Google, perché lo fai?

pensieri sconnessi
Cara Google, perché devi sprecare energia elettrica per infilare nei risultati il testo “AI Overview” che non solo non ha nessuna idea di quello che emette (come del resto tutti i chatbot), ma non riesce nemmeno a scrivere pensieri connessi? Alla ricerca “aruspice accento” (perché mio figlio non era convinto che andasse sulla u) è riuscita a scrivere

L’accento della parola “aruspice” è sull’ultima sillaba, “ce”. Quindi, si pronuncia a-rùs-pi-ce. L’accento è l’accento grave (“)

Se l’accento fosse sull’ultima sillaba sarebbe “aruspicé”, e allora non mi scrivi “a-rùs-pi-ce” con l’accento sulla u. Il tutto senza considerare l’errore nella sillabazione (è “a-ru-spi-ce”) e il fatto che non è l’accento a essere grave ma il segnaccento: i e u infatti hanno accento acuto (ed Einaudi continua per vezzo a scrivere í e ú nei suoi libri).

Quello che mi preoccupa è che ovviamente Google vuole fare in modo che la gente non vada a cliccare sui link. E temo che sia già così da un pezzo: alla fine quasi nessuno sarà in grado di comprendere un testo anche se semplice….

Ultimo aggiornamento: 2025-06-02 18:26

Un pensiero su “Google, perché lo fai?

  1. un cattolico

    AI Overview non si salva neppure chiedendo: “Perché nelle tastiere italiane i e u hanno accento grave?”

    Infatti risponde: “Le tastiere italiane utilizzano l’accento grave (`) su ‘i’ e ‘u’ perché, in italiano, questi caratteri sono considerati vocali “aperte” e non hanno una variante “chiusa” (come ‘e’ ed ‘o’) che richiede l’accento acuto (‘). L’accento grave serve a distinguere la pronuncia di queste vocali, anche se in molti casi la differenza è impercettibile”.

    Che è forse ciò che pensavano anche coloro che per primi hanno realizzato le tastiere in italiano.

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