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<em>De Nittis</em>

Dopo Boldini, Anna e io abbiamo pensato fosse doveroso vedere un’altra faccia della pittura italiana “emigrata” della seconda metà dell’800, e siamo così andati a vedere la mostra che la fondazione Mazzotta ha dedicato a Giusepe De Nittis. Anche in questo caso avete ancora poco tempo a disposizione, visto che termina il 19 giugno. Per prima cosa, una nota tecnica. Ci sono biglietti scontati praticamente per tutti, se avessimo portato il nostro abbonamento al Piccolo avremmo potuto pagare 5 euro e mezzo invece che 8; ma la cosa più assurda è che, visto che Lottomatica è uno degli sponsor, se uno aveva una schedina giocata anche solo da due euro poteva risparmiare due euro e mezzo sul biglietto. Mah.
La mostra ha un gran numero di opere, e ha preferito evitare le audioguide mettendo piuttosto una serie di pannelli esplicativi in italiano e inglese che danno ampie spiegazioni sui dipinti e sul background culturale. Alcuni quadri sono molto belli, ma in generale lo stile di De Nittis non è che mi ispiri molto, forse perché è un “falso impressionista” né carne né pesce. Vale comunque la pena di visitare la mostra, se ci si vuole acculturare. Curiosità: l’artista barlettano spesso preferiva non firmare i suoi quadri, chissà perché.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-04 13:35

<em>Boldini</em>

Il nome di Giovanni Boldini non dice magari molto, o almeno non lo diceva a me. Per dare un’idea di chi fosse, è quello che ha fatto il ritratto di Giuseppe Verdi. Insomma, non esattamente l’ultimo arrivato…
Bisogna dire che la mostra a lui dedicata, che si tiene a palazzo Zabarella a Padova (è stata prolungata fino al 12 giugno, avete ancora qualche giorno per andare a vederla) fa vedere molte opere del longevo – morto a 89 anni, e si è sposato che ne aveva 87… artista, ferrarese di nascita, ma parigino di adozione. A giudicare dalle spiegazioni dell’ottima guida in cui ci siamo imbattuti per caso e che è stato molto bravo nel mischiare informazioni e pettegolezzi, Boldini doveva essere una lenza mica male. Piccolo e brutto, ma instancabile amante; prime esperienze pittoriche coi macchiaioli, ma pronto poi a rinnegare tutte le proprie idee stilistiche pur di compiacere l’acquirente dei suoi dipinti, spesso un ricco americano che veniva convinto che il ritratto da lui commissionato era un pezzo unico. Ci credo, non esponeva praticamente mai se non nelle più importanti occasioni, come l’Esposizione Universale parigina del 1889.
Detto questo, bisogna riconoscere che era davvero bravo. Sarà anche stato un manierista, ma certi particolari dei suoi dipinti e il modo in cui uscivano gli sguardi delle persone ritratte sono davvero favolosi.

Ultimo aggiornamento: 2005-05-30 14:15

"il periodico di Milano"

Oggi – ma non so se c’era già lunedì scorso – ho trovato sulle scale della metropolitana news primo piano, settimanale a diffusione gratuita che dovrebbe secondo il suo editoriale avere un occhio su Milano dal punto di vista delle circoscrizioni, oltre a cercare di essere un collante tra gli abitanti e le istituzioni.
Chi vuole può dare un’occhiata al PDF e farsi un’idea da solo. I miei commenti? Innanzitutto può sembrare una quisquilia, ma il font usato per i testi è molto leggibile e non troppo compresso. Ci sta qualche parola in meno, ma la gradevolezza della lettura aumenta davvero. D’altro canto, il testo degli articoli mi ricorda troppo le iniziative “scrivete il giornale in classe”: un taglio poco giornalistico e più da compitino. Inoltre dare spazio alle notizie di circoscrizione è interessante e permette di evitare l’appiattimento verso i soliti poli d’attrazione, ma non credo che una presentazione di questo tipo favorisca lo scambio tra i vari quartieri: così uno butta via a priori due terzi di quanto scritto. Mah: vedremo nei prossimi numeri.

Ultimo aggiornamento: 2005-05-25 15:34

_Everything and more_ (libro)

[copertina]David Forster Wallace non è un matematico, ma un romanziere. Però ha indubbiamente conoscenze matematiche non solo di base, come si può leggere in questo saggio il cui titolo è già di per sé affascinante (David Forster Wallace, Everything and more – a compact history of infinity, W. W. Norton & Company – Great Discoveries 2004, p. 336, $ 14.95, ISBN 0393326292) Sicuramente però è un affabulatore, e lo si vede perfettamente dal testo, che sembra più la trascrizione di una serie di lezioni orali che un manuale vero e proprio. Con la scusa di non risultare ripetitivo, inserisce abbreviazioni a iosa; si lamenta di quelo che scrivono gli altri autori di libri divulgativi sui matematici; ogni tanto spunta un GLOSSARIO DI EMERGENZA per i termini che potrebbero essere più astrusi per i non matematici; continua a inserire digressioni (magari tra parentesi, e magari innestando un’altra parentesi (proprio come sto facendo ora!)) per tornare regolarmente al punto di partenza; si arroga il diritto di definire molti paragrafi IYI (“if you’re interested”, cioè “se ti interessa”) ma poi li trasforma magari in “non proprio IYI, perché questa cosa ti servirà tra trenta pagine”. Bisogna dire che però la lettura risulta avvincente, tranne forse nelle ultime pagine che sembrano quasi un anticlimax, come se Wallace si fosse stufato di raccontare: peccato.

Ultimo aggiornamento: 2017-01-14 12:48

A very short introduction to mathematics (libro)

[copertina]Spiegare la matematica è sempre difficile. In questo caso l’improbo compito è andato a Timothy Gowers, che non è esattamente l’ultimo arrivato avendo vinto una Fields Medal – ed è nato il mio stesso anno! sono quelle cose che ti fanno sentire a disagio – che ha scritto questo libretto (Timothy Gowers, A very short introduction to mathematics, Oxford University Press – Very Short Introductions 2002, p.144, $9.95, ISBN 0192853619) che fa parte di una collana di “introduzioni a tante cose diverse”. Nonostante i caratteri siano minuscoli, non è che ci possa stare molto materiale, e quindi i temi trattati sono quelli soliti di divulgazione della matematica, evitando espressamente frattali e teoria del caos “perché ne parlano già in tanti, e non danno un grande aiuto a comprendere la matematica odierna”: ottima scelta a mio giudizio. In compenso, mi è piaciuto molto il modo in cui Gowers ha esposto il materiale: il concetto di base si può sintetizzare dicendo “le regole matematiche e persino gli enti non hanno nulla di intrinsecamente vero, ma vengono scelti perché risultano più comodi”. Uno dei rari esempi moderni di matematico non platoniano, direi. Non ci avevo mai pensato, dato che il mio approccio alla matematica è generalmente formalista, ma forse ha ragione: uno dei motivi per cui tanta gente afferma di odiare la matematica è perché non sono mai riusciti a capire perché le cose si facciano in un certo modo, immaginando magari chissà quale complotto dei matematici. Sfatare questo mito potrebbe essere pertanto utile, anche se resterà sempre l’altro enorme scoglio: la matematica è un’unica costruzione che continua a crescere sui risultati precedenti, e se non se ne comprende una parte non è possibile sperare di capire le nozioni successive.
Nota: per i non anglofoni c’è anche la versione italiana del libro (Matematica. Un’introduzione, Einaudi, 15 euro), che io non ho preso perché sono parsimonioso e mi sarebbe costata di più…

Ultimo aggiornamento: 2005-05-19 11:45

<em>Harry Potter and the Order of the Phoenix</em>

[copertina]È sempre un problema decidere di scrivere una serie di libri con un protagonista che cresce. Se poi non ci si limita alla classica trilogia, ma si vuole arrivare a farne sette, i problemi aumentano: e Harry Potter non fa eccezione. Nel quinto volume della saga (J.K.Rowling, Harry Potter and the Order of the Phoenix, Bloomsbury 2004, p. 766, Lst 7.99, ISBN 0-7475-6107-9) cominciano a morire personaggi non esattamente secondari, e comincio a pensare che tra due anni avremo una scena simile a quella dell’Amleto dove tutti muoiono. Cosa dire del libro senza rivelare la trama – anche se mi pare una preoccupazione inutile: tutti ormai sanno di che si parla prima ancora che i libri siano pubblicati? L’atmosfera diventa sempre più cupa, non dico da horror ma quasi gotica; Harry crescendo si vede scuotere le poche certezze che aveva senza riuscire ad accettare la verità; la sua vita sentimentale è quella di un perdente – ho avuto un’esperienza pluridecennale che me lo fa capire senza problemi. Il tutto in un testo che è quasi lungo come i primi tre libri messi insieme, il che darà certo piacere a chi si mette a leggerlo, ma mi lascia dei dubbi su cosa riuscirà a fare negli ultimi due volumi della saga. Spero per lei che si sia preparata una scaletta dei nuovi colpi di scena. Il libro si fa leggere bene, nulla da dire, però mi è rimasto l’amaro in bocca. La vita sarà sì triste, ma perché rifletterlo anche nei romanzi?

Ultimo aggiornamento: 2005-05-12 12:25

Fiera del Libro 2005

Avevo annunciato il mio passaggio in quel di Torino per andare alla Fiera del libro, ma poi mi sono dimenticato di postare il mio resoconto. Non che in realtà ci sia molto di diverso dal solito. Gli ex-colleghi Tilab sono una costante degli incontri: già prima di entrare in Lingotto sabato sera mi sono imbattuto in Giovanni Martini e consorte, mentre tra gli stand ho incontrato Roberto Pacifici. Visto che la quota era inferiore al minimo sindacale, sabato mentre pedalavo verso casa ho visto anche Roberto Beretta… inutile, sono il figlio degenere di una grande famiglia.
Nonostante tutti i proclami di grandezza, venerdì sera non mi è sembrato ci fosse tutta quella gente; sabato purtroppo la situazione era molto peggiore, come del resto ci si poteva aspettare. Ma non è colpa mia se l’interregionale da Milano è riuscito ad accumulare venti minuti di ritardo perché si vede che non voleva fare sentire al disagio l’intercity che era rimasto fermo a Milano per non meglio precisato guasto… i miei tempi sono per forza ristretti.
Per quanto riguarda gli stand, come sempre ho saltato a piè pari quelli degli editori noti, per dedicarmi alla caccia di chicche tra i piccoli: il risultato non è stato troppo devastante per il portafoglio, già duramente provato il mese scorso. Un paio di libretti dal Melangolo, una guida musicale da Carocci e un libro fantasy di un mio ex compagno di improvvisazione teatrale, oltre a una maglietta linuxara. Parlando di amici, ho rivisto come sempre con piacere Isa, oltre ai “soliti noti” (nel senso che facevo più in fretta a vederli a Milano…) Zop, DElyMyth e William Nessuno, prima di crollare sfibrato e con le vesciche ai piedi – sbagliato scarpe, lo ammetto.

Ultimo aggiornamento: 2005-05-10 15:31

Blog Generation (libro)

[copertina]Il 2004 è stato tutto un pullulare di libri sui blog, sui blogger e via discorrendo. Continuo a chiedermi da un lato se hanno un certo qual successo, e dall’altro se servono a qualcosa. In fin dei conti è anche vero che chi scrive su un blog tende a leggere più della media, e con le tirature medie italiane basta “leggersi addosso” per ottenere un discreto successo.
Questo agile saggio (Giuseppe Granieri, Blog Generation, Laterza Tascabili, 2005, p. 172, € 10, ISBN 88-420-7564-7) nasce per spiegare il fenomeno da un punto di vista sociologico. Granieri è una figura molto nota nel campo, e il suo punto di vista è che la Rete permetterà una maggiore partecipazione dei cittadini alla “politica”, intesa sia nel senso usuale che in quello etimologico di “scambio di informazioni e conoscenze tra le persone”; il tutto favorito dai sistemi software di aggregazione di quanto noi rendiamo pubblico, che faranno sì che ognuno di noi si costruirà il proprio giornale interattivo.
Il libro è scritto in uno stile che si mantiene quasi sempre scorrevole, senza usare quei paroloni che danno l’aria di voler nascondere la scarsa conoscenza degli argomenti. Chi conosce il “guru” Granieri si potrà piuttosto stupire che non è stata mai usata alcuna faccina: è proprio vero che un sito web e un libro richiedono formalismi diversi. L’unica pecca che ho trovato è il tono a volte troppo trionfalistico, come se i blog fossero la Rivoluzione Totale e Definitiva invece che uno strumento utile ma non certo indispensabile. Forse però la mia è una visione prevenuta: in fin dei conti faccio già parte della Blog Generation.

Ultimo aggiornamento: 2005-05-02 12:21