Il (non) accordo a Pomigliano d’Arco

Occhei, sono andato a leggermi il documento non accettato dalla FIOM. Riassumo in breve – si fa per dire – quello che ho capito: ricordate che non sono un metalmeccanico e sono anche un sindacalista arrugginito. Ho aggiunto qualche rapidissimo commento su alcuni punti.
(1) turnazione: su 18 turni settimanali, con richiesta di deroga alla legge sulla distanza minima tra due turni. Non ho capito se il turno sfigato (quello tra domenica notte e lunedì mattina) in realtà non sia pagato come straordinario, oppure se sia semplicemente previsto come possibilità di straordinario (e quindi non effettuato normalmente)
(2) straordinario: possono esserci fino a 80 ore l’anno di straordinario non contrattato, con una richiesta quasi all’ultimo momento (tre giorni prima sono davvero pochi, e nel caso della mezz’ora di pausa mensa addirittura con 48 ore – ma questo è un problema minore)
(3) rapporto diretti-indiretti: è una cosa tecnica che non conosco. Restare a parità di inquadramento e stipendio è un obbligo di legge.
(4) bilanciamenti produttivi: maggiore flessibilità all’interno del turno, immagino per evitare scioperi a scacchiera e sicuramente per mantenere alto il tempo d’uso dei macchinari.
(5) organizzazione del lavoro: tolgono dieci minuti di pausa (se ne avrebbero tre da 10′ invece che due da 20′); i dieci minuti saranno pagati in più.
(6) formazione: mentre gli stabilimenti vengono ristrutturati e i lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria, dovranno obbligatoriamente seguire i corsi di aggiornamento. Sarebbe stato più giusto che FIAT aggiungesse parte dello stipendio per arrivare al livello del lavoro normale, visto che gli operai sono comunque impegnati in azienda.
(7) recuperi produttivi: c’è la grossa fregatura che se non si lavora perché i fornitori si consegnano allora si deve recuperare con straordinario non pagato come straordinario ma con lo stipendio normale. Notate che qui non ci sarebbe colpa dei lavoratori.
(8) assenteismo: qui non riesco a dare tutti i torti a FIAT che si trova picchi di assenze giustificate che arrivano casualmente nei giorni di sciopero e quindi non vuole pagarle, fatti salvi casi particolari. Che i permessi elettorali siano troppi e l’azienda chieda che le ore perse vengano recuperate a costo zero per lei è comprensibile, anche se mi sa che sia illegale; purtroppo qua la soluzione dovrebbe essere a livello legislativo (chessò, i permessi elettorali sono da considerarsi un “prestito da restituire” se ti candidi ma prendi meno della metà dei voti dell’ultimo eletto del tuo partito)
(9) cassa integrazione straordinaria per tutti durante la ristrutturazione, essendo pesante.
(10) taglio indennità: un classico, ce le siamo beccate tutti. Per chi non è lavoratore dipendente: se tu stai lavorando continuerai ad avere quei soldi, ma i nuovi non li beccano.
(11) straordinari e lavoro notturno restano pagati come prima.
(12) c’è la possibilità di spostare gente da Pomigliano a Nola.
(13) semplice nota tecnica
(14) l’accordo è un “prendere o lasciare”; se lo si accetta non si può più scioperare *contro quell’accordo* né come sigle sindacali né come singoli, e nel caso FIAT taglia tutti i permessi e contributi sindacali (sia quelli standard metalmeccanici che quelli aggiuntivi nel contratto FIAT)
(15) l’accordo è un “prendere o lasciare”; andare contro una qualunque delle clausole dell’accordo (come per esempio scioperare contro il diciottesimo turno) costituisce infrazione disciplinare (cosa che direi vada contro il diritto di sciopero)
Tutto il resto sono tabelle con i turni, spiegazione del nuovo sistema di lavoro, ecc. ecc.
Che dire? Onestamente non è certo un accordo vantaggioso per i lavoratori, e ci sono un paio di punti (8 e 15) a rischio di costituzionalità e un paio d’altri (6 e 7) inutilmente peggiorativi. Però ho visto molto di peggio in passato approvato senza colpo ferire. Considerando che tanto i sindacati (anche Fim Uilm Ugl, non crediate) siglano sempre “previa accettazione dei lavoratori mediante referendum), la mia sensazione è che Fiom stia cercando lo scontro. Se io fossi stato un dirigente sindacale avrei chiesto all’azienda una clausola esplicita di pene aziendali in caso di incostituzionalità dei due punti indicati sopra (e magari avrei ancora lottato per gli altri due), oltre ovviamente che la conferma da parte dei lavoratori. So bene che i tempi di giudizio della Suprema Corte sarebbero comunque lunghi (ma tanto per i lavoratori della futura linea della Panda il problema non si pone, visto che avranno due anni di Cigs), però si ribaltava l’effetto mediatico, visto che il sindacato avrebbe potuto dire che l’azienda sa bene di andare contro la Costituzione.
La seconda cosa che non posso capire è se e quanto la situazione interna sia davvero così allo sbando da far sì che Marchionne chieda di blindare quelle clausole. In Fiat dovrebbero ricordarselo: la marcia dei 40000 è stato sicuramente un colpo mediatico di Romiti, ma mi sa che anche il sindacato di errori ne aveva fatti. Vediamo che succederà adesso.
Aggiornamento: (h15:15) ho specificato meglio il punto 15.
Aggiornamento: (h17:00) Mi hanno fatto notare che ho preso una versione più vecchia del documento. Ecco le modifiche rlevanti intervenute in quella finale:
(7) è aggiunta la possibilità di studiare con le RSU come fare i recuperi produttivi: in realtà non cambia nulla.
(8) Innanzitutto viene tolta la possibilità di cercare misure alternative contro i certificati medici nei giorni di sciopero, lasciando solo la commissione azienda-sindacato per individuare i veri malati; inoltre Fiat può chiudere la fabbrica se in periodo elettorale ci sono troppe assenze. Cade così la pregiudiziale costituzionale di cui parlavo sopra; però la toppa è peggiore del buco perché blocca ferie e permessi anche a chi non si faceva candidare per starsene a casa un mese, con la beffa che bisogna anche recuperare quelle giornate perse come da punto 7.
Aggiungo, rileggendo il tutto, che il punto 14 è un po’ strano, a meno che non riguardi l’obbligo per i sindacalisti di non remare contro l’accordo dopo averlo firmato; il che probabilmente è la ragione per cui Fiom ha deciso di non legarsi le mani. La cosa è delicata, perché non è chiaro quali siano le parti di vertenze sindacali legate esplicitamente a quella bozza di intesa; non so se un pretore del lavoro le accetterebbe come valide.

Ultimo aggiornamento: 2010-06-15 13:25

11 pensieri su “Il (non) accordo a Pomigliano d’Arco

  1. mestesso

    Hai dimenticato di sottolineare un particolare: non è più possibile scioperare in protesta di un accordo firmato, alias se i lavoratori dopo un certo periodo decidessero che il 18mo turno non gli sta più bene ed indicessero uno sciopero, sarebbero in teoria tutti licenziabili (“pacta sunt servanda” se ricordo bene la frase latina usato nel legalese).
    E’ vero che è circuibile, però…è un prezzo un poco alto in generale.
    Inoltre: le 80 ore di straordinario sono obbligatorie. Le fai e basta, sono straordinarie solo di nome. Forse non ti obbligano a farle tutte, ma chissà come mai io penso che arrivino a 78, così massimizzano l’efficienza degli impianti ;-).

  2. .mau.

    @mestesso: il particolare pensavo che fosse chiaro dalla mia chiosa al punto 15, provvedo a specificare meglio. Per le ore di straordinario, il contratto metalmeccanici prevede già 32 ore annue obbligatorie, senza che si debba fare una contrattazione sindacale. Bisognerebbe calcolare quanto valgono la mezz’ora per turno più il diciottesimo turno; così ad occhio ci si sta comodamente dentro.

  3. mestesso

    @.mau.: Il punto dolente è proprio il trattamento delle infrazioni disciplinari, che è stato pure cambiato e reso molto più arbitrario per la controparte. Appunto per questo dico che in teoria i lavoratori scioperanti potrebbero essere licenziati in prima istanza senza un richiamo precedente, o due come mi sembra sia necessario finora.
    Questo è il vero punto di svolta dell’accordo, il resto sono quisquilie. Non oso pensare poi, una vota approvato qusto, quanti altri contratti verranno cambiati da imprese più piccole che si sentiranno “in dovere” di allinearsi alla madre di tutte le imprese. E chissà con quali cavilli ;-).

  4. .mau.

    @mestesso: ed è quello che io ritengo poter essere contro l’articolo 40 della Costituzione. Detto questo, continuo a pensare che sia più vincente andare in Corte Costituzionale che non siglare l’accordo.

  5. Bubbo Bubboni

    Umm, mi pare che di vincente non ci possa essere nulla. Dopo aver “lavorato” per decenni per creare una situazione sballata non si può rimediare all’ultimo minuto.
    Quanto alla Corte Costituzionale, non saprei. E’ chiaro che si sono punti indegni prima ancora che illegali, ma forse questo tipo di accordo potrebbe, nei fatti, prevalere. Il giudice potrebbe privilegiare l’occupazione piuttosto che le condizioni salariali e qui la prospettiva da ultimi giorni di Pompei è ben radicata.
    Mi pare che il colpo di genio dell’azienda sia propio quello di essere riuscita a portare (anche mediaticamente) la situazione sull’orlo dell’abisso, cioè fino a quel punto in cui i sindacati possono solo fare un passo avanti…

  6. grazia

    Si stanno svilendo le conquiste del mondo del lavoro Hanno cominciato col dire che i lavoratori pubblici erano assenteisti e si sono allargate le fasce di visita fiscale e a penalizzare economicamente i primi 10 giorni di malattia… e molti hanno pensato che facevano bene a colpire i “fannulloni”, intanto si preparava la strada… Niente aumenti contrattuali ai pubblici dipendenti, che già col taglio del salario accessorio (ma CISL e UIL dicevano che l’avrebbero recuperato) quest’anno hanno percepito 1.000 euro in meno rispetto al 2009. Grazie alla manovra finanziaria del 31/05/2010 si è sancito l’innalzamento dell’anzianità ed età pensionabile camuffandolo da finestra che si apre un anno dopo. Intanto vorrebbero diminuire il numero dei lavoratori pubblici i “fannulloni”, ma solo per privatizzare, sottraendo ai cittadini i loro diritti di cittadinanza, perchè i servizi ora pubblici potranno ottenerli pagando o pagando di più (servizi mediamente peggiori a costi maggiori, perchè è così che funziona quando non c’è il calmiere e la concorrenza del lavoro pubblico: vedi la pulizia delle strade, lì dove è stata privatizzata) Nel frattempo si legifera sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del lavoro pubblico (65 anni dal 2012) … e poi , non toccherà forse alle donne del privato? Ora il ministro Sacconi saluta favorevolmente l’accordo Fiat di Pomigliano che vuole penalizzare lo sciopero e la malattia, mentre la FIOM viene accusata di far politica, perchè non vuole svendere le conquiste sociali e lavorative che sono costate sangue e licenziamenti ad altri lavoratori, ormai lontani non solo dalla nostra memoria, ma anche dalla nostra sensibilità. Forse i lavoratori, col referendum, decideranno di accettare queste clausole e il governo non interverrà per sancirne l’illegalità… in Italia e … in Europa. Il mondo del lavoro non è a settori: Siamo tutti coinvolti e colpiti da queste scelte scellerate, che fanno da apri pista. Un tempo si lottava per allargare i diritti a chi non ne aveva o ne aveva pochi, ora … Ognuno guarda il suo orticello e alla ricaduta immediata (Fare lo scipero costa, lo fa chi se lo può permettere … E pensare che c’è stato chi con Di Vittorio lottava e rinunciava a mangiare e a dar da mangiare ai suoi figli per avere 2 gocce di olio in più sul pane ….!). Abbassare le tutele, gli stipendi, favorire il lavoro precario … tutto questo affossa l’economia: chi acquista se non ha certezza del domani ? E se non c’è chi acquista, il commercio langue e bisogna produrre di meno, di conseguenza occorrono meno dipendenti… E’ un cane che si morde la coda! Lavoratori dipendenti, pubblici e privati, piccoli commercianti e lavoratori autonomi, siamo tutti nella stessa barca, che affonda anche per la nostra indifferenza, mentre il governo si preoccupa delle intercettazioni e non interviene per la legalità e i diritti costituzionali… Ma già la Costituzione gli sta stretta e , forse, sarebbe ora di cambiarla… Che schifo! Non il governo, ma quelli che lo votano

  7. vb

    Comunque la situazione economica è quella che è, sicuramente l’Italia è piena di imprenditori che ci mangiano (ma sono generalmente quelli che hanno in mano servizi pubblici e parapubblici in regime di monopolio o quasi, vedi Alitalia, Autostrade ecc.) ma le nostre aziende non sono competitive, non credo (ma accetto prove contrarie dai sindacati) che la Fiat possa tenere aperti questi stabilimenti senza una progressiva riduzione del costo del lavoro e/o aumento della produttività.
    Si può discutere su questo o quel dettaglio, ma il quadro generale è che le alternative di lungo periodo sono solo che la Fiat chiuda tutto e sposti le fabbriche all’estero, o che entro qualche anno anche il mercato dell’auto di piccola-media dimensione (quello su cui è tradizionalmente forte Fiat), come tutti i mercati di prodotti di massa, venga conquistato dai prodotti cinesi.

  8. w

    faccio notare che la corte costituzionale con è competente a giudicare della costituzionalità di un contratto di lavoro

  9. .mau.

    @w: sul diciottesimo turno o sul scendere sotto la pausa minima ovviamente la corte Costituzionale non dirà nulla, perché sono cose da giudice del lavoro; ma credo che possa sentenziare sull’andare contro il diritto di sciopero.

  10. lorenzodes

    La Corte Costituzionale non si occupa della conformità dei contratti collettivi (o individuali) alla Costituzione.
    Aggiungo inoltre che i “pretori del lavoro” non esistono più da circa 10 anni ;)

  11. roberto

    Mi pare che si tralascino le cause del contratto.
    Non mi sembra “costutizionale” un assenteismo del 40% ? Se si è davvero dalla parte dei lavoratori si dovevano stigmatizzare tali comportamenti irresponsabili i quali non “fregavano” il padrone ma i lavoratori onesti e i contribuenti italiani.
    Con la vittoria del SI al referendum e con un comportamento finalmente NORMALE e responsabile sul lavoro il meridione avrà finalmente l’occasione di riscattarsi dalla brutta fama che si è conquistata(forse immeritatamente).

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