Archivi categoria: pipponi 2007

Flessibilità e contributi

Il nostro ministro del Welfare (anzi no, del Lavoro e Previdenza sociale… d’altra parte, checché tanti ne pensino, la lingua ufficiale qui da noi è l’italiano) Cesare Damiano è uscito con una proposta sconcertante: portare al 33 per cento i contributi previdenziali dei lavoratori flessibili, «incentivando così indirettamente i contratti a tempo indeterminato».
Giusto per mettere le cose in chiaro: i lavoratori dipendenti pagano già il 33% del loro stipendio in contributi previdenziali: il 9.19% lo si vede direttamente in busta paga, il resto è silenziosamente messo dall’azienda, e fa parte del famigerato “costo del lavoro”. Ora, è molto bello che dopo un anno abbondante un ministro in carica si sia accorto che è molto più conveniente per un’azienda prendersi un precario e pagare meno contributi, piuttosto che assumere qualcuno e pagarne di più. (Ovviamente nel governo prima questo lo sapevano perfettamente, ma questa è un’altra storia). Però mi stupisce che Damiano sia riuscito a fare 33 ma non 34, anzi 40. Insomma, se si vogliono incentivare le assunzioni allora all’azienda il co.co.pro deve costare di più, non lo stesso di un assunto a tempo indeterminato. Senza contare che la parte in più di contributi potrebbe essere utilizzata come figurativa per i periodi in cui un precario non trova lavoro. Epperò ho come il sospetto che una proposta del genere potrebbe fare cadere davvero il governo…

Ultimo aggiornamento: 2007-09-17 14:46

butti tre e prendi uno

Taz70 pontifica (lo scrive lui :-) ) sulla proposta di Nicolais di incentivare tre pensionamenti nella pubblica amministrazione per assumere contestualmente un nuovo gggiovine. Premetto che la cosa non funzionerebbe, ma non per le ragioni che si possono immaginare a prima vista.
Innanzitutto, è chiaro che il costo di un prepensionamento di uno statale è indicativamente uguale al costo di lasciarlo in ufficio: sono sempre soldi pubblici e sono sempre gli stessi soldi. Quindi l’operazione sembrerebbe portare un aggravio di spesa pari ai soldi dell’assunzione della nuova persona. Se però, come Nicolais lascia trasparire nemmeno troppo tra le righe, i tre da far fuori si limitano a scaldare le sedie o quasi – diciamo che sono al minimo indispensabile per non potere essere licenziati, il che è davvero poco – allora la cosa cambia. Infatti c’è tutta una serie di costi impliciti, come quello del mantenimento di strutture informatiche ma anche di palazzi per ospitare molti più dipendenti di quanto servirebbero davvero – che verrebbero eliminati: se poi si assumessero i consulenti che già adesso stanno facendo il lavoro, e che dovrebbero appunto essere tagliati nel piano complessivo della proposta, si vede subito come in effetti ci potrebbe essere un risparmio.
Ciò detto, io non credo affatto a tutto questo, e sono ragionevolmente certo che Nicolais abbia semplicemente applicato il famoso sistema “spostare la polvere sotto il tappeto”: nel bilancio dello Stato gli stipendi della funzione pubblica sono sotto il nome suo, le pensioni no :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-16 16:30

unipol: si capisce qualcosa in più

Secondo Travaglio (una trascrizione del suo articolo su OneMoreBlog) il motivo per cui la Forleo vuole l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni sui politici è semplice. I sei non sono attualmente indagati perché la legge Boato afferma che non si possono usare quelle intercettazioni. Ma se viene permesso il loro uso come testimonianze contro gli attuali indagati, a quel punto ormai sono agli atti, e sarebbe possibile rinviare fare una richiesta di rinvio a giudizio anche quei membri del parlamento. Visto da questo punto di vista, il disperato ostruzionismo non è più così incomprensibile, in effetti.
Aggiungo solo due cose, per chi non fosse molto attento. Primo: Marco Boato (quello della legge Boato) non è stato eletto per Forza Italia; non è stato eletto per AN o per la Lega; non è nemmeno stato eletto per l’UDC. Secondo: “i sei” di cui sopra non sono tutti DS; tre di loro sono infatti di Forza Italia, e sono sicuro che a loro non pare vero di potersene stare defilati lasciando fare tutto il lavoro agli avversari :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-13 10:36

Luttazzi (Daniele)

(Sì, sono abbastanza vecchio perché il primo nome che assocerei a Luttazzi è quello di Lelio. Ma so che l’ottimo Daniele Fabbri non si lamenterà per questo)
Farfi mi segnala il punto di vista di Luttazzi sulla vicenda. Sul comico avevo già discettato un paio d’anni fa; è vero che “il blog” l’ha riaperto, ma visto quanto ci scrive è come se non ce l’avesse.. Nella fattispecie, ribadisco il mio giudizio: la sua comicità non mi piace, però è una persona davvero intelligente e capace anche a dire le cose in maniera chiara e comprensibile, cosa che in Italia non è che capiti così spesso. L’unica caduta di stile populistica è stata quando ha scritto «Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto d’ingresso. Oooops!» (Di per sé è vero, ma ovviamente messo così è demagogico :-) )
(adesso però basta, parlare di beppegrillo™. Ci sono tante altre cose nella vita)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-12 12:23

Scalfari: la vecchiaia è dura

Il fondatore di Repubblica ha ottantatré anni. Scrivere pipponi non è però un lavoro pesante – basta vedere come io ci riesco bene – ed avere un po’ di azioni di un quotidiano aiuta sempre. Succede così che tutte le domeniche e generalmente un’altra volta a metà settimana ci si trova le sue “omelie” sul giornale, oltre che sul sito per noi avaracci che non cacciamo l’euro per comprare il quotidiano.
Nell’articolo odierno anche lui decide di parlare di beppegrillo™, il che è cosa buona e giusta, visto che il v-day è sicuramente stato una notizia importante. Nel testo, inizia a mischiare banalità («Il più vivo desiderio delle masse, cioè dell’individuo ridotto a folla e a massa, è di essere de-responsabilizzato») e punti che non condivido («Chi inneggia al “Vaffanculo” partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità.»), ma anche qui non è che ci sia molto da dire: ognuno ha le sue idee.
Ma poi leggo questo suo discettare sui tre punti della proposta di legge popolare: «Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari» e mi fermo. Torno a rileggere il testo completo, per sicurezza, e vedo solo scritto all’articolo 3 “Introduzione del voto di preferenza per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica” e all’articolo 4 “Disciplina ecc. ecc.”. Di primarie non se ne parla, e vorrei ben vedere che una legge dello Stato disciplini una cosa che è assolutamente privata e interna. Questo significa, almeno secondo me, che non solo sta parlando di qualcosa che non ha letto nemmeno nel riassuntino del sito di Grillo, ma anche che ormai i suoi neuroni si sono bloccati in una serie di configurazioni fisse, restando completamente avulsi dalla realtà. Davvero, non è bello.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-12 11:12

Paura, eh?

A quanto pare, sembra che nel futuro Partito Democratico si sia finalmente trovato l’accordo su qualcosa: che cinque euro per andare a votare alle primarie sono troppi, e bisogna abbassare la quota a un solo euro, esattamente come quando si è incoronato Prodi. Come sapete, io penso sempre male, e sono convinto che qualcuno si sia accorto che si rischia un macello, nel senso che l’affluenza sarà risibile rispetto ai quattro milioni di due anni fa.
Per quanto mi riguarda, tanto non andrò comunque a votare. Su Vuoto Weltroni, anche se nel 1994 la pensavo diversamente, non punterei nulla. Paradossamente dicono cose più di sinistra Rosy Bindi ed Enrico Letta, che tra l’altro è stato l’unico almeno qui a Milano a fare delle pre-primarie. Perché poi c’è il secondo punto: le liste sono bloccate, come è ormai la moda in questa nazione. Tu non puoi scegliere una persona: c’è qualcuno che ti dice ne sa più di te e ti “aiuta”, togliendoti la fatica di dovere fare una decisione. Maramotti lo spiega meglio di me :-)
La berlusconizzazione dell’Italia è ormai un fatto compiuto.

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:06

Le tre leggi della Grillotica

Io me ne starei anche tranquillo senza beppegrillo™ però se centinaia di migliaia di persone si fanno ore di coda per firmare per una proposta di legge popolare da lui pubblicizzata, io vedo due cose: (a) lui è davvero bravo – come anche Silvio B., del resto; e (b) non è possibile far finta di nulla e non mettersi a studiare il testo del disegno di legge. Purtroppo ho solo trovato le versioni “ridotte” postate in giro e non quella completa, spero di non andare troppo per la tangente.
(1) No ai parlamentari condannati: contrario. Intendiamoci: sono indignato perché il giorno dopo la condanna definitiva a Cesare Previti, con conseguente interdizione perpetua dai pubblici uffici, il nostro parlamento non l’abbia automaticamente depennato. Però ci sono due differenze. Innanzitutto, la condanna era appunto definitiva, mentre beppegrillo™ vuole fuori quelli condannati in primo grado alla faccia della presunzione di innocenza; la seconda cosa è che c’è condanna e condanna. Paradossalmente, dopo che un omicida ha scontato la sua pena, io non avrei problemi se si candidasse, a differenza di uno condannato per corruzione o concussione, cioè reati contro lo Stato che sono anch’io. Ma per questi reati basta semplicemente fare funzionare davvero l’interdizione dai pubblici uffici, no?
(2) Due legislature: molto incerto. Se fosse limitato agli incarichi di governo, sarei favorevole: su tutti i parlamentari mi pare che butti via il bambino con l’acqua sporca, e impedisca di avere una classe politica che sappia fare il politico. Sì, lo so che non è che adesso ci sia chissà chi, ma almeno la possibilità teorica c’è. Ecco, magari dire che dopo due legislature devi stare fermo per un giro: quello potrebbe essere interessante.
(3) Elezione diretta: favorevole. Questo è un punto sacrosanto. Non state a credere a quelli che dicono “con le preferenze c’erano i brogli”: ci sono stati nel periodo in cui tu potevi mettere fino a quattro preferenze, e un qualunque esperto di combinatorica poteva dare a un centinaio di persone i numeri da giocare al lotto… pardon, scrivere sulla scheda elettorale, in modo da verificare la “corretta” votazione. Con la preferenza singola, può al limite capitare che chi mette più soldi è favorito: non sarebbe comunque un peggioramento rispetto ad ora, dove chi è più amico degli amici è favorito.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-09 22:12

Diario chiude

Lo scrive persino il Corsera (lacrime di coccodrillo, mi sa): Diario termina le pubblicazioni. Chi non ha ancora capito il perché, può leggere l’ultimo editoriale: tra l’altro è un peccato perché erano finalmente riusciti da qualche mese a far funzionare decentemente la loro newsletter, permettendo cosettine di scarsa importanza tipo il permettere di cambiare l’indirizzo di sottoscrizione.
La ragione è comunque banale: insufficiente raccolta pubblicitaria, come del resto avevo già fatto notare l’anno scorso. I DVD contro Silvio hanno un po’ tamponato l’emorragia finanziaria, ma non è che la cosa potesse andare avanti all’infinito – d’altra parte, visto uno visti tutti… Per quanto riguarda il settimanale vero e proprio, il mio giudizio è un po’ ambivalente. Intendiamoci: era scritto in maniera comprensibile, cosa relativamente rara nella stampa di sinistra, e c’erano delle inchieste interessanti. Però quando lo leggevo mi rimaneva sempre quella sensazione di “ma quanto siamo bravi” che – è vero – mi faceva sentire perfettamente a mio agio, però alla lunga diventa scocciante. D’altra parte, è anche vero che in Italia non è esattamente quello, il tipo di giornalismo che paga.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-07 15:41