Altro che Greenwich, il meridiano zero è la Mecca!

Via Isabel vengo a conoscenza di questo articolo della BBC con un resoconto della conferenza “Mecca, the Centre of the Earth, Theory and Practice” tenutasi in Qatar, dove è stato proposto che il meridiano zero terrestre, quello che (al momento?) passa per l’osservatorio di Greenwich, dovrebbe invece essere settato sulla Mecca.
È vero che la scelta di Greenwich come meridiano centrale è stata politica, vista la potenza dell’Inghilterra coloniale, ma è anche vero che ha l’indubbio vantaggio che il suo antimeridiano, la linea di cambiamento di data, passa quasi ovunque sul mare, e permette quindi una gestione relativamente semplice dei fusi orari. Ma le ragioni dietro questa scelta sono molto interessanti: ad esempio, che la Mecca è il vero centro della Terra – il che in una superficie più o meno sferica è un concetto peculiare – oppure che la Mecca è in perfetto allineameno con il polo nord magnetico. Non che la cosa mi risulti (vedi cartina), ma probabilmente sono io l’infedele che non sa leggere correttamente il Corano. A quanto pare c’è un movimento, Ijaz al-Koran – prendete la cosa con le molle, però, visto che gli unici riferimenti a questo nome che ho trovato in rete derivano indirettamente da questo articolo della BBC; il termine Ijaz Al-Quran è attestato, ma in ambito storico – che direbbe che tutte le scoperte scientifiche sono già scritte nel Corano, e magari non serve nemmeno un Renuccio Boscolo per leggerle.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-22 11:43

12 pensieri su “Altro che Greenwich, il meridiano zero è la Mecca!

  1. Larry

    Mi sembrano poco dissimili dai “nostri” sbroccati, che vorrebbero introdurre l’intelligent design nelle scuole o mettere in discussione che la forza di gravità esista. Nessuno gli impedisce di vaneggiare…

  2. n

    Mau, il link su “cartina” punta ad uno dei siti di ufologia/complottismo/pseudoscienza più sputtanati della rete.
    Roba che se sopra ci leggessi “il sole sorge ad est” non ci crederei.
    Tra l’altro, la faccenda del nord magnetico rientra in una delle teorie sballate di cui il sito si fa promotore, quella della c.d. “terra cava”.
    Poichè è abitudine di Edicolaweb manipolare palesemente i dati per pescare allocchi, occhio a linkare potresti trovare cazzate presentate in modo credibile.

  3. .mau.

    @n: però la cartina è corretta, o almeno coincide con quella su wikipedia (il polo nord magnetico è il punto indicato nella mappa come 2: non ho usato quella cartina perché non avevo voglia di spiegare perché c’erano quattro punti disegnati sopra).

  4. Alessandro

    Concordo con Larry, l’ID e’ una mostruosa ridigestione del creazionismo e del vecchio principio antropocentrico. Il darwinismo e’ tuttora spacciato come ipotesi persino sulle pagine di una rivista di divulgazione scientifica come “L’Astronomia”, grazie al Prof. Cavedon (motivo per cui non sono piu’ abbonato, pur essendo un lettore della prima ora, dell’epoca Hack-Lamberti). Sulla gravita’ non si apre pagina di una rivista senza imbattersi in stranezze su MOND e teorie altrettanto bizzarre, ma certo non e’ questo a cui si riferiscono i nostri “sbroccati”, cui il concetto di falsificazionismo e’ decisamente alieno.
    Nel caso specifico, i commenti su cosa possa considerarsi “centro” su un geoide mi hanno veramente divertito. Se avete letto, c’e’ stata una bella corsa alle speculazioni piu’ bizzarre… Dalla densita’ di popolazione al punto piu’ interconnesso, passando dal punto di massima prossimita’ al centro di massa del geoide. Siamo in pieno spirito goliardico…
    Forse si riesce a trovare un libro di Martin Gardner degli anni ’50, ancora attuale (mi e’ venuto in mente leggendo della terra cava) a dispetto degli anni: “Nel nome della scienza”. Dovrebbe averlo pubblicato nel ’99 Transeuropa, ma non ne sono certo per due ottimi motivi:
    – il libro e’ disperso nella biblioteca di famiglia (dopo il matrimonio il numero dei libri e’ sfuggito ad ogni controllo ed ho avuto bizzarre esperienze recenti con lo scaleo, quindi non mi metto a cercarlo, scusate);
    – l’editore ha un sito web ma non ha pensato, come tanti altri, di dotarlo di una funzione di ricerca.
    Beh, dove lavora la mogliastra la Radiologia ha un cartello che recita, in caratteri enormi: “Le radiazioni possono nuocere alla salute”. La tentazione di scansionare una firma di Mme Curie per appiccicarla a tradimento e’ forte…
    Eppure ricordo un articolo de Le Scienze (rimasta l’ultima rivista di divulgazione laica nel nostro panorama editoriale) dedicato ad un folle che per parecchi anni ha venduto negli USA acqua radioattiva, a scopi “curativi” non meglio precisati. Se non erro, eravamo gia’ in pieni anni ’30. Il risultato e’ che alcuni “resti mortali” degli sfortunati clienti sono tuttora abbastanza pericolosi, non resta che sperare che avessero scelto una bara foderata di piombo.
    Nel panorama complessivo, questa conferenza non e’ certo la piu’ bizzarra. Sicuramente sara’ stata ben sovvenzionata.

  5. .mau.

    @Alessandro: fino al 1986 l’acqua Lurisia scriveva sull’etichetta che arrivava da una sorgente radioattiva (molto debolmente, d’accordo).

  6. Alessandro

    @.mau.
    Questa mi era sfuggita. La data che hai indicato pero’ mi induce a ritenere che tra la modifica all’etichetta ed un certo sventurato evento vi sia un collegamento…
    Quindi non solo i giornali, ma persino le etichette dell’acqua minerale ci prendono per fessi. Che bello.
    Se il fondo naturale era un po’ piu’ elevato della media locale lo sara’ anche oggi, direi. Ammetterai che locuzioni tipo “molto debolmente radioattivo” non significano nulla, anzi, c’e’ una pletora di unita’ di misura per le radiazioni ionizzanti, tanto varrebbe usarle (solo nella lettura dei dosimetri l’ho visto fare, ad essere sincero).
    Una delle piu’ inquietanti tra le unita’ usate ma non riconosciute e’ la “lastra-al-torace-equivalente”, la cui origine mi e’ del tutto ignota, forse qualche giornalista un bel giorno si e’ messo a giocare con una calcolatrice (sicuramente una CASIO a tastoni giganti, ormai sappiamo come sono) e l’ha tirata fuori. Magari per bei titoloni tipo: una TAC equivale a 1000 lastre al torace!
    Pensando ai dosimetri, mi e’ tornato in mente il famoso incidente in Giappone, quando i nostri acculturatissimi giornalisti spiegavano come i dipendenti sacrificassero all’Azienda la propria vita pur di contenere il danno. Peccato che portassero impressionanti cappe e dosimetro, e si dessero visibilmente il cambio, presumibilmente raggiunta una certa dose di esposizione.

  7. .mau.

    il “molto debolmente” l’ho scritto io, ma sull’etichetta c’era un valore numerico. Solo che non me lo ricordo: potrei dire milli-röngten, ma non ci giurerei. Trovi qualcosa qua.

  8. Alessandro

    Interessante, l’aneddotica e’ decisamente carina. E francamente non sapevo di questa “consulenza” svolta dalla Curie.
    Debbo ammettere che dietro questa mia ennesima lacuna ho finalmente intravisto uno specifico complotto.
    Non e’ infatti possibile che mi sia sciroppato “Genio ossessivo. Il mondo interiore di Marie Curie” uscito per Codice nel 2006 (non troppo digeribile, a dispetto del taglio narrativo) mentre nel 2008 vedo “La missione della signora Curie in Italia nel 1918”, per i tipi… Nistri-Lischi? Editore mai sentito…
    Pero’ ho ritrovato il libro di Martin Gardner. :-)
    Confermo che l’editore e’ Transeuropa, e’ stato edito nel 1998 ed io l’ho letto, a giudicare dalla pessima abitudine di firmare e datare i libri, nel 2001: forse si trova ancora (anche se non ci credo troppo).
    Ah! Sono trattati anche i sostenitori della terra piatta, ovviamente. Condividono il capitolo con i sostenitori della terra cava. Anche se forse la parte piu’ terrificante e’ quella dedicata a Lysenko… :-(

  9. .mau.

    Per la Lurisia ho ancora trovato questo .doc, che misura – credo più correttamente – la radioattività in Bequerel per litro. Tieni conto che la fonte imbottigliata che arrivava era la Santa Barbara, quindi alta sì ma non altissima.
    Il libro di Gardner dovrebbe essere Fact and Fallacies in the Name of Science, dovrei avere la ristampa Dover. L’originale deve essere dei primi anni ’50, tra l’altro.

  10. Alessandro

    Sono curioso, grazie per il .doc, questa storia sembra avere origini piu’ profonde di quanto non sospettassi.
    Sul libro di Gardner hai perfettamente ragione, il titolo e’ quello ma e’ della fine degli anni ’50 (non che cambi molto).
    Sicuramente sarebbe preferibile la ristampa Dover, se qualcuno fosse interessato.
    Nell’ottica della divulgazione scientifica nel nostro disgraziato paese (grazie alla pesante eredita’ di Croce e Gentile) le traduzioni sono in teoria un modo per raggiungere un pubblico piu’ ampio, tuttavia inizio ad essere un po’ scettico: chi e’ interessato a certi libri, invariabilmente gia’ ne conosce l’edizione originale. Sembra che quelli che Asimov chiamava “l’esercito della notte” siano assolutamente refrattari a certi argomenti, traduzione o meno. A questo punto, sia pur con i soliti errori di traduzione, ammiro il coraggio degli editori che rischiano su certi titoli. Anche il libro su “come mentire con la statistica” mi chiedo quanto restera’ sugli scaffali…
    C’e’ stata una buona ondata di traduzioni di Dennett e Dawkins, ma credo sia una sorta di “effetto Odifreddi” che non saprei quanto possa durare. Ed in ogni caso sono saggi non proprio a buon mercato, quindi si torna al problema del target.
    Eppure il libro di Monod, ad esempio, a suo tempo raggiunse un pubblico molto ampio.
    A proposito di Odifreddi: ho visto il DVD con il suo spettacolo teatrale. A parte due serate alla lavagna a spiegare quei concetti che il maledetto aveva appena accennato – la mogliastra e’ molto curiosa ed io ho due lavagne di ardesia nello studio, decisamente croce e delizia allo stesso tempo – non posso dirmi troppo colpito. Francamente mi aspettavo di meglio. Ma non e’ la prima volta che Odifreddi mi gioca uno scherzo simile: il suo “Godel for children” presuppone dei bambini che di logica ne abbiano masticata in abbondanza.

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