Lo spam rende invivibili le nostre email, e questo lo sappiamo. Buona parte dello spam è in inglese (o turco, ebraico, coreano…) e magari per molti è facile buttarlo via automaticamente; e comunque è ben difficile riuscire a fare qualcosa contro di esso. Per gli spammatori nostrani, fino all’anno scorso c’era un sistema relativamente valido. Costava un po’ di fatica, perché occorreva fare una raccomandata al Garante per la Privacy (da quando in qua lo spammer ha il nostro consenso per spedirci materiale non richiesto?) però poteva portare a un rimborso di 250 euro, e alla sensazione di avere dato il nostro contributo.
Sembra però che il Garante cominciasse a ricevere troppi ricorsi, e non avesse personale a disposizione per lavorarci su. Come ovviare al problema? Assumendo più gente? No. Se andate a guardare alla pagina Come rivolgersi al Garante, ultimo paragrafo, potete notare come
Al ricorso va allegata la prova del versamento dei diritti di segreteria (euro 150,00).
Sono così buoni da suggerirci anche di usare il loro conto corrente. Visto che non ha un grande senso pagare 150 euro per riceverne forse 250, i ricorsi si fermeranno, e tutti (ufficio del Garante e spammatori) vivranno felici e contenti.
Ultimo aggiornamento: 2005-01-31 21:31