Le notizie estive danno sempre soddisfazioni, e ci si può permettere di cogliere fior da fiore. Tralascio così il tapiro di sale venduto da Vanna Marchi e figlia sul loro “blog”, limitandomi a notare come la parola “sito” ormai sia così datata che nessuno la usa più. Non parlo nemmeno di Paris Hilton che ha annunciato un anno di astinenza sesuale “per ritrovare sé stessa”. Tanto il materiale non manca.
Ad esempio, sia Leggo che City ci fanno sapere che poche ore prima della finale dei mondiali c’è stata una partita di calcio tra ricercatori italiani e francesi della stazione antartica Dome C. La vittoria è arrisa agli italiani, che hanno terminato sull’1-0 i sedici minuti di gioco a 65 gradi sotto zero. A parte la voglia che si può avere a muoversi con quella temperatura, c’è un punto che non mi torna: il 9 luglio in Antartide dobrebbe essere buio tutto il giorno. Quelli là hanno anche messo i riflettori per illuminare il campo da gioco?
Metro non perde l’occasione di renderci edotti che il presidente Napolitano andrà a Firenze per incontrare il presidente austriaco Fischer e prenderà un Eurostar invece che l’aereo presidenziale. Secondo me è già dovuto atterrare a Peretola e ha deciso che il gioco non vale la candela, visto anche che in meno di due ore si arriva comunque.
Nel campo “automobolismo”, a Milano alcuni tassisti hanno fondato un “movimento per la tutela della professionalità del taxista”, le cui uniche informazioni – non chiedetemi come mai – si trovano sul sito dell’Associazione Poliziotti Italiani. Forse il tutto è legato all’altra notizia: i rally clandestini da Calais a Rimini a velocità leggermente superiori ai limiti consentiti. Sembra infatti che uno sfortunato concorrente sia stato fermato quasi all’inizio della corsa, mentre andava a 244 all’ora.
Termino rapidamente con City, che cerca di spiegarci come il nostro “tasso di felicità” sia il migliore tra quello dei paesi del G8 – ma comunque 66° in classifica generale. Ma se non siamo troppo felici, almeno dovremmo essere più seri che in Australia, dove hanno ritirato dalla circolazione un francobollo dedicato al ragno dal dorso rosso, perché l’immagine raffigurata era troppo realistica e avrebbe causato traumi a chi recuperava la posta dalla cassetta delle lettere. Forse il francobollo è tridimensionale?
E dulcis in fundo, in Croazia hanno preso molto sul serio l’etimologia della parola “cravatta” (da hrvat, croato, perché i cavalieri croati del ‘600 la indossavano) e vogliono preparare un nastro che circonderà tutta la nazione, e verrà ufficialmente annodato a Dubrovnik. Buona cravatta a tutti.
Ultimo aggiornamento: 2006-07-13 15:29