Un mesetto fa avevo fatto un reportage fotografico sul progettando percorso ciclopedonale che avrebbe unito la pista di via Padova con quella sulla Martesana. Ora i lavori sono terminati, e sono sicuro che i miei ventun lettori stavano aspettando con ansia il rapporto complessivo su quanto successo. Avete perfettamente ragione: martedì scorso ho di nuovo preso la macchina fotografica per immortalare le dieci piccole differenze col passato. Dopo il salto potrete vedere il tutto e un mio commento finale: come executive summary posso anticipare che chi ha fatto il lavoro perlomeno ha usato il cervello, anche se date le premesse non si poteva aspettare molto di più.
Come potete vedere subito, sicuramente il comune non ha lesinato sulla vernice: i pittogrammi gialli sono presenti ogni 20-30 metri, 50 al massimo. Non che la cosa impedisca alla gente di infilarsi sul marciapiede, anche se a onor del vero non c’era nessuno che aveva lasciato l’auto parcheggiata. Degno di nota l’allargamento del marciapiede subito prima del Trotter: lavoro fatto a regola d’arte, togliendo persino un posto auto. Insomma, l’inizio sembra ottimo.
Svoltando in via Felicita Morandi, notiamo come il parcheggio selvaggio sia stato eliminato con l’uso dei bloccanti bianchi e rossi: non che pedoni e biciclette abbiano tutto quello spazio per affiancarsi, ma perlomeno una qualche minima possibilità ora c’è. I bloccanti ci sono anche all’incrocio con via Pontano e obbligano ad attraversare la strada in un punto ben preciso, e il meno peggio possibile: solo che i soldi stanziati erano già finiti, così si sono limitati a buttare un po’ di catrame per terra e fare un cordolino in cemento che rende il marciapiede largo ben un metro e trenta.
Attraversata via Pontano (nota per chi ha disegnato le strisce: quelle non sono strisce ciclopedonali ma semplici strisce pedonali. Ai due lati occorreva disegnare delle strisce strette leggermente separate) c’è il primo colpo di scena! Non si prende il marciapiede nord di via Vincenzo Russo ma quello sud. La cosa ha abbastanza senso, in effetti; la strada la si riattraversa all’altezza di piazza del Governo Provvisorio.
In piazza del Governo Provvisorio abbiamo il secondo colpo di scena! La piazza è zona a traffico limitato, con un limite di 30 all’ora per le auto, e quindi il posto ideale perché una bici possa girare tranquillamente sulla carreggiata, giusto? Sbagliato. Il percorso continua con ostinazione a posizionarsi sul marciapiede, non sia mai che qualche auto mannara prenda sotto il povero ciclista. Poi…
Ricordate che all’inizio di via Rovetta c’è un asilo, e quindi si corre il rischio di torme di bimbetti e passeggini che si infilino sotto le ruote della bicicletta? Bene, il percorso non passa più per via Rovetta ma gira in via Gerolamo Vida, per rientrare in via Bono Cairoli più a sud (e tanto per cambiare sul marciapiede opposto rispetto a quanto previsto nel piano originale del comune).
Su via Bono Cairoli al momento in cui sono passato le auto erano rimaste tutte parcheggiate sul marciapiede opposto, probabilmente spaventate dal cartello di divieto di sosta piazzato nel bel mezzo del marciapiede e subito usato da un ciclista come parcheggio. Apprezzabile l’attraversamento di via Ilarione Rancati, molto meno apprezzabile la salita sull’ultimo marciapiede: anche il catrame, a quanto pare, era finito.
Avrete ormai intuito che anche in via Petrocchi si è scelto il marciapiede opposto; quello che probabilmente vi sembrerà strano – ma piazza del Governo Provvisorio dovrebbe avervi fatto suonare un campanello d’allarme – è che il percorso non finisce in via Dalla Piccola che tanto è piccola e chiusa, ma direttamente nei giardinetti a fianco, in modo che bimbetti e passeggini scampati dall’assalto in via Rovetta possano finalmente essere presi e schiantati, insieme ai palloni con cui i ragazzi giocano.
Alcune considerazioni finali. Rispetto al progetto originale, dettagliatissimo ma secondo me preparato direttamente sulla piantina di Google Maps senza nemmeno mettere l’opzione “satellite”, chi è andato a costruire sul serio il percorso ha azionato il proprio neurone, e bisogna dargli atto di avere fatto il possibile con i vincoli di partenza. Quello che però resta invariato è il peccato originale: questo è un percorso ciclopedonale, il che significa che pedoni e biciclette sono rigidamente equiparati: anche quando la bicicletta potrebbe proficuamente scegliere la carreggiata automobilistica, è costretta a coabitare col pedone. Sognatevi insomma di superare i 15 all’ora, che già sono troppi se si vuole essere sicuri. Ho incrociato qualche bici, quindi l’idea sembra essere stata apprezzata; resta solo da vedere cosa succederà tra qualche mese, e prometto che a settembre farò un nuovo sopralluogo.
Ultimo aggiornamento: 2011-04-26 07:00
Temo che non praticherò mai in bicicletta o a piedi questo tratto di strada ma il reportage è eccezionale.
In bicicletta da via Padova alla Martesana – 2 bis
l’assessore non sa nemmeno quale sia il percorso da lui sponsorizzato!
In bicicletta da via Padova alla Martesana – 3
o di come è finito tutto.