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Controllori 3

Bisogna dire che luglio è stato un mese in cui ho avuto molti incontri con i controllori! Anche ieri sera, questa volta all’uscita della metropolitana, mi sono trovato il gruppetto di controllori pronti a verificare i biglietti, ormai anche con la macchinetta per leggere il biglietto magnetico.
Però questa volta io ero nei guai: infatti giro ancora con i biglietti cartacei, e la timbratrice del 15 che avevo preso prima della metro aveva segnato come data – in verità sbiadita – le 10:20 del 24 luglio. Come al solito io me n’ero accorto, solo che con gli Eurotram non hai proprio la possibilità di parlare con l’autista, e comunque la risposta sarebbe stata “noi non ci possiamo fare nulla”. Ero già pronto a lanciarmi in un’appassionata difesa, citando il numero della vettura dove avevo timbrato in precedenza (la 7009, per i curiosi), ma non ce n’è stato bisogno: il controllore ha guardato la seconda timbratura e si è accontentato!

Ultimo aggiornamento: 2006-07-27 10:52

ci si contenta di poco

Ieri sera è piovuto (troppo poco, ma almeno è piovuto). In casa verso le 20 faceva un bel freschetto. Guardiamo il termostato per capire di quanto la temperatura fosse scesa: eravamo a 27 gradi.
Vedete che non chiedo poi così tanto, dalla vita?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-27 10:23

raggiungeremo quota 32?

In questo momento la temperatura nel soggiorno di casa nostra è 31.6 gradi, nonostante la camera e il bagno – dove arriva il sole – abbiano le tapparelle abbassate. Anna e io siamo sul terrazzo con il ventilatore acceso. Non ci voglio credere.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-23 16:58

Come zio Paperone!

Stamattina mentre uscivo dalla metropolitana ho adocchiato un centesimo a terra, nel passaggio sotterraneo, e me lo sono preso. Poi sono andato a prendere il caffè alla macchinetta, ho dato un’occhiata sopra la macchina – il vantaggio di essere alti – e ho trovato un secondo centesimo. Allora ringalluzzito ho guardato sopra le altre macchine di bevande varie, e ne ho trovato ancora un terzo.
C’è una carriera davanti a me che mi aspetta.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-17 15:22

Non si può fuggire dal proprio destino

Nella primavera del 2001 lo Cselt, dove lavoravo, diventò TILab. In qualità di rappresentante sindacale, diedi un’occhiata al piano industriale e decisi che non faceva per me; a metà luglio 2001 me ne andai nell’allora Saritel, altra azienda del gruppo Telecom.
In questi cinque anni ho cambiato un certo numero di casacche, sballottato dai flussi delle ristrutturazioni Telecom, e rientrando alla fine nell’azienda madre. Venerdì scorso esce una nuova comunicazione organizzativa: la funzione “Innovation & Engineering” di cui faccio parte viene ad assumere il nome… TILab – Innovation, Engineering, Testing.
Tanta fatica per nulla.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-17 11:10

Un mondo incredibile

Visto che le nostre magliette erano state sequestrate da PosteItaliane, stamattina siamo andati a recuperarle: non al solito ufficio postale ma all’UDR Isola – un nome che sembra tanto un partito post-DC, ma non ci posso fare molto – in via Valtellina.
Ho scoperto un mondo di cui non conoscevo affatto l’esistenza. Ci troviamo dentro lo scalo (ex-scalo?) merci Farini, uno spazio enorme che uno si chiede se la Città della Moda non la potevano fare là invece che rompere le palle nella zona di via Confalonieri. C’è un bar che probabilmente è di tipo dopolavoro, visto che il caffè costa cinquantacinque centesimi. Ci sono camion che entrano – non li abbiamo visti uscire ma sono certo che lo fanno ogni tanto. C’è la sede della Ecolog, società con il logo FS che si suppone sposti su e giù per l’Italia la rumenta; c’è la sede dell’Omnia Express, che sposta le merci che non sono rumenta; c’è un casellario delle Poste, e in fondo in fondo c’è un magazzino di logistica, di quelli dove si entra passando attraverso i fermi in plastica dura. Escono un paio di persone, chiediamo loro dov’è l’UDR, e ci rispondono “qui dentro”. Siamo entrati in questo enorme magazzino di logistica: un’impiegata ci fa segno di andare da lei, consegniamo il foglietto e ci porta nella sottozona giusta del cap 20124, dove tira fuori la bustona con le magliette. Prendo la busta e faccio “devo firmare qualcosa?” La risposta è “no, dia qua”, prende il foglietto e lo strappa.
Comincio a capire perché i pacchi si perdano.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-14 23:42

banche a casa propria

Martedì scorso, più o meno a quest’ora, ho ricevuto sul cellulare una telefonata a cui non ho potuto rispondere. Faccio il numero, e mi sento un messaggio registrato che afferma che il numero non esiste. Stasera mi hanno richiamato; il telefonino era in giro, quindi l’ho preso troppo tardi e non ho potuto parlare.
Ho dato un’occhiata al numero +3903215215 e mi è venuto in mente che potrebbe essere il centralino di una qualche azienda: ho così provato a mettere un paio di 1, il sistema classico per beccare il centralino. Rifaccio il numero modificato, e mi arriva una voce registrata “Pronto BPN: abbiamo cambiato i nostri numeri. Il servizio di banca telefonica è al numero 0321.521616”.
Ma perché mai la Popolare di Novara dovrebbe telefonarmi?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-13 19:52

priorità postale

Dopo sei mesi in cui non siamo mai riusciti a trovarci nello stesso momento nello stesso posto, una certa burocratA di Wikipedia ha pensato bene di spedirmi le due magliette che avevo preso mentre mi associavo per il 2006. Così martedì 4 è andata alla posta del Paesello (in provincia di Milano, non in Botswana) e ha spedito le due magliette via Posta Prioritaria. D’accordo, sappiamo che oggidì la parola “priorità” è utilizzata in senso strettamente matematico (“l’elemento maggiore di un insieme con un solo elemento”). Sabato mi chiede se le magliette sono arrivate, e rispondo di no. Ieri me lo richiede, e rispondo “non ancora”. Poi torno a casa e scopro la presenza del famigerato foglietto paglierino che mi comunica che un “plico voluminoso” proveniente dal Paesello mi sta aspettando all’ufficio postale. Considerando che il foglietto viene spedito il giorno dopo, posso affermare con sicurezza che il “plico voluminoso” ci ha messo sette giorni a fare il percorso dal Paesello a Milano. Ad averlo saputo, sarei andato a prendere le magliette in bicicletta.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-13 09:58