In occasione del vertice di Copenhagen sui cambiamenti climatici, 56 giornali di 45 paesi pubblicano un editoriale comune. Per l’Italia il rappresentante è Repubblica. Guardando però gli altri quotidiani europei (El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Monde…) ho notato che sono quelli che storicamente facevano gli articoli in comune con La Stampa.
Vorrà dire qualcosa questo cambio di referente?
Ultimo aggiornamento: 2009-12-07 17:37
A parte che, se non erro, è da tempo che la Repubblica fa “comunella” con quei giornali, se c’è declino de La Stampa, è immeritato: credo sia il giornale che sbaglia meno (fra i maggiori).
Un po’ come quelle squadre di provincia che ogni tanto fanno un buon campionato e poi tornano a metà classifica, che l’allenatore lo prendo lo squadrone e il centravanti se ne va all’estero “per scelta di vita”, La Stampa periodicamente diventa un giornale nazionale (Ezio Mauro lavorava lì, Sergio Romano anche, per dirne due) per tornare al ruolo di giornale un po’ più che locale. Credo sia il loro kharma.
Alcune ipotesi:
a) da quando si sono “ristretti” hanno perso il loro prestigio;
b) Mario Calabresi non è un direttore all’altezza degli ultimi suoi predecessori;
c) il “peso” politico della Fiat è orientato (finalmente?) verso altre cause (industriali?);
d) si sono lasciati sfuggire Ceronetti.
Personalmente “non ce la faccio più” a leggere “la busìarda”. Nonostante la mia torinesità, nonostante tutto. Non lo ritengo più “La Stampa”. E’ diventato, ma IMHO, un giornale schierato come tutti gli altri, ma un pochino peggio come qualità.
L’ho trovato a Lecce, in gran quantità di copie buttate in giro, dai bagagliai delle macchine, ai cestini dell’immondizia e non capivo.
Chiedo come mai tanta diffusione della testata torinese ad un’indigena (giornalista pubblicista, peraltro, non una contadina dell’entroterra o la moglie di un pescatore): “Ah, no, è che lo regalano con un giornale locale, ma non è che si legga tanto, eh!”
Infatti le copie, buttate qua e là, erano tutte intonse.
A me questi “tandem editoriali” a tutta stampa (diverso il discorso dell’articolo riportato su un’altra testata) infastidiscono un po’. Non sono ecologista, ma ho visto tanta, tantissima, troppa carta buttata via inutilmente.
Ormai si è consolidato nel suo ruolo di propaganda cittadina per mantenere Torino sotto la cupola che attualmente la controlla. Comunque ha i bilanci talmente in rosso che tra un po’ dovrà vendere persino il palazzo in cui sta…