Vi sarete forse accorti che il costo della memoria dei computer è più che raddoppiato in questi mesi, e anche i dischi SSD sono aumentati di prezzo.. Oscillazioni dei prezzi della RAM sono abbastanza comuni, ma questa volta il problema pare maggiore, come lo dimostra la notizia pubblicata un paio di settimane fa: Micron, uno dei maggiori produttori mondiali, ha affermato che da febbraio non venderà più al mercato consumer le sue memorie e SSD con il marchio Crucial. Come mai? Semplice: la richiesta da parte dei data center delle aziende IA è così alta che la produzione è accaparrata da loro. E se le scorte sono ridotte, si guadagna comunque di più con relativamente pochi grandi ordini che mandando i prodotti nella filiera commerciale, senza contare che la produzione si è spostata dalle DDR4 verso le più costose DDR5.
Perché allora i produttori non aumentano la capacità? Non è così semplice. Ci vuole un paio d’anni per costruire nuove linee produttive, e come perfidamente dice David Gerard i produttori mica si fidano che la bolla IA non scoppi prima. Quindi la produzione aumenterà sì, ma non di molto. Io sono un po’ meno pessimista e ritengo che lo scoppio della bolla non porterà a un crollo della domanda ma a una semplice stagnazione – nonostante i progressi di Gemini 3 non credo sia vicino a noi un nuovo breakthrough – e quindi la situazione si stabilizzerà. Però è probabile che almeno per tutto il 2026 non converrà comprare nuovi PC o nuovi furbofoni, a meno di avere davvero tanti soldi da spendere. Non ce lo aspettavammo questo danno collaterale dovuto all’intelligenza artificiale, vero?