Credo che a molti di voi sia capitato di trovarsi in treno qualcuno che vi lasci un oggetto e un bigliettino, con su scritto che la persona che vi ha lasciato il biglietto è sordomuta, e se si vuole comprare l’oggettino. Tanto per fare un esempio, mi è successo sabato mentre tornavo da Torino.
Meno comune è trovarli nei ristoranti: eppure mi è capitato sia martedì sera dal RossoPomodoro di piazza Cantore (pizza da dimenticare e servizio da sparargli addosso, tra l’altro) che mercoledì a pranzo nella solita pizzeria cinese. E in entrambi i casi gli oggetti erano gli stessi: un accendino a forma di dadi che si illuminavano, e una penna immagino anch’essa luminosa.
Partendo dal principio – secondo me vero – che le persone in questione siano effettivamente sordomute, mi resta da capire chi è che la mente dietro questo commercio evidentemente gestito in maniera unitaria, e se la mente è la stessa che fornisce agli ambulanti oggetti da vendere uguali per tutti.
Ultimo aggiornamento: 2008-05-15 14:33
Anni fa, una domenica a pranzo mi è capitato uno di questi personaggi in un ristorante a Quarto d’Altino, Treviso.
La sera poi ero a cena in una pizzeria a Bassano del Grappa (a circa 60km di distanza): non solo mi è stato porto lo stesso oggetto, ma addirittura dalla stessa persona!
Fossi paranoico avrei pensato ad un pedinamento…
Purtroppo è noto da tempo che anche i sordomuti, come gli storpi, molti mendicanti e le prostitute, sono gestiti da organizzazioni criminali che li sfruttano come e peggio degli schiavi.
Una volta ero spesso tentato di dare qualcosa, ma dopo che l’ho letto sui giornali, mi è passata qualunque voglia.
Idem per i venditori cingalesi di rose e accendini luminosi, e sicuramente chi organizza il commercio organizza anche il loro arrivo clandestino e lucra pure su quello.
Ma naturalmente da noi c’è la mentalità catto-comunist-buonista per cui se dici che si dovrebbe intervenire per impedire questo commercio (che, tra l’altro, è totalmente abusivo e in nero) ti guardano come un orco o come un leghista.