City (e non solo)

Visto che oggi ho lasciato la bicicletta a casa, mi sono letto City, l’unico free press che almeno quando l’ho preso non era zuppo d’acqua. In questi mesi che sono passati da quando l’avevo avuto l’ultima volta tra le mani, ne sono effettivamente cambiate, di cose.
Innanzitutto il giornale mi pare piu smilzo: solo 32 pagine, metà di pubblicità. Per la precisione, la pubblicità riempie quindici pagine, ma la sedicesima è il redazionalone ATM. Non so quanto sia calata la raccolta pubblicitaria. Per quanto riguarda il testo vero e proprio, a parte quello di cui racconterò in altra notiziola, non ho invece notato una gran differenza rispetto al solito: si sa che scopo secondario dei giornali gratuiti è far passare il tempo di viaggio senza dover impegnare il cervello dei lettori. Possiamo così venire a conoscenza del primo cellulare “made in Ruanda”, a fianco dell’uccisione in Burundi di due albini per farne pozioni magiche; l’avviso che mangiare troppo fa infiammare alcune cellule cerebrali (?) unito a quello che fare una buona colazione fa restare magri (!); il favoloso incipit sull'”evento” della recitazione di sonetti scespiriani da parte di Marianne Faithfull, incipit che vi beccate tutto. «La memoria di un paese non può prescindere dalla poesia. Lo sapeva Fiorello quando mise in musica “Fra Martino”».
Ma l’articolo migliore, ingiustamente relegato sulla cronaca milanese, è indubbiamente I «sex toys» piacciono a una milanese su due. La versione di Vivimilano che ho linkato non rende del tutto l’idea, ve lo dico subito: ad esempio, la frase «E un altro 30% riferisce di averli quantomeno osservati con attenzione» nella versione per metropolitana diventa «tre su dieci ammettono di avr provato perlomeno ad osservarli e toccarli» (grassetto mio). Purtroppo mi sa che i tempi di stampa di City abbiano loro impedito non solo di parlare degli Ig Nobel, ma anche di accennare nella sezione “scientfica” a due notiziole apparse sul Corsera. Se non l’aveste notato, infatti, non solo la mente dei musicisti è diversa (usano “il cosiddetto pensiero divergente“, più o meno come un qualunque opinionista di oggidì), ma soprattutto è stato scoperto un gene “nemico” della lettura. Ma non preoccupatevi: questo gene non tocca l’intelligenza. Si rimane stupidi uguali, soprattutto rispetto a certe letture!

Ultimo aggiornamento: 2008-10-03 16:21