Poi ci si chiede

Cito da un thread su Friendfeed:

«Ho un piccolo amico di 10 anni che non ha mai paura di dire quello che pensa e di difendere le sue idee. Per le vacanze di natale è stato caricato di compiti. Li ha fatti tutti e quando è tornato a scuola la maestra ha deciso di dare 4 a chi non li aveva fatti, 5 a chi non li aveva finiti e 6 a chi li aveva completati, indipendentemente dalla qualità. Lui ha alzato la mano e ha detto “mi scusi maestra, ma non mi sembra giusto”. Oggi un’altra maestra lo ha avvicinato e gli ha detto “ho saputo cosa è successo con l’altra maestra: sei un vero maleducato”, per poi aggiungere che questo influirà sul suo voto in condotta.»

Vorrei dire al decenne che non tutti gli insegnanti sono così, ma non credo che la cosa gli servirà a molto, considerato che lui a scuola ha quelle maestre lì e non le può certo cambiare. Vorrei aggiungere che una maestra (la seconda) che applica la sua autorità in quel modo verso i più deboli è semplicemente una persona meschina: ma purtroppo dovrei anche dirgli che nella vita ne troverà fin troppe, di persone così. Per quello che può valere, mi accontento di dirgli il mio “bravo!”, perché sappia di non essere isolato e che la vita non deve essere tutta così.
Aggiornamento: (21 gennaio) ovviamente non posso garantire sulla veridicità della storia né in assoluto né nella sua versione raccontata: ma ci metto comunque la faccia.

Ultimo aggiornamento: 2011-01-20 10:31

15 pensieri su “Poi ci si chiede

  1. juhan

    Posso unire il mio “bravo” anche se so che non va oltre al significato morale. Che per l’Italia di oggi è una cosa negativa.

  2. massimo

    questo rafforza il mio pensiero che alla fine è più importante essere degli educatori che dei semplici propinatori di conoscenza, ma è un mio pensiero.
    Concordo con te Maurizio :-)

  3. nicola

    Questo è uno dei casi in cui il genitore deve avere una discussione schietta, ferma e pacata con l’insegnante. E anche con l’alunno, per sostenerlo nelle sue ragioni. Ci si abitua così facilmente a non protestare, specie quando si ha ragione…

  4. mfisk

    [riporto il commento lasciato su FF]
    non voglio fare la voce fuori dal coro, ma bisognerebbe esserci stati: altrimenti si finisce per confondere la richiesta di un accendino con la violenza carnale, come capitato su questi schermi qualche giorno fa.
    Mio figlio, proprio ieri, ha preso una nota. Dalla sua spiegazione dei fatti era una nota che non stava né in cielo né in terra, e fra l’altro per un comportamento assai simile a quello raccontato in questo thread. Per avventura proprio ieri c’era la consegna delle pagelle, e quindi ho chiesto spiegazioni all’insegnante, che mi ha raccontato tutti i fatti. In effetti mio figlio mi aveva raccontato la sua verità, non aveva mentito. Ma non aveva capito che la nota gli era stata data non per il motivo che pui aveva ritenuto (e che sarebbe stato palesemente ingiusto) bensì per un altro motivo, giustissimo, e concomitante con il primo.
    Non sto affermando che nel caso specifico le cose siano andate così: dato che non c’ero. Ma prima di scagliarsi, sarebbe interessante, e opportuno, sapere qual è il punto di vista degli insegnanti.

  5. davideprof

    Sì, un “bravo” al ragazzino, naturalmente.
    Anche se (permettetemi) poi mi chiedo che cosa raccontino a casa i miei alunni di quello che dico e faccio io in classe. Per quanto ammirevole, ogni resoconto va preso con quel minimo di “riserva”. E se in realtà fosse andata in modo leggermente diverso?

  6. .mau.

    Non pretendo di essere un esegeta, ma c’è un punto nel racconto del decenne che mi fa propendere per dare un valore di verità abbastanza alto a quanto ha detto. Non è stata la prima maestra a cazziarlo, ma la seconda. Se io mi fossi inventato una mezza-verità, non avrei messo dentro una terza persona: la lectio facilior è dire che la maestra, magari non subito ma in separata sede, mi ha fatto un cazziatone.

  7. mfisk

    no, .mau.: non è quello il punto. E’ possibilissimo che il piccolo abbia espresso il proprio dissenso verso una decisione ingiusta, ma che l’abbia fatto in forme altamente inurbane. E non è che la giustezza del proprio dissenso possa giustificare la gravità della forma, come se ad esempio avesse (faccio per dire) rovesciato il banco.
    La seconda maestra quindi potrebbe averlo rimproverato per questo (il rovesciamento di banco) e non per quello (l’espressione del dissenso).

  8. .mau.

    ribadisco: perché la seconda maestra, e non la prima? (sì, è possibilissimo che la protesta non fosse così urbana, ma per me appunto il punto è un altro)

  9. mfisk

    perché no? può benissimo essere che la prima maestra sia quella di inglese (tre ore/settimana) la quale abbia sentito la necessità di raccontare il fatto alle due maestre “titolari” (immagino si tratti di una V elementare), una delle quali è la seconda maestra.

  10. mestesso

    Concordo al 100% con mfisk.
    Non si può fare (un processo|una discussione sensata|un giudizio) senza sentire entrambe le campane.
    Il mondo internet è strazeppo di gente che giudica la realtà da quello che si vede da uno schermo, che già è un filtro mica da ridire, se poi ci mettiamo noi del nostro…
    Sarà che ho molti parenti ed amici insegnanti e so *veramente* quello che succede in una aula oggigiorno…

  11. mestesso

    @.mau.: Mi ero dimenticato: perché la seconda maestra, e non la prima?
    possibili cause (come mi vengono in mente):
    1) M1 è una lassista, M2 no
    2) M1 ha una classe (oltre a quella in oggetto) *molto* problematica, e quella in oggetto è mooolto migliore e ha semplicemente archiviato come “menomalesolocosì”.
    3) M1 si sentiva (a torto od a ragione, non importa) in parte responsabile, ed ha archiviato il tutto, M2 no
    4) M1 sta sul xxxxx ad M2, ed M2 non perde tempo a farle fare cattiva figura
    ecco perché bisogna avere una visione più ampia…

  12. Barbara

    A me pare una storia fantasy, separata dal MondoReale(TM).
    Bambino che finisce tutti i compiti durante le vacanze di Natale: possibile, ma poco probabile a meno che i compiti siano davvero pochissimi. Sicuramente non è figlio mio :-).
    Maestra elementare M1 che sceglie di dare i voti nel range 4-6: fenomeno altamente sospetto. Dà l’idea che ci siano motivazioni punitive, probabilmente legate a una difficoltà preesistente nel rapporto classe-insegnante.
    Maestra M2 che dichiara che il comprtamento riportato dalla maestra M1 influenzerà il voto di condotta: la puzza di bruciato si fa sempre più forte. I miei figli non sanno neanche che esiste il voto di condotta. Questa è una classe in cui ci sono dei problemi.
    Se fossi io il genitore porterei il pargolo dal pediatra (ha FINITO i compiti? sarà malato) e correrei a sentire le opinioni delle maestre M1, M2, se possibile anche M3 ed M4, nonché di un buon numero di compagni.

  13. nicola

    @tutti
    Mi permetto di insistere: è qui che il genitore deve fare il genitore. Deve cercare di ricostruire i fatti e intervenire, se il caso.
    Parlo per esperienza, perché anche a noi sono state raccontate cose poco chiare, che si sono chiarite ricostruendo i fatti. Abbiamo fornito a nostra figlia una chiave di lettura degli eventi e un modo di comportamento per affrontarli. Se non si fa questa cosa a 10 anni a 14 anni danno fuoco alla scuola.

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