Il presidente di Coldiretti Sergio Marini lancia l’allarme: quest’anno il raccolto di grano basterà per soli sette mesi, e dobbiamo pertanto rimpinguare le scorte. «Il raccolto nazionale di grano, ingrediente base del pane, è stato di 3,5 milioni di tonnellate mentre quello di grano duro per la pasta è stato di 4,5 milioni tonnellate, quantitativi non sufficienti per coprire la domanda», spiega all’attonito lettore per mezzo del giornalista che fa il resoconto del convegno (e che però fa bene il suo mestiere, come potete notare da voi leggendo l’articolo).
Poi magari uno fa una ricerchina e scopre che l’anno scorso il raccolto di grano è stato rispettivamente di 3,23 e 4,13 milioni di tonnellate; quest’anno ci sarà quindi una crescita di quasi il dieci percento. Sarebbe interessante scoprire come mai sia stato lanciato questo grido d’aiuto: forse per preparare la strada a nuovi aumenti?
Ultimo aggiornamento: 2008-07-18 16:47
Beh rispetto all’anno scorso la domanda di materie prime, specie grano e riso, e’ aumentata piu’ del 10%.
http://www.hgca.com/minisite_manager.output/1523/1523/Knowledge%20Centre/Current%20Market%20Outlook/World%20Grain%20Demand%20in%202007.mspx?minisiteId=11
La risposta te la dice poche righe dopo il tuo quote:
“Oggi – precisa Marini – è quanto mai necessario sviluppare la produzione vicino ai luoghi di consumo non solo per motivi economici ma anche ambientali.”
Alias, maggiore business per i suoi associati. A me sembra addirittura abbastanza trasparente, per essere il presidente di una associazione di categoria. Quello di confcommercio lo è moolto meno.
@antonio: non certo in Italia, dove il consumo sta calando.
Naturalmente può avere senso dire “guardate che come tutti gli anni noi dobbiamo importare grano, ma ne troveremo di meno perché lo usano per fare biocarburante”. Peccato non sia quanto detto da Marini.
@mestesso: mi sa che hai proprio ragione.
Un giorno di questi Orwell straccerà lo spaziotempo, e tutti nel cielo vedremo il suo faccione urlarci “Ve l’avevo detto, testoni!”.
Dice: che c’entra? Eh.
“Il governo è felice di annunciare che la razione di cioccolato verrà aumentata a 20 grammi alla settimana!”. E Winston: “ma non erano 30 prima?”
(Sto citando dal film che ho solo in VHS e, quindi, non vedo da un monte di tempo)
@JJFlash: avevo in mente Orwell, ma in questo caso non mi sembrava il caso :-)
mi viene da notare comunque che lanciare un allarme sulle scorte di grano potrebbe avere un effetto psicologico mica da ridere sulle aspettative del cittadino medio.
@mestesso: su Le Scienze di maggio c’era un articolo di Dario Bressanini intitolato “La «spesa a chilometri zero»” in cui segnalava alcuni studi che confutano il costo minore di alcune merci quando prodotte nei pressi del consumatore (rispetto ad altri luoghi di produzione estensiva).
L’unico caso in cui io potrei concordare col presidente di Coldiretti è per una questione di facilità di approvvigionamento: se il grano lo fanno, ad esempio, in Siberia e domani i siberiani non ce lo vogliono più vendere perché fanno più soldi vendendolo ai neozelandesi o ai maltesi, siamo a piedi.
Il solito vecchio problema della dipendenza da fonti non controllabili e dell’assenza di sistemi di interdipendenza seria a livello mondiale (i.e. io dipendo da te per una cosa, tu dipendi da me per un’altra, ma guadagniamo entrambi come costi ecc).