Stamattina mi è comparsa questa notifica di Google+: «Some photos that you made public on Google+ have been selected to appear on Views and Google Maps.» Sono andato a vedere che foto fossero: sono queste due (si vedono?), che avevo scattato durante un corteo cui avevo partecipato nel 2008.
Sgombriamo il campo dagli equivoci. Quelle foto sono pubbliche, e se Google vuole usarle lo può tranquillamente fare; non me ne può importare di meno. Non mi chieda però dove le ho scattate – non scherzo: quando le ho visualizzate mi ha chiesto «Was this image taken at Lor. Al Sas?» che non so nemmeno cosa sia. Gli basti la geolocalizzazione. Quello che però mi dà fastidio è che in queste foto “generate dall’utente”, a differenza da quelle che usa con Google Maps, le facce non sono mica oscurate. Una bella paraculata, non trovate? (Tra l’altro le foto non hanno nulla di davvero interessante neppure per chi debba usare le mappe, perché naturalmente non erano state fatte per mostrare le vie o i palazzi…)
Ultimo aggiornamento: 2014-09-19 11:32
” le facce non sono mica oscurate. Una bella paraculata, non trovate?”
Assolutamente no. L’utente che esplicitamente dichiara di voler rendere la foto pubblica, di sua spontanea volontà, non perché la macchina di Google passava di lì. In linea teorica tu avresti dovuto chiedere una liberatoria alle persone ritratte, ma se si documenta un fatto di cronaca (come un corteo) non è affatto richiesto. Fra l’altro se BigG avesse oscurato le facce sarebbe anche esposto a svariate diffide e situazioni anche comiche.
Cosa poi seconda la tua logica non renda paraculi FB,Dropbox, e solo iddio sa quanti altri mi è ancora meno chiaro.
non li rende paraculi il fatto che non oscurino le facce, mi pareva chiaro.
Se ti lamenti di N cose e “l’aggetivazione” si applica solo ad una, non è molto corretto metterla in coda alle N cose ;-).
scusa, ho scritto «Quelle foto sono pubbliche, e se Google vuole usarle lo può tranquillamente fare; non me ne può importare di meno. », che è esattamente la stessa cosa che faccio con le foto che metto su FB (cosa c’entri Dropbox lo sai solo tu, visto che io non condivido le mie cartelle). Poi ho scritto che non mi chieda altre informazioni visto che ha già la geolocalizzazione (e in realtà ha anche i dati exif). Infine ho scritto che tratta in modo diverso le immagini che ha fatto lui (per cui usa tutte le cautele legali) e quelle che prende in giro. L’unica lamentazione – di principio – è per quest’ultima cosa.
Io ti ho detto (giustamente) che le cautele legali sono ben diverse se a postare una foto è l’utente (una persona fisica) oppure Google ;-). Leggi bene…detto in altri termini: G *deve* oscurare le facce nelle foto che pubblica, l’utente che posta le foto NO. Ma non perché G sia o meno paraculo, ma perché la legge è così (e vale per tutti, FB,Dropbox..). Poi che tu renda o meno pubbliche le foto su dropbox, beh questo io ovviamente non loso e citavo a mò di esempio. quindi tu ti lamenti della legge in realtà! Big G esegue.
Mi stupisce che se ci fossero problemi perché i volti (o altri elementi dell’immagine) non sono stati oscurati… tu usciresti da anni e anni di processi completamente pulito. :-)
Si vede che le scritte in piccolo non sono poi così terribili come sarebbe logico aspettarsi e/o che i sistemi legali di nazioni non precisate sono particolarmente giusti e armonizzati.
Anche alcune delle mie sono finite su Google Maps: goo.gl/J9P93j – la mia teoria è che semplicemente di posti di cui avevano poche foto hanno fatto data mining sulla base della geolocalizzazione (per esempio io avevo anche foto del Giappone, ma nemmeno una è finita lì, suppongo perchè sono stati in posti che hanno fotografato altri 200000.
Viceversa di foto di Rostock, per dire, o certi angoli della California (o di Torino) probabilmente erano meno gettonati.
Quindi mi sa che di “Via Melchiorre Gioia” non hanno trovato (comprensibilmente) molto tra cui scegliere e hanno preso le tue.