Leggo sulla Britannica (sì, c’è anche scritto su wikipedia, ma gli altri sono arrivati in tecnologia push) che il 13 ottobre 1943 il governo Badoglio dichiarò guerra alla Germania. La cosa in effetti mi fa pensare un paio di cose. Innanzitutto, a differenza del 25 luglio e dell’8 settembre, questa data è finita nel dimenticatoio, il che è un po’ strano in una nazione che afferma di essere nata dalla Resistenza. La seconda è che mi piacerebbe leggere un resoconto di cosa è successo dalla fuga a Brindisi. Ci è voluto un mese abbondante per riavere una parvenza di governo? Ci sono state delle discussioni? Al centro-nord sapevano qualcosa?
Immagino che ci saranno dei libri di qualche storico che parlano con dovizia di questo periodo: se qualcuno me ne suggerisse uno gliene sarei grato.
Ultimo aggiornamento: 2008-10-13 15:50
Il mese abbondante è dovuto, se non ricordo male ciò che hanno cercato di farmi entrare in zucca, alla diplomazia italica che cercava di ottenere lo stato di cobelligerante dagli Alleati.
Il motivo per cui questo giorno non è ricordato mi sembra ovvio: un conto è la resistenza fatta da persone che non si erano mai legate con fascismo e nazismo e che magari erano sempre state contro la nascita dell’Asse; un conto è uno stato che prima si allea con uno, poi si arrende e poi si allea con il suo precedente avversario. E questo nel giro di un mese dal proclama: “La guerra continua a fianco dell’alleato germanico.” Pfui!
@Fang: [mode DePignolinis on] nel giro di due mesi e mezzo [mode DePignolinis off]
Più avanti, se ben ricordo, abbiamo dichiarato guerra anche al Giappone.
@fang: “un conto è la resistenza fatta da persone che non si erano mai legate con fascismo”
Per parafrasare il vecchio adagio, gli antifascisti si dividono in due categorie… ;-)
@.mau.: anche stavolta la pignoleria era necessaria… però, che palle! :)
@giuseppe: aldilà del giudizio storico e politico su quel periodo, e sulle fazioni che si combatterono, sull’argomento mi piace citare una vignetta che Guareschi fece, pubblicata sul Candido nel 1946, intitolata: “Erano due, dunque!”
Due tizi in mongolfiera guardano il mondo e vedono due pezzi di terra a forma di stivale, due Italie, e commentano: “Ecco, da quassù uno si spiega la faccenda dei 45 milioni di fascisti e dei 45 milioni di antifascisti.”
@Fang: più o meno. Se ricordo bene durante le trattative per l’armistizio i Savoia cercarono di ottenere addirittura lo status di paese alleato… in pratica gli risero in faccia e gli offrirono al massimo la cobelligeranza chiedendo però un impegno concreto di ciò che rimaneva dell’esercito italiano contro i tedeschi (ma su questo Badoglio tergiversava… da qui il lungo lasso di tempo prima della dichiarazione di guerra alla Germania).
Va comunque tenuto presente che il Governo Badoglio in realtà governava ben poco. Una sorta di ospite dell’amministrazione alleata nei territorio liberati. In quei mesi si giocò una partita diplomatica complessa: da un lato Churchill voleva cercare di mantenere in vita il sistema monarchico anche dopo la fine della guerra, dall’altro Roosevelt ne aveva avuto abbastanza di quei “due signori” (Badoglio e il Re). La rocambolesca fuga da Roma della famiglia reale e del Governo aveva poi eroso anche ciò che rimaneva del supporto popolare nei confronti dei Savoia e i partiti antifascisti non ne volevano sapere di mischiarsi a quei soggetti (sarà solo molti mesi dopo con la svolta di Salerno che si potrà parlare di un governo almeno in parte rappresentativo della popolazione).
Non è un caso che il riconoscimento formale da parte dei paesi alleati del “Regno del Sud” arrivi solo nella primavera del ’44.
In tutto questo, la data del 13 ottobre non ha una gran rilevanza dopo tutto…