Archivi categoria: rec-2004

The Beatles Gregorian Songbook

Il mese scorso ho deciso che il dollaro era sufficientemente deprezzato, e così mi sono messo a comprare un po’ di roba da Amazon. Tre libri di problemi matematici e tre tributi ai Beatles: pensieri pochi ma fissi.
Questo disco (XXI-CD 2 1421, vedi la casa editrice) a un primo ascolto sembra semplicemente un disco di musica gregoriana, quella che per i primi due minuti sembra tanto carina e poi fa venir voglia di sbattere la testa contro al muro. Oh, melomani, non prendetevela con me. Io ho cantato musica gregoriana. Se ci si mette ad ascoltare più attentamente, però, si scopre che la melodia non è sconosciuta: sono appunto brani dei Beatles. Pardon: di tre monaci medievali, Father John, Father Paul e Brother George.
Beh, si può capire come certe canzoni, tipo Tomorrow never knows o Because, si prestino a quest’opera. Ma che ne pensate di Strawberry Fields Forever oppure All you need is love? Funzionano, fidatevi.
Un plauso a Martin Dagenais che dirige il coro Schola Musica e a Michel Laverdière che ha progettato in tutto dal Canada.
Aggiornamento: Per chi è interessato al punto di vista musicale, ho notato che la melodia è generalmente lasciata intatta negli intervalli, anche se ogni tanto vengono aggiunti dei melismi, ma gregorianizzata nella durata delle note che rimane molto più fluida. La parte che ho trovato più divertente è stata il frammento “hang about” all’interno di Strawberry Fields, che ha perso la modulazione perché ovviamente non era concessa nel rigido sistema musicale gregoriano!

Ultimo aggiornamento: 2004-02-05 15:55

_Il grande libro di Carosello_ (libro)

Avete almeno quarant’anni? Non si sa come possiate fare a meno di questo libro (Marco Giusti, Sperling & Kupfer, 1995, 628 pagine, ISBN 8820020807, 28.41€). Sono semplicemente raccolte tutte le serie di Carosello apparse dal 1957 al 1977, quando il programma terminò e la pubblicità non fu più la stessa cosa.
La formula del programma, dove la pubblicità doveva essere relegata negli ultimi secondi (il “codino”) e prima ci doveva essere una scenetta completamente staccata, ha portato a un’arte magari povera, ma sicuramente interessante, con i migliori registi, sceneggiatori e attori che si lanciavano nell’avventura – anche perché di soldi ne arrivavano. Poi magari venivano lesinati nelle scenografie, ma anche questa è l’Italia degli anni ’60: messa su in fretta, per somigliare al resto del mondo, ma in realtà in cartapesta.
Per ogni serie c’è l’elenco di chi ci ha lavorato, un commento, e una minirecensione. Inoltre un po’ di tavole con fotografie e disegni dell’epoca, e una serie di riquadri dove i protagonisti di allora ricordano i bei tempi. Completa l’elenco un doppio indice di prodotti e personaggi per ritrovare i propri ricordi.
Un’opera fondamentale, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2019-04-24 11:05

<em>Let it bOOm</em>

Oggi parlo di un disco, anzi di un progetto musicale, liberamente scaricabile dal sito di musicbOOm. Let it bOOm è un omaggio ai Beatles da parte di vari gruppi musicisti indipendenti italiani.
I puristi lo aborriranno, i completisti saranno già andati a scaricarlo, quindi non parlo per loro. Per gli altri, vorrei segnalare alcune versioni che ho trovato interessanti. And your bird can singha quasi un suono country, con i cori a cappella; She loves you è in una versione che non c’entra praticamente nulla con l’originale; Eleanor Rigby viene suonata davvero sporca; Ob-la-di ob-la-da parte come fosse Let it be, e vira in un delirio assurdo inframmezzato dallo stacchetto del Ballo di Simone; Happiness is a Warm Gun ha echi dal Rocky Horror Picture Show.
Ma se non si contamina un po’, che gusto c’è?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-21 16:35

Alex & Emma (film)

Due film in una settimana sono un record per me. Riuscire ad andare alla prima non mi doveva essere mai capitato. Ieri sono invece stato trascinato a vedere il film di cui sopra. Avviso subito: nulla di inaspettato, nel perfetto stile Hollywood. Insomma, si sa fin dall’inizio dove va a finire e anche più o meno come va avanti: la storia fila più o meno sui binari, ed è perfetta per rilassarsi un po’. Però mi sarebbe piaciuto fosse terminato cinque minuti prima, tanto per cambiare…
Vorrei segnalare la recitazione di Kate Hudson. Almeno, a me è piaciuta.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-17 20:06

Alla ricerca di Nemo (film)

Ecco un esempio di cosa sono i film di animazione oggi: qualcosa che nella migliore delle ipotesi possono essere adatti ai bambini, ma non sono sicuramente fatti per loro. A me la cosa va benissimo, a dire il vero, ma questo non vuol dire molto. Sabato scorso, in un Plinius con uno strato uniforme di popcorn sparso per terra, ci siamo visti il film e siamo rimasti doverosamente stupiti da come ormai la grafica al calcolatore sia diventata favolosa. Il film naturalmente ha una struttura di base prevedibile, ma ci sono delle scene simpatiche: gli Squali Anonimi per me sono stati il massimo…

Ultimo aggiornamento: 2004-01-17 19:54

L’anomalo bicefalo (teatro)

Lo confesso. Non ero mai andato a vedere Dario Fo. Ho sfruttato così al volo l’occasione, e oggi mi sono ammassato con un migliaio di altre persone per vedere l’ultima replica dello spettacolo del Nobel e di Franca Rame.
Ho finalmente capito perché nell’elenco degli spettacoli si diceva che lo spettacolo durava due ore, ma la recensione parlava di tre ore di affabulazione. Fo non è capace di seguire un copione. Parte per la tangente, poi per la tangente della tangente, e non si riesce più a fermare, per la disperazione di sua moglie che viene praticamente annullata dallo strapotere del nostro. Il fatto è che Fo è davvero bravissimo: la Rame ha sbagliato una battuta, uscendo con una parola inesistente (“spuzzolentare”… ora me la sono ricordata), e subito lui ci ha ricamato su per dieci minuti, con esempi di uso da Dante, Petrarca, Molière, Shakespeare (questi in grammelot, ça va sans dire) e la povera Franca che voleva strozzarlo.
Ma quello che mi ha stupito di più è stata la sua energia. Alla fine dello spettacolo, Franca Rame era esausta, probabilmente non sta nemmeno troppo bene. Lui era ancora pieno di energia, ha raccontato della iniziativa che stanno portando avanti (Il Nobel per i disabili)
Ah, il 23 gennaio su Atlantide TV ci dovrebbe essere lo spettacolo.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-11 20:14

_Jacques il fatalista_ (teatro)

Alla fine a vedere Paolo Poli ci siamo andati ieri sera, con altri due amici.
Jacques il fatalista è un romanzo di Diderot, da cui Paolo Poli si è tratto questo pezzo teatrale, ovviamente cucito su di lui. La rappresentazione è stata molto bella, anche se devo dire che personalmente penso che Poli se la tiri un po’ troppo: sa che è bravissimo, ma lo vuole rimarcare tutti i momenti. La compagnia (tutta maschile, di ballerini cantanti) è però affiatata, il che tra l’altro è necessario perché la scenografia è statica e modifica solamente il fondale, ma i costumi sono tantissimi, e vengono cambiati magari in un paio di minuti. Un lavoraccio niente male. Non avendo letto il testo, non so quanto siano state le modifiche: direi però che lo stile di Diderot sembra essersi conservato, pur giocandoci sopra come quando il padrone di Jacques dice “eh, questo finale potrei inviarlo al signor Goldoni per la sua opera”.
Il bis è consistito in un'”Ode al Pitale” recitata da Poli, e una esilarante Cavalcata delle Valchirie che ha fatto sbellicare dalle risa la sala. Il teatro era mezzo vuoto tra l’altro: credo che molti milanesi siano ancora fuori città. La rappresentazione rimane in cartellone fino al 25 gennaio, poi penso girerà l’Italia.
A proposito del teatro, si vede che è vecchiotto. È notizia di questi giorni che la compagnia di stanza al Carcano, con a capo Giulio Bosetti, ha comprato il teatro, con un esborso non indifferente; speriamo che arrida loro il successo!

Ultimo aggiornamento: 2016-03-27 18:45

Pictura ut poesis (mostra)

La mostra, ospitata a Varese al castello di Masnago, era nata come una retrospettiva di Enrico Baj curata dallo stesso artista, che tra l’altro aveva preparato anche le didascalie alle varie sezioni oltre che decidere che sarebbe iniziata il giorno del suo settantanovesimo compleanno. Purtroppo è morto senza poterci assistere: si può però capire che questo è il suo testamento artistico.
La mostra (ingresso 4 euro; dura fino al 15 gennaio ma forse verrà prolungata al 29 febbraio) è davvero interessante, sia per la quantità di opere esposte che per la loro varietà. Tutti i periodi creativi del pittore sono rappresentati, con opere che almeno io trovo molto belle e piacevoli, anche se mostrano come lui fosse abbastanza fuori di testa.
Noticina: forse ci sono più opere in francese che in italiano che hanno avuto illustrazioni di Baj. Un altro artista misconosciuto in patria.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-03 19:31