Oggi La Stampa ha un articolo su SpaceShipOne, la capsula spaziale che per due volte a distanza di due settimane è riuscita a raggiungere i 100 Km di altezza e quindi si è vinta il premio X Prize, dieci milioni di dollari offerti dal magnate Peter Diamandis. L’articolo è da leggere – per trenta giorni dovrebbe essere disponibile online – perché si scoprono tante cose. Innanzitutto che il finanziatore di SpaceShipOne è nientemeno che Paul Allen, il fondatore di Microsoft che non è Bill Gates. Sì, sono in due. Allen, che è un tipo che probabilmente ha eletto a suo idolo Paperon de’ Paperoni, ha contattato Diamandis un’ora dopo l’atterraggio per reclamare i soldi, anche se non credo stesse per finire in bancarotta dopo avere speso venti milioni per la realizzazione della navetta.
Non manca il tocco patriottico, col pilota Brian Binnie che immagino con le lacrime agli occhi ha proclamato “Grazie a Dio vivo in una nazione come gli Stati Uniti d’America, l’unico luogo della Terra dove si può prendere una bandiera e portarla su nello spazio”. Né occorre dimenticare Richard Branson, il “signor Virgin”, che ha subito pensato alle enormi possibilità di espansione del suo impero mononomastico: a partire dal 2007 venderà i biglietti per lo SpaceShipOne creando la Virgin Galactic, e – udite udite – non solo si potranno scattare fotografie dai grandi oblò ma “ci saranno bevande a bordo”. Non è però specificato se la Virgin Cola sarà o no compresa nel prezzo.
Infine vorrei puntualizare la precisione dei teNNici dell’Agenzia spaziale americana (sì, è la NASA, ma scritta così sembra meglio) che hanno stabilito che l’atmosfera finisce esattamente a 122666,6 metri d’altezza. Mi raccomando i sessanta centimetri. Ho provato a convertire in piedi, ma esce fuori un numeraccio anche peggio. Però gli amanti di Verne possono gioire: sono 220.8 leghe sopra i mari.
Ultimo aggiornamento: 2004-10-05 11:56