Martedì pomeriggio mi telefona da casa Anna: “Abbiamo il lavandino del bagno otturato. Ho provato con l’Idraulico Liquido, ma non è servito a nulla”. Mio commento: “Ah”. La chiamata prosegue con Anna che mi fa tutto uno spiegone dettagliato di quello che suo padre da Chiavari le ha spiegato che si può fare, svitando un tappo sotto il sifone. Dopo un minuto di parole l’ho stoppata, facendole notare che tanto era inutile dirmi queste cose mentre ero in ufficio (sì, sono bastardo inside).
Martedì sono rientrato a casa tardi, e verso le 22 mi sono accinto all’operazione, non prima di avere sfruttato le mie dita lunghe e sottili e tirato fuori dallo scarico del lavandino una massa di capelli che però non era la causa principe dell’otturamento. Il tappo è esattamente dove doveva stare, cioè appena sotto il sifone: la pinza a pappagallo la cui esistenza tanto preoccupava Anna sapevo perfettamente dove stava – anche se non li uso, ho tutta una collezione di attrezzi da lavoro – e ho iniziato a svitare. Erroraccio. Non appena ha iniziato a gocciolare, il dolore sul mio pollice mi ha fatto ricordare che l’Idraulico Liquido è fondamentalmente un acido molto potente: risultato, un bell’eritema. Ripreso il lavoro dopo essermi fatto infilare in stile E.R. un guanto di lattice, la seconda sorpresa. Ho svitato il tutto, è uscita un po’ di robaccia, ma chiaramente troppo poca: infatti, fatta scorrere giù un po’ d’acqua per pulire il tratto verticale dello scarico e richiuso il tutto, il lavandino era ancora otturato.
La storia ha avuto però un lieto fine: i lavori avevano comunque smosso un po’ di roba, e dopo che ieri Anna ha comprato un altro prodotto sturalavandini (questa volta un gel contenente un misterioso “Agente Salvatubo tiemme”), è tornato tutto miracolosamente a posto. Il mio onore è rimasto un po’ ammaccato ma fondamentalmente salvo.
Ultimo aggiornamento: 2007-02-15 11:24