Oggi sui giornali, anche italici, si parla molto della decisione di Google di chiudere dal 16 dicembre prossimo il servizio di Google News in Spagna, a causa delle nuove modifiche introdotte dalla Ley 21/2014 che modifica la legge sulla proprietà intellettuale (ma fanno davvero così poche leggi in Spagna? O se preferite, facciamo davvero così tante leggi noi in Italia?) introducendo tra l’altro interessanti punti come il trattamento delle opere orfane
Nel comunicato ufficiale di Google Europe si legge “This new legislation requires every Spanish publication to charge services like Google News for showing even the smallest snippet from their publications, whether they want to or not.” L’articolo 32, comma 2, dice per la precisione
La puesta a disposición del público por parte de prestadores de servicios electrónicos de agregación de contenidos de fragmentos no significativos de contenidos, divulgados en publicaciones periódicas o en sitios Web de actualización periódica y que tengan una finalidad informativa, de creación de opinión pública o de entretenimiento, no requerirá autorización, sin perjuicio del derecho del editor o, en su caso, de otros titulares de derechos a percibir una compensación equitativa. Este derecho será irrenunciable y se hará efectivo a través de las entidades de gestión de los derechos de propiedad intelectual.
e quello che mi lascia perplesso è che – se capisco correttamente lo spagnolo – non sarebbero nemmeno i giornali a richiedere i soldi ma l’equivalente ispanico della SIAE. (Ma dire che il diritto è irrinunciabile è davvero la stessa cosa che dire che deve essere fatto valere? Io credevo che semplicemente non potessi cedere il diritto stesso). Ma lasciamo stare la situazione iberica e vediamo cosa succede a casa nostra.
C’è stata un’interessante discussione su Facebook (sì, si possono fare discussioni interessanti anche su FB, che credete?) con link ad analisi più globali (un articolo ancora di novembre di Bruno Saetta su Valigia Blu) e al nostro giardinetto (Pier Luca Santoro su DataMediaHub). Il mio punto di vista? Beh, quanto scritto da Saetta e Santoro è verissimo, e d’altro canto loro sono sicuramente più esperti di me. Google News serve a Google non per fare soldi – non c’è pubblicità – ma per bloccare i possibili competitor, e i ricavi pubblicitari dei media, come mi ha fatto notare Santoro, crollano per colpa del Programmatic Advertising che salta giornale e concessionaria di pubblicità per mandare direttamente annunci mirati. Saetta è forse perfido nello scrivere che visti i tagli dei fondi governativi per l’editoria la FIEG cerca un’altra mucca da mungere per un tempo indefinito. Ma quello che mi pare interessante è notare come il modello attuale di molti quotidiani è quello di costringerti a cliccare sull’articolo vero e proprio, usando un teaser nella home page che dovrebbe invogliare il lettore a cliccare: ne parlavo qualche mese fa. Ma se il lettore ha a disposizione due ritagli, il primo che non dice in realtà nulla e il secondo che invece dà già qualche informazione, cosa pensate che farà? Se è interessato, probabilmente cliccherà sul secondo; se non è interessato, lascerà perdere tutto. Gli aggregatori di news sono la rovina dei siti meno validi, perché permettono al lettore di accorgersi con uno sguardo che non vale la pena entrarci: volete mettere il bravo internauta che apre coscienziosamente la home page del loro sito e se ne sta lì buonino buonino?
Ultimo aggiornamento: 2014-12-11 15:45
“Ma dire che il diritto è irrinunciabile è davvero la stessa cosa che dire che deve essere fatto valere? Io credevo che semplicemente non potessi cedere il diritto stesso”
Se diritto=monetizzazione di una proprietà intellettuale, sì (presumo in tutta la UE, non solo in Spagna, sicuramente in Italia è uguale). Se diritto ha una accezione più generale, no. Il proprietario dei diritti può, se vuole, decidere di non riceverne, ma l’obbligo dell’esazione rimane in generale. Penso che sia codificato a livello internazionale tipo TRIPS.
“Gli aggregatori di news sono la rovina dei siti meno validi,”>/i>
Tutto dipende dalla definizione di valido! Essendo molto soggettiva sussistono diversi problemi (o features a seconda da dove si guardi la cosa).
PS da un veloce riscontro penso che il numerino prima dell’anno identifichi il numero progressivo della legge per ente: ho visto che una legge del 3 Dicembre era marcata 8/2014, ma attestata ad una entità diversa. Quindi la 21ma di quell’ente (ed infatti la dicitura del titolo riporta numero/anno/ente).
Insomma, ne fanno tante anche là!
“La madurez política de un país esta relacionada inversamente con el numero de leyes que tenga que cumplir un ciudadano. En Europa el numero medio de leyes que debe cumplir un ciudadano es de 12.500 leyes frente a las 24.800 leyes que debe acatar un español. ”
Be’, in Italia sono circa 75.000!
Qui per il significato di irrenunciable http://lema.rae.es/drae/?val=irrenunciable+
e direi che la risposta del governo qui http://www.mecd.gob.es/prensa-mecd/actualidad/2014/12/20141211-tasa.html non lascia dubbi circa il fatto che google ha capito bene il testo.
Per gli appassionati del tema e per gli storici del liberismo però credo che il miglior testo sull’argomento sia questo http://www.eldiario.es/turing/Informe-Comision-Nacional-Mercados-Competencia_0_333866853.html
In sintesi gli analisti stimano un impatto negativo della legge pari allo 0,11% del PIL (= oltre 1 MLD di €), principalmente perché chi cerca una notizia, grazie alla legge, ci mette più tempo ma c’è anche qualche ragionamento non banale in merito alla relazione tra aggregatori ed editori.
Però non credo che tutto questo abbia alcuna rilevanza: la “tassa google” è stata discussa ed approvata ad un livello superiore a quello degli stati che, piano piano, ubbidiscono. Infatti il tipo di considerazioni, di leggi, ecc. ecc. è automaticamente tradotto in tutte le lingue, anche se non mi pare che qualche stato sia ancora riuscito a scrivere una legge che impone una tassa google che abbia un minimo di senso logico. Taluni hanno già dovuto tornare sui loro passi per eccesso di stupidità.
Mi sa che la prossima volta gli danno la bozza già scritta bene come, ad esempio, è successo per il pareggio di bilancio da inserire in costituzione.
dire che persino in Italia il MiBACT può esentare dal pagamento del canone richiesto per fotografare un bene culturale…
Ma nessun sindaco può esentare un architetto di fama dall’inserire un obbrobrio nello spazio urbano perché quest’ultimo ha un diritto irrinunciabile al danneggiamento sociale e paesaggistico…
Il gioco vero, quello duro, è l’unbundling forzato della ricerca dai servizi (alias rendere due entità fiscalmente distinte in EU la ricerca da tutto il resto tipo mail, mappe..). Le altre iniziative sono roba estemporanea inventate dai singoli stati, non esiste nessuna direttiva ufficiale per le varie Google tax, solo un vago indirizzo non bene specificato. Niente di vincolante, insomma, ognuno fa quello che vuole.
Una grande regia si ha quando ogni attore fa liberamente quello che vuole ma il risultato è esattamente quello che il regista aveva pensato.
Dopotutto parliamo di stati sovrani, certo che fanno quello che vogliono! Niente, non riesco a fare la faccia seria fino alla fine della frase.
sembra che qualche problemino gli spagnoli l’abbiano: https://www.thespainreport.com/13199/spanish-newspaper-publishers-association-now-asks-government-help-stop-google-news-closure/