per visionarle. D’altra parte, fa notare, quelli sono atti giudiziari di cui è vietata la pubblicazione.
Già mi vedo gli avvocati di una certa età che stanno lanciandosi in una full immersion per ritornare ai bei tempi della scuola quando imparavano a memoria le poesie, e intanto dire ai giovani colleghi “visto, che esercitarsi serviva?”. Ma a parte gli scherzi, la vicenda rende davvero tristi. I parlamentari non sono “persone qualunque”. Li paghiamo (tanto) per fare un certo lavoro che tocca tutti noi, e a questo punto pretendo che siano al di sopra di ogni sospetto. I dati raccolti non hanno rilevanza penale? Meglio. Non mi pare poi che svelino dati sensibili, nel qual caso avrei potuto cambiare la mia idea. E poi, diciamocela tutta: se vengono rese pubbliche tutte le intercettazioni, è impossibile estrapolarne delle frasi che fuori contesto dicono tutt’altro, il che dovrebbe andare solamente a loro favore…
Peccato che invece la ggente si metta a parlare dei gelati alla buvette.
Ultimo aggiornamento: 2007-06-09 17:17