Chi la dura la vince?

Leggo dalla BBC che Neil Diamond è riuscito per la prima volta a raggiungere la vetta delle classifiche di vendita americane per gli album, al suo quarantaseiesimo tentativo in quarantadue anni. Per i più giovincelli di voi, il brano finale di Shrek, “I am a believer”, è stato composto da lui: magari adesso avete qualche idea in più.
Il dubbio però resta: quanto stanno calando le vendite dei dischi? Perché diciamocela tutta: il disco è stato comprato dai baby boomers, non credo proprio che un giovincello abbia eletto il cantante newyorkese a proprio idolo. D’altra parte, sono proprio le persone dai quarant’anni in su gli unici a mantenere l’industria discografica, anche se sempre di meno…

Ultimo aggiornamento: 2008-05-15 14:56

6 pensieri su “Chi la dura la vince?

  1. mestesso

    > sono proprio le persone dai quarant’anni in su gli unici a mantenere l’industria discografica, anche se sempre di meno
    Huh?
    Intendevi dire che queste persone sono quelle che comprano i [dischi|CD] (il vinile tira ancora, per inciso).
    E i giovani che comprano gli MP3 nei vari siti (Apple, Vodafone, Wind, xxx) dove li metti? Sai quanti bei euri fa l’industria discografica con le vendite in internet? Son sempre loro, mica son gente diversa…
    Gli unici che ci smenano son le classifiche degli album IMHO.

  2. valepert

    dubito che i giovani, avendo le possibilità (e le capacità) di scaricare (illegalmente) musica gratis, comprino gli MP3 dal Web.

  3. .mau.

    diciamo che i ggggiovani comprano le suonerie. Il punto comunque è che il valore totale degli acquisti musicali continua a calare, anche se la parte “immateriale” ha tassi di crescita molto alti. Si sa, partendo quasi da zero…

  4. vb

    Vale: tu dubita, intanto due terzi di quelli che hanno scaricato l’ultimo disco dei Radiohead hanno volontariamente pagato una cifra che, tolte le spese, per la band è uguale o superiore di quella guadagnata dalle vendite nei negozi.
    Peraltro al giorno d’oggi una parte consistente degli incassi del settore discografico deriva dagli usi connessi (suonerie, sonorizzazione di spot e film, ecc.)

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