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<em>Let it bOOm</em>

Oggi parlo di un disco, anzi di un progetto musicale, liberamente scaricabile dal sito di musicbOOm. Let it bOOm è un omaggio ai Beatles da parte di vari gruppi musicisti indipendenti italiani.
I puristi lo aborriranno, i completisti saranno già andati a scaricarlo, quindi non parlo per loro. Per gli altri, vorrei segnalare alcune versioni che ho trovato interessanti. And your bird can singha quasi un suono country, con i cori a cappella; She loves you è in una versione che non c’entra praticamente nulla con l’originale; Eleanor Rigby viene suonata davvero sporca; Ob-la-di ob-la-da parte come fosse Let it be, e vira in un delirio assurdo inframmezzato dallo stacchetto del Ballo di Simone; Happiness is a Warm Gun ha echi dal Rocky Horror Picture Show.
Ma se non si contamina un po’, che gusto c’è?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-21 16:35

Alex & Emma (film)

Due film in una settimana sono un record per me. Riuscire ad andare alla prima non mi doveva essere mai capitato. Ieri sono invece stato trascinato a vedere il film di cui sopra. Avviso subito: nulla di inaspettato, nel perfetto stile Hollywood. Insomma, si sa fin dall’inizio dove va a finire e anche più o meno come va avanti: la storia fila più o meno sui binari, ed è perfetta per rilassarsi un po’. Però mi sarebbe piaciuto fosse terminato cinque minuti prima, tanto per cambiare…
Vorrei segnalare la recitazione di Kate Hudson. Almeno, a me è piaciuta.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-17 20:06

Alla ricerca di Nemo (film)

Ecco un esempio di cosa sono i film di animazione oggi: qualcosa che nella migliore delle ipotesi possono essere adatti ai bambini, ma non sono sicuramente fatti per loro. A me la cosa va benissimo, a dire il vero, ma questo non vuol dire molto. Sabato scorso, in un Plinius con uno strato uniforme di popcorn sparso per terra, ci siamo visti il film e siamo rimasti doverosamente stupiti da come ormai la grafica al calcolatore sia diventata favolosa. Il film naturalmente ha una struttura di base prevedibile, ma ci sono delle scene simpatiche: gli Squali Anonimi per me sono stati il massimo…

Ultimo aggiornamento: 2004-01-17 19:54

L’anomalo bicefalo (teatro)

Lo confesso. Non ero mai andato a vedere Dario Fo. Ho sfruttato così al volo l’occasione, e oggi mi sono ammassato con un migliaio di altre persone per vedere l’ultima replica dello spettacolo del Nobel e di Franca Rame.
Ho finalmente capito perché nell’elenco degli spettacoli si diceva che lo spettacolo durava due ore, ma la recensione parlava di tre ore di affabulazione. Fo non è capace di seguire un copione. Parte per la tangente, poi per la tangente della tangente, e non si riesce più a fermare, per la disperazione di sua moglie che viene praticamente annullata dallo strapotere del nostro. Il fatto è che Fo è davvero bravissimo: la Rame ha sbagliato una battuta, uscendo con una parola inesistente (“spuzzolentare”… ora me la sono ricordata), e subito lui ci ha ricamato su per dieci minuti, con esempi di uso da Dante, Petrarca, Molière, Shakespeare (questi in grammelot, ça va sans dire) e la povera Franca che voleva strozzarlo.
Ma quello che mi ha stupito di più è stata la sua energia. Alla fine dello spettacolo, Franca Rame era esausta, probabilmente non sta nemmeno troppo bene. Lui era ancora pieno di energia, ha raccontato della iniziativa che stanno portando avanti (Il Nobel per i disabili)
Ah, il 23 gennaio su Atlantide TV ci dovrebbe essere lo spettacolo.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-11 20:14

_Jacques il fatalista_ (teatro)

Alla fine a vedere Paolo Poli ci siamo andati ieri sera, con altri due amici.
Jacques il fatalista è un romanzo di Diderot, da cui Paolo Poli si è tratto questo pezzo teatrale, ovviamente cucito su di lui. La rappresentazione è stata molto bella, anche se devo dire che personalmente penso che Poli se la tiri un po’ troppo: sa che è bravissimo, ma lo vuole rimarcare tutti i momenti. La compagnia (tutta maschile, di ballerini cantanti) è però affiatata, il che tra l’altro è necessario perché la scenografia è statica e modifica solamente il fondale, ma i costumi sono tantissimi, e vengono cambiati magari in un paio di minuti. Un lavoraccio niente male. Non avendo letto il testo, non so quanto siano state le modifiche: direi però che lo stile di Diderot sembra essersi conservato, pur giocandoci sopra come quando il padrone di Jacques dice “eh, questo finale potrei inviarlo al signor Goldoni per la sua opera”.
Il bis è consistito in un'”Ode al Pitale” recitata da Poli, e una esilarante Cavalcata delle Valchirie che ha fatto sbellicare dalle risa la sala. Il teatro era mezzo vuoto tra l’altro: credo che molti milanesi siano ancora fuori città. La rappresentazione rimane in cartellone fino al 25 gennaio, poi penso girerà l’Italia.
A proposito del teatro, si vede che è vecchiotto. È notizia di questi giorni che la compagnia di stanza al Carcano, con a capo Giulio Bosetti, ha comprato il teatro, con un esborso non indifferente; speriamo che arrida loro il successo!

Ultimo aggiornamento: 2016-03-27 18:45

Pictura ut poesis (mostra)

La mostra, ospitata a Varese al castello di Masnago, era nata come una retrospettiva di Enrico Baj curata dallo stesso artista, che tra l’altro aveva preparato anche le didascalie alle varie sezioni oltre che decidere che sarebbe iniziata il giorno del suo settantanovesimo compleanno. Purtroppo è morto senza poterci assistere: si può però capire che questo è il suo testamento artistico.
La mostra (ingresso 4 euro; dura fino al 15 gennaio ma forse verrà prolungata al 29 febbraio) è davvero interessante, sia per la quantità di opere esposte che per la loro varietà. Tutti i periodi creativi del pittore sono rappresentati, con opere che almeno io trovo molto belle e piacevoli, anche se mostrano come lui fosse abbastanza fuori di testa.
Noticina: forse ci sono più opere in francese che in italiano che hanno avuto illustrazioni di Baj. Un altro artista misconosciuto in patria.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-03 19:31

_Africa_ (mostra)

La mostra, che si terrà fino al 15 febbraio alla GAM di Torino (ingresso 7 euro e mezzo) è davvero stupenda. Divisa in quattro sezioni – che tra l’altro hanno fatto temporaneamente sloggiare la parte dedicata al ventesimo secolo: a mio parere, un vantaggio in più della mostra! – si possono vedere in gran quantità delle opere antiche e moderne di artisti generalmente del centr’Africa. È impressionante vedere la varietà degli stili, che vanno da un verismo che per i soloni europei del 1800 doveva essere per forza copia dei classici greci, a una raffigurazione astratta che è tutto tranne che primitiva. Come sempre io avrei apprezzato qualche spiegazione in più: la localizzazione delle opere era chiara e in alcuni casi veniva spiegata la ragione di certe forme, ma perché zone relativamente vicine hanno sviluppato delle forme di arte così diverse?
Meno interessante a mio parere la sezione sugli avori afroportoghesi: cucchiai e saliere intagliati sicuramente con incredibile bravura, ma che non è che dicessero molto.
Assai meglio l’ultima parte, contenente sia opere moderne di autori africani che opere di europei che si sono ispirati all’arte africana: artisti come Modigliani, Picasso, Matisse giusto per fare qualche nome.
Non abbiamo verificato se con il biglietto si può anche andare a vedere la collezione dell’800: in caso affermativo potrebbe essere interessante andarci a dare un’occhiata, se non ricordo male quanto vidi l’ultima volta che ci andai.

Ultimo aggiornamento: 2018-10-25 14:40