Fuorilegge!

Anna e io siamo appena andati a votare (seggio 1241 di Milano, giusto per fare i nomi). Ho consegnato la mia tessera elettorale e la carta di identità, e la scrutatrice mi ha chiesto “vota per tutto?” Io le ho risposto di sì, e ho aggiunto che non è lei che deve chiedermelo, ma io che devo al limite dire di non volere qualche scheda, al che lei ha risposto “sì, è vero”. Peccato che più o meno contemporaneamente ad Anna sia capitata esattamente la stessa cosa, il che mi fa pensare che non sia esattamente un caso ma una specifica indicazione del presidente di seggio.
Che si fa in questi casi?

Ultimo aggiornamento: 2009-06-21 17:13

19 pensieri su “Fuorilegge!

  1. Thumper

    Forse una specifica indicazione del presidente di seggio che vuole evitare che la gente prenda tutte le schede perché non sa che può fare diversamente.
    O forse no.
    Ma non la leggerei come te. Magari prima di voi gli è capitato qualcuno che ha fatto casino perché gli hanno consegnato tutte le schede senza dirgli niente.

  2. Tooby

    Far mettere a verbale la tua protesta o il tuo reclamo, informare l’ufficiale giudiziario presente fuori dal seggio dell’irregolarità (Dpr 361/1957).

  3. Long John Silver

    Non sarà semplicemente che, visto che la gente non conosce quasi mai i suoi diritti, volevano solo far sapere che non sono obbligati a ritirare tutte le schede? Capisco che tutta la faccenda possa essere soggetta a diverse interpretazioni… io faccio solo l’avvocato del diavolo :)

  4. Yuri

    Uhm… brutta roba…
    Io in compenso ho notato che, nonostante un paio di cartelli perentori fuori dal seggio che vietavano di introdurre apparecchi che potessero riprendere il voto, nessuno mi ha chiesto se avevo il cellulare in tasca… (né tantomeno mi hanno chiesto la carta d’identità, non me l’hanno mai chiesta e dire che ho quasi finito gli spazi sulla scheda per i timbrini)
    A quel punto non è che sia stato lì a dire “guardate che c’ho il cellulare in tasca, me lo volete ritirare, grazie?”, ma ovviamente l’avevo spento prima di entrare.

  5. Barbara

    Concordo con #1 e #3. La maggior parte degli elettori non sa che si possono votare solo alcune schede, e a questi referendum ho sentito parecchio gente interessata a votarne uno solo. Non mi pare drammatico che qualcuno ti ricordi dei diritti che non hai spesso occasione di usare.
    Vi farò sapere cosa mi dicono domani… se sopravvivo la chiusura del centro estivo causa referendum (non vi dico esattamente cosa ho pensato quando ho visto la scritta “chiuso lunedì e martedì” perché .mau. tiene un blog così ammodino).
    #4: anche a me nessuno ha mai chiesto se avevo il cellulare.

  6. mfisk

    Ad esser franco, non riesco a vederci nulla di male.
    Sai come la penso, ma cerco di essere obiettivo, facendo finta che si tratti del referendum per l’abrogazione della legge 40: ciononostante, mi sembra che tu e Anna siate stati informati di un vostro diritto; anzi: vi è stato chiesto se intendevate avvalervi del diritto di non ritirare delle schede.
    Non mi sembra che siate stati invitati ad astenervi; e il fatto di domandarvi e intendeste farlo garantisce coloro che -ad esempio per timidezza- non oserebbero reclamare il proprio diritto.
    Lo ripeto: sono di parte, ma credo che si tratti di un’interpretazione obiettiva, se le cose sono andate come descrivi.

  7. Giorgio

    al mio seggio niente del genere, solo dopo aver votato ho notato che avevano un bloc notes aperto con una piccola fila di “-1”. ho chiesto se era di gente che aveva accettato solo una parte delle schede e ho appurato che 4 votanti su 80, una percentuale più alta di quel che avrei pensato, avevano accettato solo la schede verdone.

  8. .mau.

    Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione, http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1200/pubb_02_referendum_2009.pdf . Pagina 46, articolo 48.
    Comma I: «In particolare, il presidente avverte che ciascun elettore riceverà tante
    schede di colore diverso quanti sono i referendum
    che hanno luogo sulle quali
    avrà diritto di manifestare il proprio voto [ecc.ecc.]»
    Comma III: «Qualora si svolgano contemporaneamente più referendum popolari
    abrogativi, l’elettore ha facoltà di astenersi dal prendere parte alla votazione per
    uno o più di essi. [omissis] Da tali norme scaturisce quindi la facoltà riconosciuta all’elettore di non
    partecipare alla votazione per uno o più referendum, astenendosi dal voto.
    Qualora ciò si verifichi è necessario che, da parte dell’ufficio di sezione,
    venga presa nota, ai fini dell’accertamento del numero dei votanti per ciascun
    referendum, della manifestata volontà di astensione, [ecc. ecc.]
    Il tutto si traduce nel fatto che l’elettore può rifiutare una o più schede, ma dev’essere una sua scelta. Il presidente deve dire che ci sono tre schede e accettare l’eventuale scelta diversa dell’elettore. Dire “quante schede vuole?” è incitazione al non-voto, e questo un presidente di seggio non lo può fare, come del resto scritto.
    Il tutto detto da uno che come sapete ha votato NO a due referendum, non crede all’utilità pratica del terzo referendum, e quindi dovrebbe teoricamente essere felice se non si raggiungerà il quorum: ma è il principio che conta, e la china del seggio dove ti si dice “vuoi votare” può portare troppo facilmente a schede tipo i plebisciti dell’unificazione dell’Italia.

  9. mfisk

    Sconcordo, ma non è il caso di farne una questione dato che, fra l’altro, sulla sostanza siamo d’accordo.
    E’ mia opinione che istigare a non votare sia cosa ben diversa dall’avvisare che si può non votare: ma è questione di lana caprina.

  10. Bubbo Bubboni

    Chiedere quante schede vuoi è un incitazione all’astensionismo.
    Non chiedere chi vuoi che sia eletto (con le liste bloccate, il maggioritario, ecc.) è una normale legge elettorale tutta europea e contemporanea.
    Mi pare che il verbale del seggio sia come un qualsiasi sondaggio d’opinione. Non è uno strumento fatto per esprimere quello che ritieni sia importante, per questo ci sono i blog :-)
    P.S.: Nel merito non farei nulla. Qualsiasi posizione ritenga importante o cruciale per l’inviluppo della democraticazia non credo che la domanda dello scrutatore alteri di un solo voto (o non-voto) il risultato.

  11. il più Cattivo

    Ho smesso di fare il presidente di seggio da più di quindici anni proprio perchè di situazioni border line ne avevo già viste troppe!
    Ora, sinceramente, meno tempo passo nei segg meglio mi sento.
    La legalità ed i diritti sono questioni troppo delicate per essere gestite “all’italiana”. Personalmente riterrei più appropriato che “qualora ci sia la possibilità” debba essere il votante a dichiarare esplicitamente cosa voglia fare e che non ci debba essere qualcuno che decida o stabilisca per “default” cosa egli potrebbe volere. In sostanza quando vado dal salumiere non mi aspetto che mi infili la baguette perchè gli ho chiesto del salame…
    Un Sorriso

  12. Damiano

    Gli estremi del documento del votante andavano riportati su 2 registri ben distinti, uno per le amministrative, uno per i referendum.
    Domanda: cosa sarebbe successo se al momento della “registrazione” io me ne fossi stato zitto (non sapendo che era quello il momento giusto per parlare) e poi al momento del ritiro delle schede avessi chiesto solo la scheda per le amministrative?
    Forse l’intenzione veniva esplicitamente chiesta prima per evitare casini dopo.
    Concocordo con Bubbo, non credo che sia cambiato un solo voto per questo…

  13. Massimiliano

    Tra l’altro in una delle pagine introduttive dei registri dei votanti era esplicitamente scritto che in *nessun caso* il presidente del seggio deve chiedere all’elettore se questi vuole astenersi, e penso la cosa sia riportata anche nel manuale operativo per l’ufficio di sezione (che si dovrebbe trovare online).
    Chiedere “vota per tutto?” mi sembra equivalente a chiedere “vuole astenersi per qualcosa?”… mi sembra quindi una condotta illegittima rispetto a quello che è l’orientamento. Se possa configurarsi un illecito vero e proprio però non lo so.

  14. devan

    Successo anche a me (e alla persona che ha votato prima di me); mi ero preparato quindi la risposta caustica: come mai die settimane fa non mi avete detto che era possibile votare solo per una delle due elezioni? [a milano si votava per le provinciali, oltre che per le europee], ma lo scrutatore mi ma mostrato i due registri, separati [vedi #12]; mi sfugge però il motivo per cui per elezioni differenti si usi un solo registro, per referendum differenti si usi un solo registro, ma non si usi un solo registro per elezioni+referendum

  15. Tooby

    mfisk: e perché mai? Al referendum ho la libertà di scegliere per quale dei tre votare e alle elezioni non ho la possibilità di rifiutare la scheda di un ente che giudico inutile quale la provincia?

  16. .mau.

    @devan: referendum ed elezioni sono sempre stati separati logicamente, tanto che ci vuole un decreto per poterli tenere insieme. Ci sono però due cose che non mi tornano: anche per europee e amministrative ci vuole un decreto, e quindi sono ragionevolmente convinto ci vogliano due registri separati; e soprattutto la separazione dei registri non implica affatto l’impossibilità di voto parziale, tanto che ad esempio Anna ha votato a un solo referendum (e non c’erano mica tre registri!) È vero che non chiedere parte delle schede per le amministrative/politiche è esattamente equivalente a votare scheda bianca o nulla, non essendoci il quorum; ma il principio dovrebbe rimanere quello. (E no, è stata abolita da mo’ la norma che faceva in teoria scrivere sul casellario dell’individuo “non ha votato”…)

  17. mfisk

    Perché al referendum non votare è un diritto (più precisamente, una facoltà), mentre alle altre elezioni no. Questo implica che se ti astieni nelle altre elezioni non è che ti vangano a prendere o ti sanzionino in qualunque modo, ma tuttavia se ti presenti al seggio devi accettare il pacchetto completo.
    Per i referendum, invece, c’è una consolidata giurisprudenza (per quanto sorta non immediatamente, nei primi ’70, bensì successivamente, credo ai tempi dei referendum sul nucleare) che afferma che, stante il significato che può assumere l’astensione, essa possa essere considerata una modalità di espressione della volontà dell’elettore, e quindi debba essere tutelata.

  18. J_B

    Giusto per la cronaca. Sul registro dove si segna il numero di tessera elettorale dell’elettore c’è scritto esplicitamente che al presidente di seggio è VIETATO ricordare agli elettori che possono rifutare le schede. Le parole esatte non me le ricordo e non ho nessuno di quei registri sotto mano ma, avendo fatto il presidente di seggio, ve lo posso dare per certo.

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