Signor Guido Podestà,
venerdì scorso ho ricevuto una lettera che lei mi ha spedito, sfruttando la tariffa iperscontata “elezioni” ex legge 515/93. In questa lettera lei mi ha ricordato che ieri e oggi si sarebbe votato per il ballottaggio alla Provincia di Milano. Non ha scritto che si sarebbe votato anche per tre referendum, ma questo non è un problema: la sua non è una lettera istituzionale e pertanto ha il diritto di ricordare quello che preferisce. Vorrei farle però alcune domande, a cui spero mi sia data risposta.
(1) Come ha fatto ad avere il mio indirizzo? Le do un aiutino: non risponda “da elenchi pubblici”, perché non può essere vero visto che non sono un proprietario di casa e le varie utenze sono intestate a mia moglie.
(2) Chi è il responsabile dei dati in questione? La lettera riporta solo (cito testualmente, comprese maiuscole e minuscole) “committente Responsabile – luca Giuliante”, e non c’è alcun riferimento al Dlgs 196/2003 di cui immagino si sia sentito parlare anche a Bruxelles.
(3) Come faccio ad accedere ai dati che mi riguardano e oppormi al loro trattamento?
P.S.: è possibile che lei mi consideri un “povero comunista”. Può tranquillamente farlo, io non mi offendo mica: io mi offenderei mi dessero del fascista, a differenza immagino di parecchi degli iscritti al suo partito. Per completezza di informazione le comunico che quindici giorni fa sono andato a votare, ma non ho votato né per Filippo Penati – a parte che definire lui “comunista” fa davvero ridere, lo è tanto quanto Sandro Bondi – né tanto meno per i candidati dei partiti che il “comunista” (o la da lei vituperata parola “sinistra”) ce l’hanno nel nome.
messaggio postato sul mio blog e inviato a info@podestapresidente.it
Ultimo aggiornamento: 2009-06-22 10:18
le liste degli elettori sono pubbliche, su carta, consultabili.
@Jan: e si è scocciato di leggerle prima di arrivare ad Anna? (a lei ha scritto direttamente Silvio abbracciandola, ma è chiaro che ha dei punti in più rispetto a me)
Che culo, a me hanno scritto tutti, Penati (un paio di email untuose), Silvio (una lettera ferma e ben circostanziata) e Podestà (una lettera accorata). Tutti finiti dove meritano, a farsi compagnia.
confermo che gli elenchi degli elettori (compreso l’indirizzo) sono pubblici e che a questo tipo di comunicazioni non si applica la legge sulla privacy, ma le norme sulla propaganda elettorale, niente opposizione e niente responsabile del trattamento. Essere informati sui programmi dei candidati viene considerato un diritto del cittadino, non una seccatura, e devo dire che io sono tendenzialmente d’accordo con questa interpretazione.
Aggiungo che il PD in genere preferisce utilizzare le liste delle primarie degli ultimi anni che sono molto più mirate, ma forse proprio per questo meno efficaci visto che bene che vada si arresta l’emorragia di voti ma non se ne guadagnano di nuovi.
M’inchino a Vossignoria.
Maurì, ci stiamo facendo vecchiarelli!
Sono andato a cercare sul mio blog un post sull’argomento (http://aiuto.blogsome.com/2006/05/18/politici-italiani-resto-del-popolo-un-fracco-a-zero/) e, guarda caso, avevo preso spunto da un TUO vecchio post… ;-)
Come dire? Hai proprio ragione. La vecchiaia mi fa dimenticare tutto.