Il nostro Segnaposto degli Esteri Franco “Scusa, chi?” Frattini di per sé non aveva detto nulla di così rivoluzionario quando ieri ha minacciato ipotizzato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (che non c’entra nulla con l’Unione Europea, anche se sta a Strasburgo; questo lo dico non contro Frattini che essendo un uomo di mondo che a Strasburgo c’è anche stato la differenza la conosce, ma ad alcuni dei miei lettori che magari non lo sapevano). Stanotte, nei venti secondi prima di cascare dal sonno, mi è venuto in mente che forse c’è anche stato un precedente; oggi ho fatto una rapida ricerca e ho trovato un ricorso di Benedetto “Bettino” Craxi. Per chi ha fretta e non parla l’inglese, un riassunto in italiano è disponibile qua; chi vuole leggersi tutto e non ha problemi con l’inglese trova nel sito della Corte Europea il primo giudizio di parziale ammissibilità e il giudizio finale di condanna dello Stato Italiano, compreso di Minority Report di quel comunistaccio di Zagrebelsky (no, non Gustavo, ma il fratello Vladimiro. È proprio una famiglia di comunisti, fin dai loro nomi)
Vi faccio comunque un executive summary.
– Craxi si è rivolto alla Corte nel 1994 (domanda presentata a giugno e perfezionata a settembre)
– il motivo del ricorso è stato doppio: le intercettazioni telefoniche e la pubblicazione dei verbali delle intercettazioni stesse
– la prima decisione è avvenuta a ottobre 1996
– dopo le controdeduzioni del governo, la decisione finale di ammissibilità è arrivata a dicembre 2000
– l’ammissibilità è stata data per il ricorso sulla pubblicazione dei verbali, mentre è stata rigettata la prima parte del ricorso sulle intercettazioni in sé
– il giudizio di merito è stato dibattuto in due sessioni, ottobre 2002 e giugno 2003
– il giudizio finale è stato di condanna dello Stato Italiano per non avere secretato bene i verbali né aver cercato di scoprire chi li aveva mandati in giro, e inoltre nel non aver seguito le procedure legali quando le intercettazioni sono state presentate nel 1995 durante il processo.
A parte che non si capisce perché sia stato il Segnaposto a minacciare ipotizzare il ricorso, e non lo stesso Berlusconi, direi che ci sono buone possibilità che tale ricorso venga accolto. Immaginando che le cose vadano come nel caso Craxi, il risultato finale sarà che
(a) Berlusconi si vedrà vincente nel 2020 (augurandogli di non schiattare prima come Craxi);
(b) otterrà un risarcimento di 6000 euro (vabbè, facciamo 10000 perché sono passati un po’ di anni; nel caso Craxi moglie e figli hanno avuto 2000 euro cadauno). Ah sì: se lo Stato italiano non paga subito scattano gli interessi pari al tasso di sconto più tre punti percentuali.
Belle cose, vero?
Ultimo aggiornamento: 2011-02-11 12:18
Toh, notizia di oggi dall’Inghilterra: http://www.presseurop.eu/it/content/news-brief-cover/499041-il-parlamento-sfida-la-corte-europea-dei-diritti-umani
Dimentichi un particolare procedurale non irrilevante: non si può accedere alla corte di strasburgo così, a piacere, occorre esaurire tutti i rimedi interni: quindi il premier prima si fa giudicare dai giudici nazionali, poi farà causa, altrimenti il ricorso è irricevibile.
Inoltre non ha molto senso citare un unico caso della corte per qualificare la sua giurisprudenza che è molto più articolata e non così favorevole al premier.