La fantascienza è tornata a non essere più un genere di moda. Asimov sta rientrando un po’ nel giro giusto perché hanno fatto un film da I, Robot; Heinlein, Clarke, Farmer, Silverberg, Pohl, Niven, Anderson sono introvabili. Ma quello che è peggio è che ho citato tutti nomi che sono diventati famosi tra gli anni ’40 e i ’60. E oggi che cosa si scrive?
Diamo merito alla Shake di avere spostato un po’ più avanti la frontiera cronologica con questa antologia (AA.VV., Strani attrattori, Shake Edizioni 1996 [1989], p.301, 15.49, ISBN 88-86926-18-9) a cura di Rudy Rucker, Peter Lamborn Wilson e Robert Anton Wilson. Tra i numerosi racconti brevi e poesie, è possibile farsi un’idea della scena alla fine degli anni ’80: naturalmente il linguaggio è molto più crudo, e si trova una nota generale di pessimismo che pervade la maggior parte dei racconti. Non ci sono capolavori, ma almeno si può allargare un po’ il campo delle nostre conoscenze SF… in attesa di una Millenium Anthology.
Ultimo aggiornamento: 2004-11-29 16:37